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Le piante che attirano gli insetti invasivi. Come gestirle

Le zanzare tigre, i micidiali punteruoli rossi che hanno decimato le palme di mezza penisola, gli argidi che minacciano le nostre rose. Sono moltissimi gli insetti invasivi che stanno cambiando gli ecosistemi, in Italia così come nel resto del mondo. Specie aliene che si spostano sulle vie della globalizzazione, sfruttando però un’altra classe di organismi che fanno da testa di ponte: le piante, che colonizzando nuovi ecosistemi in cui non sono endemiche li rendono adatti all’invasione. A rivelare questa dinamica è un nuovo studio pubblicato su BioScience da un team internazionale guidato dai ricercatori dell’Università di Losanna.

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La ricerca fornisce risultati in qualche modo inattesi, perché fino ad oggi si è pensato che fossero altre variabili a guidare gli spostamenti delle specie di insetti invasive nel mondo, come la quantità di esemplari alieni che raggiungono il nuovo ambiente, la ricchezza della biodiversità presente, la frequenza con cui la specie invasiva viene introdotta.

Lo studio

Nel loro studio, gli autori ripercorrono invece le prove a favore di un ruolo di primo piano giocato dalle piante aliene nel preparare il nuovo ambiente alla colonizzazione degli insetti. Innanzitutto, gli spostamenti di insetti in nuovi territori, per vie naturali o attraverso gli spostamenti di merci e persone, avviene di continuo, ma quasi mai determina un’invasione permanente. Questo perché la maggioranza degli insetti ha una relazione stretta con la flora dell’ambiente in cui abita, e senza piante che facciano da ospite in un nuovo ecosistema fatica a prendere piede.

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Tutto considerato, le analisi dei ricercatori dimostrerebbero che la diffusione di determinate piante aliene in un nuovo ambiente è l’elemento che risulta maggiormente correlato alla probabilità di invasione da parte di nuove specie di insetti. “L’invasione da parte di nuove piante favorisce quella degli insetti in modo diretto, fornendo cioè una nicchia ecologica per gli insetti erbivori in arrivo, e indiretto per quelli carnivori e parassiti – scrivono gli autori dello studio – e questo produce una cascata di effetti che possono essere descritti come una catastrofe invasiva”.

Come gestire le specie invasive

Questo nuovo punto di vista, tutto da confermare, avrebbe importanti conseguenze per la biosicurezza e la gestione delle specie invasive. Attualmente infatti gli sforzi in questi campi puntano principalmente a impedire l’arrivo di nuovi esemplari di insetti alieni, mentre in futuro il fulcro potrebbe diventare la limitazione della diffusione di nuovi organismi vegetali.

Controllare la diffusione di specie vegetali non native indesiderate sarebbe benefico non solo per mitigare l’impatto delle piante stesse, ma anche per ridurre le probabilità di invasione da parte di insetti alieni associati a queste piante”, scrivono i ricercatori nelle conclusioni dello studio.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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