L’ultima mossa di Biden per il clima, prima di lasciare la Casa Bianca a Donald Trump: impegnare gli Stati Uniti a ridurre, entro il 2035, le emissioni di gas serra del 61-66% rispetto ai livelli del 2005. Gli Usa, in cima alla lista dei consumatori di combustibili fossili e dunque di produttori di CO2, annunciano così i loro nuovi Nationally Determined Contribution (contributi determinati a livello nazionale o Ndc): un meccanismo, previsto dall’Accordo di Parigi, grazie al quale ogni Paese aderente si impegna a tagliare le emissioni per contribuire al mantenimento del riscaldamento globale entro gli 1,5 gradi rispetto all’era preindustriale.
Gli Ndc, a partire dal 2020, vanno aggiornati ogni 5 anni: dunque il 2025 sarà un anno di annunci in questo senso. Ma gli Ndc devono anche essere presentati almeno 8 mesi prima della Cop sul clima (quest’anno la numero 30, si terrà dall’11 al 21 novembre a Belem, in Amazzonia). Washington avrebbe quindi avuto tempo fino al prossimo mese di marzo. Ma il 20 gennaio 2025 giurerà a Capitol Hill Donald Trump, che ha già annunciato l’intenzione di uscire nuovamente (lo fece già nel suo primo mandato) dall’Accordo di Parigi. Evidente allora l’intento dell’Amministrazione uscente di dare un segnale alla società civile e al mondo imprenditoriale americani. Non a caso, contestualmente alla comunicazione di Biden, anche la US Climate Alliance ha preso lo stesso impegno: taglio delle emissioni del 61-66% entro il 2035. E l’alleanza è una coalizione bipartisan composta da governatori degli Stati americani che rappresentano quasi il 60% dell’economia statunitense e il 55% della popolazione.
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La speranza è che se anche Trump dovesse effettivamente far uscire gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi per la seconda volta, con il conseguente annullamento di qualsiasi obbligo di rispettare gli Ndc annunciati oggi, le città, gli Stati e le aziende siano in grado di sostenere lo slancio verso il nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni del presidente uscente Biden entro il 2035. Dimostrando così, agli Usa e al mondo, che il progresso climatico non dipende solo dall’azione della Casa Bianca. “Voglio rassicurare i nostri partner internazionali: gli Stati Uniti non torneranno indietro, stiamo andando avanti”, ha commentato Gina McCarthy, ex consigliere nazionale per il clima della Casa Bianca. “Stati, città, aziende e istituzioni locali sono pienamente impegnati a raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi climatici e a lavorare a braccetto con i nostri colleghi internazionali per promuovere la transizione globale verso l’energia pulita”. Finora solo due Paesi hanno formalmente presentato i nuovi target di tagli alle emissioni al 2035: il Brasile, padrone di casa di Cop30, e gli Emirati Arabi Uniti, organizzatori della Cop28 del 2023.