È l’ultimo grande fiume d’Europa centrale che scorre liberamente. Per 178 chilometri, dalle Dolomiti al mare Adriatico, sul litorale friulano. Il Tagliamento è il re dei fiumi alpini, che non solo conserva il suo corso originario (l’intervento invasivo dell’uomo è stato quasi nullo), ma il suo ecosistema, proprio grazie a queste caratteristiche viene studiato da ricercatori di università europee e statunitensi. Come quella di Erfurt che organizza ogni anno settimane di studio le “Alpine Rivers Conferences”. Un patrimonio ambientale non solo per l’Italia, preso a modello per gli interventi di ri-naturalizzazione. Al punto che il bacino del Tagliamento è candidato a ricevere il riconoscimento di “Riserva della biosfera dell’Unesco”.
Ecosistema a rischio
Ora però le sue acque, le sponde ghiaiose, le rocce calcaree e di origine vulcanica di cui è costituito il suo letto, sono in pericolo. Un progetto pensato per la gestione del rischio alluvioni nel tratto terminale del fiume minaccia il suo valore ambientale: l’idea è di costruire un “ponte-traversa” tra Spilimbergo e Dignano oltre ad una cassa fuori alveo a Varmo. Si tratta dell’ultimo progetto dopo quelli presentati gli anni scorsi come le casse di espansione (poi scartate); un ponte traverso a Pinzano (accantonata) e ora infine la pianificazione di questo doppio intervento. “Che comunque non metterebbero in sicurezza il territorio, lasciando rischio residuo” spiegano gli esponenti del WWF, che insieme ad esperti internazionali, 800 residenti in 35 diversi paesi, le associazioni regionali Foce del Tagliamento, Legambiente FVG, Lipu FVG hanno lanciato una petizione trilingue, mirata ad ampliare il sostegno anche dei paesi vicini, come Austria e Germania.
La simulazione
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“Lasciate che scorra libero”
“La petizione sottolinea l’importanza che il fiume possa continuare a scorrere libero nel medio corso, dove mantiene caratteristiche ormai perdute altrove, come un ampio letto ghiaioso, canali intrecciati e isole fluviali, un grande volume di acque sotterranee e un mosaico di ambienti di straordinario valore. Un ecosistema unico non solo per le comunità locali, ma anche per l’Europa e il mondo intero, e soprattutto per le generazioni future” si legge nella petizione a cui ha aderito anche Patagonia, il brand americano, fondato dallo scalatore Yvon Chouinard che ha deciso di donare l’1% del proprio fatturato a progetti di tutela dell’ambiente.
Secondo i promotori della petizione i due interventi quello a Spilimbergo e a Varmo, non solo non “metterebbero in sicurezza” il territorio, ma, spiegano “e? invece certa la perdita di uno degli ecosistemi fluviali più rari dell’arco alpino, con gravi interferenze nella dinamica naturale del fiume, pesanti impatti sul paesaggio e sulle possibilità di fruizione del fiume”.
La storia
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Troviamo soluzioni alternative e sostenibili
Nella petizione si chiede di esplorare alternative più ecologiche. Spiegano i promotori: “Intervenire su un ecosistema così raro richiede una valutazione attenta di tutte le alternative possibili, degli impatti e dei benefici, con scelte condivise con la popolazione. Le alternative alle casse d’espansione esistono e devono essere esplorate, cosa mai fatta negli ultimi 50 anni, come restituire spazio al fiume e far transitare una parte della portata di piena attraverso canali scolmatori esistenti o nuovi”.
La petizione conclude con alcune richieste:
- La tutela delle caratteristiche naturali del Tagliamento, “Re dei fiumi alpini”, per le generazioni presenti e future
- La valutazione di tutte le possibili alternative basate sulla natura, per la gestione del rischio di alluvioni e l’adattamento ai cambiamenti climatici
- L’attenzione ai numerosi dati scientifici prodotti da universita? ed enti di ricerca di tutta Europa
- Un’ampia partecipazione pubblica nelle decisioni sulla pianificazione e gestione del Tagliamento