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Cop29: von der Leyen, Macron e Putin saltano il vertice del clima a Baku

A meno di una settimana dall’inizio della Cop29 in Azerbaijan alcuni leader mondiali delle principali economie, tra cui Stati Uniti, Russia, Unione Europea, Brasile e Francia hanno annunciato che non saranno presenti all’evento più importante dedicato al cambiamento climatico e al futuro del pianeta. L’ultima defezione è arrivata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha spiegato la sua assenza a causa degli sviluppi politici sull’approvazione dei commissari in corso a Bruxelles. In questi giorni gli eurodeputati stanno vagliando i membri della nuova Commissione europea, che guideranno le politiche dell’UE per i prossimi cinque anni. “La Commissione è in una fase di transizione e la presidente si concentrerà quindi sui suoi compiti istituzionali”, ha dichiarato il portavoce. Assente Ursula von der Leyen, l’Ue sarà rappresentata al vertice dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel e dal Commissario europeo per l’azione per il clima, Wopke Hoekstra. Cina, Giappone, Australia e Messico sono invece presenti nell’agenda delle Nazioni Unite, previsti tra i discorsi dei leader alla Cop29.

Editoriale

Una scomoda verità

06 Novembre 2024

Il ruolo della Commissione Ue

Non è una defezione da poco perché l’Unione europea pur non essendo tecnicamente una delle parti firmatarie parla a nome di tutti i Paesi Ue. Per questo alla vigilia di ogni Cop i ministri dell’Ambiente dei Paesi Ue danno mandato alla Commissione di rappresentare tutti gli Stati membri portando una posizione comune. Ovviamente tutto questo non impedisce ai singoli Paesi di adattare anche altre iniziative. Senza contare la posizione delle imprese, ma questa è un’altra storia.

Elezioni Usa 2024: la vittoria di Trump rischia di frenare la corsa contro il tempo per il clima

06 Novembre 2024

La vittoria di Trump incombe sui colloqui

Ad incombere sui colloqui sul clima della Nazioni Unite, a Baku dove quasi 200 Paesi cercheranno di concordare un aumento dei finanziamenti globali per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, senza dubbio stanno pesando le elezioni americane. Secondo gli esperti, la vittoria del repubblicano Donald Trump – che ha fatto uscire gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima durante la sua prima presidenza – potrebbe rendere più difficile per la Cop29 raggiungere un accordo per un aumento sostanziale dei finanziamenti per il clima. Sembrano comunque lontani i tempi in cui i leader mondiali annunciavano in questa occasione annuale nuove politiche e finanziamenti per la riduzione delle emissioni di CO2 o per aumentare il proprio impegno negli sforzi globali per contenere il cambiamento climatico.

A presiedere la Cop29 sarà Mukhtar Babayev, ex vice-presidente della State Oil Company 

Il peso dei rappresentanti di ogni Paese

Eppure Cop è uno dei momenti della politica internazionale più importanti in cui si parla di clima e anche l’unico in cui ogni Paese, anche il più piccolo per popolazione e Pil ha diritto ad un voto che vale come gli altri Stati. Un meccanismo che pesa anche nei comunicati finali che devono essere approvati all’unanimità. Li Shuo, esperto di diplomazia climatica presso l’Asia Society Policy Institute, ha affermato che ciò che i Paesi porteranno alla Cop29 in termini di azioni per mobilitare maggiori finanziamenti sarà in definitiva più importante dei capi di Stato che si presenteranno: “Ciò che conta di più è la leadership. I leader dovrebbero sempre essere presenti alla Cop, ma più importante della loro presenza è l’impegno reale che i Paesi portano al tavolo”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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