La camelia sasanqua è una specie appartenente al genere camellia, facente parte a sua volta della famiglia delle teacee. Si tratta di una pianta acidofila che è originaria dell’Asia e, in particolare, di alcune aree meridionali del Giappone e della Cina. La camelia sasanqua è caratterizzata dalle foglie ellittiche sempreverdi di una bella tonalità verde scura, sul lato superiore, e un po’ più chiara su quello inferiore. La pianta può raggiungere circa 5 metri di altezza, con un ritmo di crescita che non è molto veloce.
L’esposizione ideale per questa pianta
La camelia sasanqua è una pianta rustica, che può essere messa a dimora in penombra o, addirittura, in zone in piena ombra. Ricordiamoci però di mantenerla al riparo dalle correnti d’aria. La pianta non ama in particolare i luoghi caratterizzati da un clima eccessivamente caldo e secco, oppure, dove la siccità è accompagnata da frequenti venti caldi. Nelle aree più miti del nostro paese, può accadere che anche una ridotta esposizione ai raggi solari causi delle bruciature alle foglie. Ricordiamoci infine che la camelia sasanqua può sopportare temperature minime che oscillano attorno ai -10 gradi.
Il terreno consigliato per la sua coltivazione
La camelia sasanqua è una pianta acidofila: per la sua coltivazione dobbiamo preferire quindi una miscela di terriccio acido o subacido, che dobbiamo però rendere più drenante grazie all’aggiunta, in parti uguali, di torba e sabbia grossolana. Se decidiamo di tenere la camelia sasanqua in vaso, ricordiamoci che il rinvaso va effettuato appena conclusa la fioritura, cioè in piena primavera. Scegliamo sempre un contenitore che abbia un diametro poco più grande, circa un paio di centimetri, di quello che andiamo a sostituire. In questo modo, creeremo un compromesso ideale per favorire lo sviluppo delle radici e, allo stesso tempo, per evitare che si creino le condizioni ideali per il ristagno idrico a causa dell’eccessiva quantità di nuova terra. Per una coltivazione ideale, il vaso dovrebbe essere tra i 40-50 centimetri di altezza e larghezza.
La cura: innaffiatura, concimazione e potatura
La camelia sasanqua necessita di un buon livello di umidità ambientale e di un terreno che non sia mai arido. Dobbiamo però evitare che a causa degli eccessi di irrigazione e della scarsa capacità di drenaggio si verifichino dei ristagni di acqua a livello radicale, perché la pianta va in sofferenza. Tra la primavera e l’estate, l’innaffiatura dev’essere abbondante. Nel corso dei mesi del periodo compreso tra l’autunno e l’inverno possiamo invece ridurre la quantità di acqua. In ogni caso, teniamo sempre conto della frequenza delle piogge per evitare di eccedere con l’acqua. Durante i periodi più asciutti e caldi, possiamo nebulizzare le foglie della pianta con dell’acqua. Per la concimazione della camelia sasanqua possiamo fare ricorso al concime granulare per piante acidofile a rilascio lento, ricordandoci di somministrarlo alla pianta solo tra l’inizio della primavera e la fine dell’estate. Anche a causa del suo ritmo di crescita, la camelia sasanqua non ha particolari esigenze di potatura. Preoccupiamoci però di eliminare le parti danneggiate della pianta per evitare che si trasformino in un veicolo di attacco parassitario. Anche al termine del periodo di fioritura, possiamo potare parzialmente la camelia sasanqua per ridarle una silhouette armoniosa.
La camelia sasanqua e la particolarità della fioritura invernale
Se tante altre specie del genere camellia sono solite preannunciare l’arrivo della primavera con i loro delicati fiori, nel caso della camelia sasanqua la fioritura è invernale. Per la precisione, la pianta comincia a fiorire durante l’autunno e la sua fioritura prosegue fino alla conclusione dell’inverno. La pianta si ricopre letteralmente di tanti piccoli fiori, che possono essere semplici o doppi, con colori che spaziano dal bianco al rosa, passando per il rosso e il fucsia della splendida camelia sasanqua kanjiro.
I parassiti che minacciano comunemente la pianta
La camelia sasanqua può essere attaccata in modo particolare dalla cocciniglia e dagli afidi. Nel primo caso, sulle foglie della pianta si manifestano delle macchie di colore marrone (cocciniglia bruna) o biancastro (cotonosa). Possiamo eliminare questa avversità utilizzando un batuffolo di ovatta con l’alcool. Nel caso degli afidi, invece, il rimedio più appropriato è l’uso di un prodotto specifico per questi insetti.