15 Gennaio 2025

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    Lo spettacolo del viburnum tinus, siepe colorata amata dagli animali

    Arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae tipico del sud-est Europa, Il Viburnum tinus (Viburno tino) è spesso selezionato per riempire e rendere più riservato il giardino di casa, ma non solo. La sua natura è rustica e la sua tolleranza nei confronti del freddo piuttosto alta, raggiungendo addirittura i -10° senza problemi.
    Viburnum tinus, pianta da siepe: usi comuni
    Comunemente chiamato anche lentaggine, o laurotino, il Viburnum tinus è molto apprezzato per la sua coltivazione semplice, per il suo adattamento climatico, per i suoi boccioli rosa-rosso che fioriscono in splendidi fiorellini rosa e bianchi e per le sue bacche tonde sfumate di blu, amate molto da uccelli e altri animali selvatici. Una pianta meravigliosa alla vista, capace di arricchire più spazi della casa, tra cui siepi alte, siepi basse e bordure e siepi in vaso.
    Il Viburno tino, dunque, è perfetto sia per realizzare siepi molto alte (anche 3 metri), ottime per proteggere lo spazio e renderlo più privato, sia per siepi più basse e/o bordure, perfette per abbellire vialetti o delimitare esteticamente certi perimetri. Infine, questa pianta sempreverde elegante può essere anche coltivata in vaso senza problemi. In questo caso, l’attenzione maggiore si rivolgerà alle dimensioni del vaso: 90 cm di lunghezza in cui potere inserire due piante di Viburnum a circa 40 cm l’una dall’altra.
    Viburnum tinus: cura della pianta
    Prendersi cura del Viburnum tinus non è poi così complesso. Tale pianta, infatti, essendo molto rustica e vantando uno “spirito di adattamento” molto sviluppato, richiede davvero poche attenzioni. Intanto, il Viburnum preferisce un terreno ben idratato ricco di sostanze organiche e con un pH o neutro, o lievemente acido. Riesce ad adattarsi senza problemi anche a terreni più poveri e calcarei e resiste anche alle temperature invernali, ma se non si vuole indebolirlo, in caso di freddi molto rigidi, si consiglia una protezione maggiore, magari utilizzando teli o coperture specifiche.
    Quando piantare il Viburnum tinus
    In realtà il Viburnum può essere piantato in ogni periodo dell’anno, anche se le sue stagioni preferite sono o l’Autunno, o la Primavera. Prima di procedere con l’impianto, assicurarsi sempre che il buco sia delle dimensioni giuste per accogliere la pianta e che le radici di quest’ultima siano bene irrigate prima di procedere. Una volta piantato, il Viburnum avrà bisogno di qualche giorno per stabilirsi; in questo frangente di tempo si consiglia un’irrigazione più frequente, per dare modo al terreno di scendere e di modellarsi e alla pianta di adattarsi perfettamente, attecchendo.
    Irrigazione: quando bagnare il Viburnum tinus
    Per quanto riguarda l’annaffiatura (o irrigazione), il Viburnum tinus richiede una giusta quantità di acqua, da tenere controllata e da aumentare specialmente durante i lunghi periodi di siccità. Come la maggior parte delle piante, anche questa sempreverde non ama i ristagni d’acqua, motivo per il quale è sempre bene non esagerare: un’irrigazione eccessiva, infatti, potrebbe provocare la proliferazione di funghi, nemici della pianta.
    Concimazione e potatura del Viburnum tinus
    Poiché il periodo vegetativo di questa robusta pianta va da marzo a settembre, si consiglia sempre di arricchirne il terreno con un concime ad hoc. L’ideale sarebbe quello specifico per piante verdi, da dare ogni 15-20 giorni circa.
    Sulla potatura, invece, pochi e pratici consigli: il Viburnum tinus potrebbe anche non essere potato, ma per un risultato estetico ottimale, se ne consiglia la potatura o alla fine della stagione dell’Inverno, o all’inizio della Primavera. Per farlo basterà togliere tutti i rami secchi e/o malandati, prestando attenzione ad accorciare quelli eccessivamente lunghi. Viene da sé che seguendo questi semplici passi il Viburnum crescerà meglio e molto più rigoglioso, dando vita molto presto a nuovi germogli, prontissimi a sbocciare in tutta la loro bellezza.

    Viburnum tinus: esposizione
    Il Viburnum tinus è facile da coltivare cresce senza particolari problemi in tutta Italia, fattore che la porta a essere utilizzata anche a mero scopo decorativo. Per quello che riguarda l’esposizione del Viburnum tinus, l’ideale sarebbe posizionarlo in un punto o di pieno sole, o di semi-ombra. In realtà la sua adattabilità fa sì che cresca in piena salute anche in zone d’ombra. L’unica differenza? Una crescita minore e meno rigogliosa (ma più colorata) rispetto all’esposizione solare. La luce, infatti, gioca sempre un ruolo cruciale per la crescita delle piante e dei suoi fiori (i boccioli arrivano nel mese di novembre, ma i fiori sbocciano a febbraio e restano fino a marzo-aprile).

    Quanto cresce il Viburnum tinus
    Scelto sì per la sua resistenza, per i suoi fiori e per le sue particolarissime bacche, il Viburnum tinus è anche scelto per la sua robustezza. Questa pianta, infatti, ha la capacità di raggiungere anche i 3-4 metri di altezza, mentre la sua estensione in larghezza può raggiungere tranquillamente i 2 metri. I rami crescono fitti, ma lo fanno in tempi piuttosto lunghi, dunque la potatura, proprio come affermato in precedenza, non deve essere frequente, anzi.
    Viburnum tinus: i trattamenti più comuni
    Il Viburnus tinus è molto resistente anche alle malattie, ma può essere intaccata, e dunque indebolita, da alcuni funghi. I più comuni sono l’oidio e la ruggine e in caso di infestazione la soluzione migliore è sempre quella di utilizzare un prodotto specifico per eliminarli. Alla lentaggine non piacciono molto neanche afidi, parassiti e cocciniglie (temute da ogni pianta), ma per tenerli a bada si può sempre ricorrere a un insetticida. LEGGI TUTTO

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    I delicati fiori della bergenia: i consigli

    Nota per la sua bellezza e la notevole resistenza, la bergenia prospera anche in condizioni climatiche avverse. Questa pianta erbacea perenne rizomatosa e sempreverde presenta grandi foglie carnose, i cui colori cambiano durante l’autunno assumendo una sfumatura rossastra, e nuvole di fiori, declinate in tonalità differenti come rosa, bianco e rosso. La bergenia è piuttosto semplice da coltivare e non richiede cure particolari, rappresentando un’ottima soluzione per chi è alle prime armi con il giardinaggio.

    Bergenia e l’esposizione: cosa sapere
    Appartenente alla famiglia delle Saxifragaceae, la bergenia è originaria dell’Asia centrale e meridionale e si presenta in diverse specie, tra le quali le principali sono la cordifolia, la crassifolia e la ciliata. Si tratta di una pianta rustica che cresce praticamente ovunque, adattandosi a molteplici terreni e resistendo a climi molto rigidi, anche quando le temperature scendono sotto lo zero. Il suo periodo di fioritura coincide con la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, ma se esposta al sole può iniziarla anche in modo precoce: apprezzata per le sue fioriture colorate e per la sua robustezza, è usata per decorare giardini, bordure e terrazzi, potendo essere coltivata sia in piena terra che in vaso.

    Questa pianta ornamentale tappezzante può essere esposta sia al sole, ma anche in mezz’ombra. In inverno sopporta fino a -20 gradi, ma se le temperature sottozero persistono per lungo tempo è bene proteggerla, ricorrendo a del tessuto non tessuto. Resistente anche alle estati torride, durante questa stagione è opportuno, però, premurarsi di farle ombra, soprattutto nelle ore più calde della giornata, in modo tale da evitare che le sue foglie brucino. Quando si superano i 35 gradi non dovrebbe essere esposta al sole.

    Versatile e compatta, la bergenia è capace di crescere in diversi tipi di terreno, sia in quelli argillosi che ghiaiosi, prediligendo però un substrato umido, ben drenato, sabbioso, fertile e ricco di sostanze organiche. Un aspetto da non sottovalutare sono i ristagni d’acqua, da evitare sempre in quanto responsabili del marciume radicale della pianta.

    Coltivazione in giardino e in vaso della bergenia
    La moltiplicazione della bergenia può avvenire tramite talea, divisione dei cespi e semina. Il metodo più diffuso è la divisione dei cespi che richiede di dividere in più parti le radici della pianta madre (facendo in modo che ognuna abbia almeno un germoglio oppure una gemma). Questa operazione va eseguita tra la primavera e l’autunno: in seguito alla divisione si piantano i nuovi cespi in un terreno drenato e a una distanza di 30-40 centimetri.

    La semina, invece, richiede più pazienza, dovendo coltivare le piantine in vaso, interrando i semi in un terreno umido a una profondità di un centimetro: successivamente si possono spostare le piantine in giardino.

    Se la bergenia viene coltivata in vaso, è bene prediligere un contenitore in plastica oppure in terracotta di dimensioni tali da farla crescere stretta, in quanto altrimenti tende a produrre esclusivamente le foglie. Il rinvaso è necessario solo nel momento in cui le radici escono all’esterno oppure quando le sue dimensioni sono diventate molto grandi.

    Bergenia e irrigazione: ogni quanto annaffiare la pianta
    La bergenia richiede una bassa manutenzione: per farla risplendere è necessario, infatti, compiere semplici azioni. Un aspetto molto importante da tenere in considerazione è l’irrigazione, operazione fondamentale per una sua crescita ottimale, dovendo darle da bere con costanza soprattutto durante la primavera e l’estate. Nel periodo estivo la pianta va irrigata settimanalmente, facendo in modo che il substrato non sia mai secco, ma sempre umido: dall’altra parte, però, è cruciale evitare quantità di acqua eccessive che potrebbero portare al marciume radicale e all’insorgere di malattie e parassiti. In autunno e inverno se la pianta è coltivata in vaso sul terrazzo deve essere irrigata una volta al mese, mentre qualora si trovi in giardino si accontenta dell’acqua piovana, dovendo annaffiarla molto raramente.

    Manutenzione della bergenia: dal concime agli insetti
    La bergenia non richiede di essere potata, dovendo limitarsi a rimuovere le foglie e i fiori secchi, eliminandoli alla base con delle forbicine specifiche, disinfettandole sempre prima di eseguire l’operazione. Con questo stesso strumento si tolgono le parti lignificate che possono presentarsi nell’apparato radicale. Inoltre, è necessario eliminare anche le foglie morte, in modo tale da scongiurare malattie fungine che possono insorgere se marciscono, e passati circa 3 anni dalla sua messa a dimora, si dovrà probabilmente intervenire per contenerne le dimensioni, visto che tende a espandersi soprattutto se esposta al sole.

    Per quanto riguarda la concimazione, per rendere la fioritura ancora più rigogliosa si può ricorrere a del fertilizzante, optando per un concime a lento rilascio per piante a fiore, da usare durante il riposo vegetativo. Nel corso della primavera e dell’estate la pianta va concimata ogni 2 settimane.

    Parassiti e malattie della pianta
    Nella cura della bergenia bisogna tenere conto di alcune problematiche che possono presentarsi. Tra queste l’insorgere di parassiti, come chiocciole, lumache e punteruolo rosso, molto pericoloso per la pianta, dovendo intervenire prontamente con prodotti specifici.

    Altre criticità sono rappresentate dal marciume radicale, dettato dai ristagni idrici, dovendo evitare irrigazioni troppo abbondanti, e dagli attacchi fungini, determinati da un’umidità eccessiva. La pianta può essere colpita anche dalle macchie, causate da funghi come alternaria e botrytis, che comportano una crescita debole e la decolorazione delle foglie: queste, se infettate in modo grave, possono ingiallire e cadere precocemente, inficiando lo stato generale della pianta, dovendo intervenire rimuovendole e migliorando la circolazione dell’aria per ridurre l’umidità. In alternativa, si può ricorrere a degli spray fungicidi specifici contenenti rame e zolfo. LEGGI TUTTO