24 Gennaio 2025

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    “Il Green Deal aiuta l’Europa a non pagare l’energia a prezzi assurdi, altro che imbroglio”

    “Il Green deal non è affatto un imbroglio”. Andrea Tilche oggi insegna Clean Technologies for the Energy Transition all’Università di Bologna, ma per vent’anni ha lavorato alla Commissione europea, dove per lungo tempo è stato anche responsabile dei programmi di ricerca sui cambiamenti climatici. In quel ruolo ha rappresentato la Ue presso il Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’Onu. Insomma, ha contribuito anche lui ad accumulare le conoscenze scientifiche che hanno portato l’Unione a varare il suo piano di decarbonizzazione.

    Professor Tilche, ieri a Davos il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha invece definito il Green deal proprio un imbroglio. Perché non è così?
    “Chi attacca le politiche climatiche dimentica che, sia negli Usa che in Europa, sono state varate per rispondere a precisi impegni internazionali, quelli determinati dall’Accordo di Parigi, accordo che si basa su una valutazione scientifica di quanto sta succedendo: abbiamo ancora un tot di carbonio che possiamo emettere, prima che le temperature superino la soglia di 1,5 gradi o 2 gradi. Altro che imbroglio, il Green deal è stato un approccio molto razionale della Commissione e dei Paesi membri per dire: negoziamo una serie di politiche per aiutare tutti le nazioni a stare dentro questo percorso, con la migliore combinazione tra impegni climatici e crescita economica”.

    Perché allora il green deal è nel mirino?
    “Perché attacca l’industria dell’oil&gas, è solo questo. Attacca un oligopolio, che in Italia è un monopolio rappresentato dall’Eni, il quale domina il settore energetico con petrolio e gas naturale. E’ un mondo potentissimo che ha al suo servizio molta parte della politica. Naturalmente poi ci sono sullo stesso fronte altre industrie fortemente dipendenti dall’oil&gas, a cominciare dall’automotive”.

    Il dietrofront di Trump rispetto all’Amministrazione Biden rischia di contagiare anche l’Europa?
    “L’Europa non ha nessuna convenienza a seguire Trump perché il Vecchio Continente non ha risorse proprie in fatto di oil&gas. Anzi, è nel nostro interesse investire sulle rinnovabili per far scendere i prezzi dell’energia. In questo momento compriamo tantissimo gas naturale liquefatto proprio dagli Usa a prezzi assurdi. Se poi si guarda agli investimenti privati per cambiare il sistema energetico, questi si stanno concentrando sulle cose che costano meno, che sono l’eolico e fotovoltaico. Insomma, la strada è quella segnata dal Green deal, una strada molto studiata e molto discussa con tutti gli stati membri. Chi afferma che sia stato imposto dice una balla colossale”.

    I paesi

    Cop29, Unione europea: indietro dal Green Deal non si può tornare

    di  Claudio Tito

    09 Novembre 2024

    Si dice che le destre populiste puntino sulla paura per guadagnare consensi? Ma la paura della fine del mese fa più paura della fine del mondo?
    “Sì, dicono che gli investimenti per il Green deal costano troppo. E che l’auto elettrica costa di più dell’auto a benzina o a gasolio. Ma non è vero. Se si calcola il costo totale di possesso di un’auto elettrica che percorre 15.000 km all’anno e che è ricaricata a casa, si scopre che si risparmia tantissimo: ha un’efficienza energetica quattro volte superiore e non richiede quasi manutenzione. Senza contare i costi sanitari che oggi paghiamo con l’inquinamento da combustibili fossili delle nostre città”.

    Ha appena pubblicato online un appello nel quale critica la premier Meloni e il suo governo per la loro “fobia” contro il cosiddetto ‘ambientalismo ideologico’. Cosa l’ha spinta a scriverlo?
    “Proprio mentre si sta scatenando la guerra al Green deal, ho voluto aiutare a fare chiarezza. Un marziano che non conoscesse la nostra politica si chiederebbe perché gli strali della presidente del Consiglio sono scoccati contro gli ambientalisti e non contro le grandi compagnie di petrolio e gas, per i quali l’Italia è totalmente dipendente dall’estero e in balia della volatilità dei prezzi. Nonostante Meloni pochi mesi fa abbia firmato dichiarazioni molto impegnative sul clima da presidente di turno del G7, continua a parlare di neutralità tecnologica, gas naturale, ‘decarbonizzazione non deve comportare la desertificazione economica’. Viene da chiedersi se con la sua partecipazione plaudente all’insediamento di Trump, non abbia voluto dare anche il suo assenso al nuovo abbandono statunitense degli Accordi di Parigi”.

    Quelle a cui stiamo assistendo sono solo turbolenze, o possono compromettere seriamente i Green deal statunitense ed europeo?
    “Non è facile rispondere. La transizione può essere molto conveniente anche dal punto di vista economico, ma bisogna volerla. Se invece la politica si mette di traverso può creare grandi problemi problemi. Da noi c’è l’esempio delle automobili: quando hanno incominciato a dare incentivi anche all’Euro 6 hanno bloccato di fatto le vendite di auto elettriche”. LEGGI TUTTO

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    Verdure e legumi già nella dieta dei nostri antenati preistorici

    Una dieta più simile a quella di un bovino che a qualsiasi altro carnivoro. Ovvero, a base vegetale. Parliamo dell’alimentazione degli australopitechi (primate della famiglia degli ominidi) che vissero in Sudafrica più di tre milioni di anni fa in quella che oggi chiamiamo “Culla della Civiltà”. Rimasta fino a oggi sconosciuta oppure solo ipotizzata, ma meritevole di indagini. Se infatti le discussioni sul consumo di carne si concentrano soprattutto sugli aspetti salutistici (soprattutto per quella rossa), ambientali ed etici, per gli autori della ricerca appena pubblicata su Science il tema è tutt’altro.
    L’evoluzione scritta nei denti
    Quale ce lo ricorda Alfredo Martínez-García del Max Planck institute for Chemistry, tra gli autori dello studio: “Quando i nostri antenati hanno iniziato a mangiare carne? L’inizio è stato collegato ad un aumento del volume del cervello?”. A stupire i ricercatori e a convincerli ad indagare sulle abitudini alimentari degli australopitechi, è stata la scoperta dell’eccezionale resistenza dello smalto dei loro denti. Il consumo di carne, scrivono gli autori dello studio, è infatti particolarmente indicativo, non solo per il possibile collegamento con l’aumento del volume del cervello, ma anche con quello della statura e la riduzione dell’intestino. Il motivo dunque per andare a studiare i denti degli australopitechi è essenzialmente questo: capire quando ebbero inizio quei cambiamenti negli stili di vita che ci avrebbero pian piano avvicinato a oggi.

    La mostra

    Viaggio negli ecosistemi italiani: la (bio)diversità va in scena a Roma

    di  Sandro Iannaccone

    29 Novembre 2024

    La ricerca
    Nel loro studio Martínez-García e colleghi della University of the Witwatersrand guidati da Tina Lüdecke hanno deciso di concentrarsi su alcuni australopitechi vissuti tra i 3,7 e i 3,3 milioni di anni fa e provenienti dall’area di Sterkfontein, in Sudafrica. Per indagare le loro abitudini alimentari hanno analizzato la composizione isotopica del carbonio e dell’azoto dei loro denti (indicativa di cosa veniva mangiato e della sua natura, se vegetale o animale) e li hanno confrontati con quella dei denti dei fossili di altri animali (erbivori o carnivori) dell’area. In più, raccontano, hanno anche ripescato analisi simili effettuate su mammiferi moderni.

    Ricerca

    Antartide, raggiunto il ghiaccio più antico: risale a 1,2 milioni di anni fa

    di redazione Green&Blue

    09 Gennaio 2025

    Verdura e legumi nell’alimentazione della preistoria
    Procedendo in questo modo gli autori sono riusciti a farsi un’idea della dieta di quegli australopitechi. E il responso è che, sebbene siano stati trovati indizi circa il possibile uso di strumenti per macellare animali tra ominidi arcaici, d’abitudine questi studiati oggi avevano una dieta vegetale. Molto variabile, forse per stagionalità, approvvigionamento del cibo da aree molto diverse, ma tendenzialmente povera di carne, scrivono gli autori, magari arricchita da qualche legume e insetto.

    Non è escluso però che altrove i menù dei nostri antenati fossero già all’epoca diversi, puntualizzano gli autori. Non resta che scoprirlo, grazie ai denti ancora, che si sono mostrati utili già in passato per far luce non solo sull’alimentazione degli australopitechi, ma anche sui loro comportamenti in fatto di cure parentali. LEGGI TUTTO

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    Educare alla sostenibilità, il Wwf lancia un corso e un manuale online gratuiti

    Gli abiti che si accumulano nell’armadio, cumuli di plastica che galleggiano negli oceani, lo spreco quotidiano di acqua potabile. Basterebbero queste poche immagini per capire quanto sia insostenibile il nostro stile di vita in un pianeta dalle risorse illimitate e quanto sia necessario trovare un nuovo modo di ripensare il nostro rapporto con l’ambiente. Fin da bambini. Considerazioni che hanno convinto gli esponenti del Wwf a dare il via alla campagna “Our Values” proprio in occasione della Giornata mondiale dell’educazione con due progetti: il Manuale della Rete Educazione e la nuova piattaforma One Planet School3 con il primo corso completamente gratuito sul cambiamento climatico. Accessibile a tutti, nel sistema sarà possibile scoprire e approfondire temi trasversali, interdisciplinari e sinergici che riguardano sia la conoscenza che la tutela attiva della Natura. Obiettivi della campagna: educare alla sostenibilità, far crescere una consapevolezza ecologica e etica verso l’ambiente e collettività, combattere la disinformazione.

    La Natura al centro dei valori
    “Vogliamo dare il via a una vera e propria rivoluzione culturale che riporti la natura al centro dei nostri valori, impegnando le istituzioni nella sua tutela, diffondendo conoscenza e promuovendo una maggiore sensibilità attraverso le attività educative – spiegano – l’educazione rappresenta, per il Wwf, il filo conduttore che unisce ogni azione di conservazione della biodiversità, ogni battaglia per la tutela degli ecosistemi e ogni iniziativa volta a garantire un futuro sostenibile”.
    “Per vivere in un mondo più sostenibile è fondamentale dunque che ognuno di noi diventi protagonista del cambiamento dotandosi di conoscenza, sensibilità, valori e attitudini, per essere capace di prendere decisioni informate e di agire responsabilmente – ha dichiarato Alessandra Prampolini, direttrice generale Wwf Italia –. Con la campagna “Our Values” vogliamo accompagnare le persone e le comunità in un percorso di consapevolezza perché possano scegliere comportamenti sostenibili in ogni settore e momento della vita civile”.

    Il Manuale
    Il Manuale della Rete Educazione è stato realizzato anche grazie al contributo di educatrici e educatori Wwf sul territorio che hanno partecipato al corso di formazione. Si presenta come una piattaforma di competenze, visioni e strumenti, valorizzando il contributo di ciascuno per dare vita a schede che riflettono le migliori pratiche e l’esperienza collettiva della Rete. “Questo manuale è una guida che accompagna chi ci ascolta verso scelte consapevoli e sostenibili, per dare forma a una società che non solo rispetti la natura, ma che si senta profondamente parte di essa”, spiegano gli operatori.

    Un corso per capire il cambiamento climatico
    Il Wwf lancia sempre il 24 gennaio anche il nuovo corso dedicato al cambiamento climatico, realizzato in collaborazione con esperte ed esperti italiani del settore, membri della Comunità scientifica del Wwf (Nicola Armaroli, Susanna Corti, Luca Mercalli, Paola Mercogliano, Antonio Navarra, Mario Tozzi e Riccardo Valentini). Si tratta di un punto di partenza per comprendere le basi scientifiche di questo fenomeno globale e quale può essere il ruolo di ognuno. Il corso è disponibile su One Planet School. “In questo momento storico, di fronte alle grandi sfide ambientali, climatiche e sociali, l’educazione ambientale e alla sostenibilità diventa il fattore abilitante di un cambiamento necessario e urgente”.

    Inquinamento

    Ogni anno bruciamo 30 milioni di tonnellate di plastica

    di Anna Lisa Bonfranceschi

    06 Settembre 2024

    L’importanza dell’educazione
    Che l’argomento interessi non ci sono dubbi. Le ricerche confermano infatti che oltre l’80% degli italiani considera la tutela dell’ambiente molto importante per il proprio benessere e per il 67% rappresenta anche un’azione efficace per ridurre gli effetti del cambiamento climatico. I giovani italiani in particolare sono molto preoccupati per la crisi climatica e chiedono al Governo di fare di più perseguendo l’obiettivo “100% rinnovabili” per l’approvvigionamento energetico. Quindi secondo il Wwf è giusto dare risposte fin da giovanissimi. “È l’educazione che ci permette di superare l’indifferenza, di accendere la consapevolezza e di promuovere comportamenti responsabili. È grazie all’educazione che possiamo ispirare stili di vita sostenibili, capaci di rispondere alle crisi globali e costruire un futuro in cui le generazioni di oggi e di domani possano prosperare – afferma Martina Alemanno, responsabile programma educazione del Wwf Italia – sia il Manuale sia il nuovo corso sul cambiamento climatico rientrano negli sforzi del Wwf per essere la voce, la guida e l’esempio di un’educazione che trasforma, per creare il futuro che sogniamo insieme: un futuro ricco di biodiversità e sicuro per tutti”.

    Il manifesto “Our Values”
    Sono tre i punti fondamentali lanciato dal Wwf con la campagna “Our Values”:
    . Conoscere è potere, perché l’educazione gioca un ruolo imprescindibile per contrastare l’eccessiva semplificazione e la proliferazione di fake truth (le informazioni divulgate senza fondamento scientifico);
    . Assicurare il diritto al benessere, e dunque impegnare il sistema istituzionale nella tutela della natura e delle persone, con specifico riferimento alle riforme costituzionali del febbraio 2022, quanto la tutela dell’ambiente e della biodiversità sono entrate nei principi generali della nostra carta (art.9);
    . Verso il 2030: laddove il WWF si propone di seguire con attenzione gli appuntamenti istituzionali e raccontare le loro implicazioni sulla nostra realtà di tutti i giorni. “Perché riguarda ognuno di noi”. LEGGI TUTTO

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    Allevamenti intensivi, Greenpeace vince la causa contro il governo olandese

    Il tribunale dell’Aja ha ordinato al governo olandese di ridurre drasticamente le emissioni di azoto entro il 2030. La causa è stata portata avanti da Greenpeace Olanda, secondo cui nel Paese non sarebbero state adottate misure adeguate per ridurre i livelli di emissioni di ossido di azoto nell’ambiente causati dagli allevamenti intensivi e dall’uso massiccio […] LEGGI TUTTO

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    Encubator, dai RAEE alla moda circolare: le 7 startup premiate per l’ambiente

    Si è tenuto ieri, presso il Palazzo Giureconsulti a Milano, l’evento di premiazione delle startup competition Encubator e INNO4GOV, che hanno coinvolto complessivamente 214 startup provenienti da tutto il mondo. A valutare i migliori progetti una giuria composta da Camera di commercio, PoliHub, Politecnico di Milano e dai Partner del programma, oltre che da diversi esperti del mondo dell’industria, del venture capital e della tutela della Proprietà Intellettuale.

    Alle 7 startup vincitrici di Encubator un grant in denaro del valore di 40 mila euro e un programma di accelerazione, di 4 mesi, organizzato, coordinato e co-finanziato da PoliHub, a sostegno della crescita tecnologica e alla validazione della struttura di business della startup stessa, in collaborazione con Camera di commercio e Politecnico.

    Una concreta opportunità di crescita per lo sviluppo di idee innovative che spaziano da soluzioni per la generazione di energia green, alla produzione di materiali sostenibili, fino a sistemi di economia circolare e gestione virtuosa dei rifiuti.

    Le startup vincitrici di Encubator

    Agreenet progetta e sviluppa materiali innovativi a base vegetale per la protezione e l’imballaggio degli alimenti freschi, con l’obiettivo di prolungarne la durata e la conservazione attraverso l’utilizzo di biopolimeri attivi. La startup sia aggiudica inoltre il Premio Speciale Corepla, Innovation Partner, che consente l’accesso al percorso di accelerazione di Encubator.
    Orbita Technologies rivoluziona il riciclo dei RAEE sviluppando un sistema che utilizza la robotica e l’intelligenza artificiale per estrarre automaticamente chip, componenti elettronici e materie prime dai rifiuti elettronici.
    Hyper Wind aumenta l’efficienza delle turbine fino a +15%, migliorando la produzione di energia eolica, riducendone i costi e i consumi.
    Alagae Scope crea biorivestimenti a base di alghe marine (che sostituiscono le pericolose sostanze chimiche PFAS) per la produzione di tessuti idrorepellenti, ignifughi e ad alte prestazioni. Una soluzione altamente efficace, competitiva in termini di costi, biodegradabile in ambiente marino e naturale al 100%.
    Zerow nasce dalla volontà di guidare un cambiamento sostenibile nell’industria della moda. Una piattaforma B2B che trasforma le scorte di lusso in opportunità sostenibili. Consente ai marchi di rivendere i materiali in eccesso, ridurre gli sprechi e monitorare l’impatto ambientale, promuovendo un’economia della moda circolare.
    Alkelux, attiva nella produzione di bio-additivi utili alla per la produzione di imballaggi e in grado di aumentare la freschezza degli alimenti.
    Limenet ha sviluppato una soluzione in grado di rimuovere la CO2 dall’atmosfera e immagazzinarla permanentemente in mare sotto forma di bicarbonati, contrastando l’acidificazione degli oceani.

    Premiate anche Metis e Handy Signs
    Metis e Handy Signs sono invece le vincitrici della prima edizione di INNO4GOV, il programma ideato dalla Camera di commercio per innovare la PA che ad oggi necessita di una profonda trasformazione dei sistemi operativi dei servizi pubblici.
    Metis ha ideato Legenda4Gov una smart data room per l’esplorazione di documenti per la produttività e compliance. L’utente potrà effettuare ricerche su documenti specifici, policy, e normativa vigente aggiornata automaticamente in un ambiente cybersicuro conforme a GDPR e SOC2.
    La startup innovativa Handy Signs ha sviluppato l’unico assistente digitale della Lingua dei Segni Italiana basato su AI in grado di tradurre in tempo reale dalla LIS all’italiano e nel contempo è in grado di migliorare l’accessibilità dei servizi dei cittadini Sordi e la loro inclusione nella società e sul lavoro.
    Oltre a un grant da 50.000 euro una delle due startup vincitrici sarà affiancata dalle business unit della Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi, nel processo di sperimentazione del progetto, in un percorso di co-innovazione. LEGGI TUTTO