Dopo “l’attenti al lupo” lanciato dall’Europa all’inizio di dicembre che ha revisionato il suo status di protezione passandolo da “specie strettamente protetta” a “specie protetta” scendono in campo cinque organizzazioni ambientaliste e per la protezione degli animali. Tra cui Green Impact (Italia), Earth (Italia), One Voice (Francia), LNDC Animal Protection (Italia) e Great Lakes and Wetlands (Ungheria). Tutte hanno presentato un ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea contro la decisione del Consiglio dell’UE di ridurre lo stato di protezione del lupo (canis lupus) in occasione della riunione del Comitato Permanente della Convenzione di Berna, del 2 dicembre scorso.
Biodiversità
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“Forzatura nella procedura”
La contestazione riguarda, oltre che il contenuto della nuova normativa anche la procedura. Secondo le associazioni, infatti la Commissione Europea, a nome dei 27 Stati membri, non ha rispettato il periodo di sospensione standard di 60 giorni – entro il quale le parti interessate possono presentare un ricorso per annullamento – ma ha direttamente proposto un voto alla Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa per ridurre la protezione del lupo. Tutto questo sapendo che la proposta sarebbe stata approvata grazie alla maggioranza dei voti detenuta dall’Ue, che rappresenta 27 voti, forzando così l’approvazione della propria proposta.
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Precedente pericoloso
Così, Gaia Angelini, presidente di Green Impact: “La proposta dell’Ue per ridurre la protezione del lupo europeo manca di supporto scientifico ed è un pericoloso precedente, motivo per cui abbiamo presentato ricorso. Gli sviluppi istituzionali hanno anche rivelato che la Convenzione di Berna non prevede un esame scientifico preventivo delle proposte avanzate dalle Parti prima che vengano messe ai voti. È altrettanto preoccupante la mancanza di processi democratici all’interno della Convenzione di Berna e la predominanza dell’Ue che avendo la maggioranza dei voti nella Convenzione di Berna, ha imposto la propria proposta, ignorando le opinioni delle altre Parti”. Non solo.
“Quando la Bosnia ha proposto di rinviare il voto di un anno per consentire ulteriori discussioni, la Commissione europea, a nome dell’Unione ha votato contro il rinvio, silenziando tutte le preoccupazioni degli altri membri della Convenzione – ha raccontato ancora Angelini -Ignorate anche le lettere firmate da centinaia di Ong contro la riduzione della protezione del lupo, indirizzate alla Commissione Europea, agli Stati membri dell’UE e alla Convenzione di Berna”. Tra questi anche circa settecento scienziati e accademici che hanno raccomandato alla Convenzione di Berna di non consentire un voto sulla proposta dell’Ue o di votare contro, poiché la proposta dell’UE di declassare la protezione del lupo, non dispone di un adeguato supporto scientifico (best available science).
Possibilità di rettifica
Se il ricorso presentato dalle cinque organizzazioni non-profit sarà accolto, potrebbe condurre all’annullamento degli atti basati sulla Decisione 2024/2669/UE (declassamento protezione del lupo) inclusa la proposta presentata dall’Ue alla riunione del Comitato Permanente della Convenzione di Berna. Ora 17 Parti Contraenti della Convenzione di Berna (Stati UE e non UE) hanno l’opportunità di rettificare la situazione chiedendo l’annullamento della decisione entro 3 mesi dal 3 dicembre 2024 – data di approvazione della proposta Ue.