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Drosera, come curare la pianta carnivora semplice da coltivare

Capolavoro della natura, la drosera è una pianta carnivora davvero unica che si fa notare in ogni ambiente in cui è collocata. Appartenente alla famiglia delle Droseraceae, è particolarmente diffusa in Africa, Australia e Sud America e in quantità inferiore in Asia, Nord America ed Europa. Presente in più di 150 specie, tutte sono accomunate da lunghe foglie verdi, o rosse, ricoperte di tentacoli colorati su quali sono presenti delle goccioline di una sostanza collosa, prodotta dalle sue ghiandole e in grado e di catturare piccoli insetti come zanzare, ragni e moscerini.

Come si coltiva la drosera

La drosera è una delle piante carnivore più semplici da coltivare: il periodo migliore per la sua semina coincide con la primavera. Il vaso in cui coltivarla non dovrebbe essere troppo grande, e preferibilmente in plastica, procedendo riempiendolo metà con la torba e metà con la perlite, per poi versare al suo interno anche dell’acqua distillata. I semi della drosera sono davvero piccoli e, proprio per questo, vanno maneggiati con grande cautela, ponendoli su un foglio bianco per non perderli di vista: successivamente si aggiungono nel vaso senza coprirli con il terriccio visto che necessitano di tanta luce per svilupparsi. Ci vorranno tra i 15 e i 20 giorni per far sì che le piantine facciano la loro comparsa. La pianta carnivora cresce in modo molto lento e va rinvasata ogni 3 anni, meglio se durante la primavera.

Qual è l’esposizione migliore per drosera

La drosera è originaria delle zone calde e, proprio per questo, richiede un ambiente mite, con temperature tra i 18 e i 25 gradi. La pianta tropicale non apprezza il freddo e necessita di tanta luce: i raggi solari diretti non rappresentano un problema, ma anzi l’esposizione in pieno sole rende il colore delle sue foglie ancora più rosso brillante. Malgrado questo, è importante tuttavia proteggere la pianta nelle ore centrali delle giornate estive più calde in quanto potrebbe soffrire. La drosera sopravvive anche nelle zone di mezz’ombra, ma è importante sapere che se non riceve abbastanza luce solare (minimo 4 ore al giorno) tende a decolorarsi, la sua crescita si indebolisce, il suo ciclo di vita diventa breve e la produzione della sua sostanza appiccicosa è messa in difficoltà.

Se la drosera si trova in giardino, durante l’inverno non bisogna ritirarla in casa, visto che va in riposo vegetativo, lasciandola bensì all’esterno, al massimo proteggendola sotto un portico. Per la coltivazione della drosera il luogo migliore è quindi soleggiato e all’aperto, a fronte del fatto che il vento combatte le eventuali infezioni. Qualora si desiderasse far crescere la pianta in casa dovrà essere collocata su un davanzale che sia soleggiato. Per quanto riguarda il terreno richiede un substrato acido e frutto della miscela tra la torba e la perlite.

Prendersi cura della drosera: quando eseguire le innaffiature

La drosera vive in luoghi paludosi e proprio per questo richiede un elevato livello di umidità: pertanto, è necessario assicurarsi che nel sottovaso siano presenti 3 o 4 cm di acqua distillata. Per mantenere l’ambiente umido possiamo vaporizzare la pianta ogni giorno. L’irrigazione di questa pianta carnivora richiede attenzioni particolari: oltre a essere eseguita di sovente, bisogna anche ricordare come il calcare sia mal sopportato dalla drosera, che quindi non va bagnata con l’acqua del rubinetto (potenziale nemico per le sue radici), ma bensì ricorrendo all’acqua demineralizzata oppure distillata. La pianta si nutre di insetti vivi tramite le sue trappole e per questo non va fertilizzata.

Drosera: altri aspetti da tenere in considerazione

La potatura della drosera non deve essere eseguita costantemente. Tuttavia, dopo la fioritura è bene rimuovere le foglie danneggiate oppure morte e i fiori vecchi, mentre durante la crescita bisogna intervenire sulle foglie malate. Nel caso in cui si desideri soltanto sfoltire la pianta è necessario non rimuovere più del 30% del suo fogliame, iniziando il processo dalle foglie più esterne per poi procedere dall’interno. Un aspetto da non sottovalutare sono i parassiti che possono attaccare la pianta soprattutto durante l’estate, dovendo intervenire quanto prima con un insetticida apposito. Altro problema che potrebbe insorgere sono le malattie fungine, come la muffa grigia, che colpiscono la pianta soprattutto quando c’è uno scarso riciclo dell’acqua.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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