12 Settembre 2024

Daily Archives

consigliato per te

  • in

    Il cotone coltivato in laboratorio (come la carne) per vestiti più ecologici ed etici

    Dimmi cosa indossi e ti dirò quanta acqua sprechi. Vi siete mai chiesti quanta acqua occorre per produrre una semplice maglietta di cotone? Il rapporto “Quant’acqua sfruttiamo”, redatto da SERI – Sustainable Europe Research Institute su commissione della sezione europea di Friends of the Earth, ci dice che per realizzare una maglietta si utilizzano in media 2.700 litri d’acqua, dalla piantagione di cotone all’arrivo al consumatore. E circa 7.500 i litri di acqua per un paio di jeans. L’impronta idrica nell’industria tessile e dell’abbigliamento, in particolare, ha raggiunto livelli enormi che dipendono non solo dalla coltivazione della materia prima, ma anche da tutte le fasi successive della lavorazione. LEGGI TUTTO

  • in

    Slow Food, dieci proposte ai leader del G7 Agricoltura

    “Da quarant’anni, Slow Food racconta un’altra idea di mondo. Ed è quella che vogliamo ribadire davanti ai ministri europei che si riuniranno a Siracusa per parlare di agricoltura. A loro consegneremo un manifesto con i dieci punti in cui spieghiamo la nostra visione: se vogliamo restituire valore al cibo e dignità a chi lo produce dobbiamo abbandonare una logica di produzione basata solo sul profitto, e pensare a politiche che tutelino la biodiversità, la fertilità dei suoli, le risorse naturali: le uniche ricchezze davvero in grado di salvarci”. È questo il messaggio che Edward Mukiibi e Barbara Nappini, presidente di Slow Food e di Slow Food Italia rivolgono ai leader del G7 Agricoltura, che si terrà a Siracusa (26-27-28 settembre) negli stessi giorni in cui a Torino il movimento internazionale riunisce per Terra Madre e Salone del Gusto (26-30 settembre) oltre 3mila rappresentanti della produzione di cibo, “esponenti di un’economia che rispetta la salute della natura e dell’essere umano”.

    “Noi speriamo che in quei giorni tra Torino e Siracusa ci sia un dialogo – tiene a sottolineare Barbara Nappini – Bisogna mettere al centro delle agende politiche globali il valore del cibo, elemento centrale per assicurare diritti fondamentali per tutti gli esseri umani e chiave di volta per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite. Lottare contro lo spreco di cibo, la grande e drammatica contraddizione del nostro modello di sviluppo”.

    Barbara Nappini  LEGGI TUTTO

  • in

    “Stop al liceo del Made in Italy”, le perplessità del Consiglio di Stato sul corso voluto dalla premier Meloni. Il ministero replica: “Nessuna frenata”

    Il nuovo percorso liceale voluto fortemente dalla premier, Giorgia Meloni, non ha pace. Dopo le polemiche seguite al suo annuncio, la sperimentazione lanciata a ridosso delle iscrizioni e la scarsa adesione da parte delle famiglie, arriva un’altra tegola su quello che nelle intenzioni dell’esecutivo dovrebbe essere il settimo liceo a sostegno della creatività dell’industria e […] LEGGI TUTTO

  • in

    Fast fashion dei veleni, Greenpeace: “Il Ghana inquinato dagli abiti usati che arrivano dall’Europa”

    Un nuovo rapporto di Greenpeace Africa e Greenpeace Germania rivela le dimensioni allarmanti dei danni sanitari e ambientali causati dal commercio globale di abbigliamento di seconda mano in Ghana. Il rapporto, dal titolo “Fast Fashion, Slow Poison: The Toxic Textile Crisis in Ghana”, documenta l’impatto devastante degli indumenti usati dal Nord del mondo – quasi tutti capi di fast fashion – su ambiente, comunità ed ecosistemi nello Stato dell’Africa occidentale.

    Ogni settimana circa 15 milioni di vecchi vestiti arrivano a Kantamanto, il secondo mercato di abiti usati più esteso del Ghana, ma quasi la metà di questi indumenti è invendibile. Per volumi importati, il Ghana è anche la seconda destinazione di abiti di seconda mano provenienti dal Continente europeo.

    L’Italia è la nona esportatrice a livello mondiale, terza in Europa, dietro a Belgio e Germania: soltanto nel 2022 dal Belpaese sono arrivate in Ghana quasi 200 mila tonnellate di indumenti usati.

    Greenpeace sottolinea che i primi dieci brand di capi invenduti nel mondo sono tutti marchi del fast fashion: tra questi H&M, Zara, Primark. Tra i “nuovi arrivati” figurano anche molti articoli di Shein.

    Moda

    Shein, un test tedesco rivela sostanze tossiche sui vestiti

    di Giacomo Talignani

    28 Agosto 2024

    Molti dei vestiti usati che arrivano in Ghana finiscono in discariche abusive o vengono bruciati nei lavatoi pubblici, contaminando gravemente l’aria, il suolo e le acque, mettendo di conseguenza a rischio la salute delle comunità locali. I campioni d’aria prelevati da Greenpeace dai lavatoi pubblici nell’insediamento Old Fadama ad Accra mostrano livelli pericolosamente elevati di sostanze tossiche, incluse sostanze cancerogene come il benzene e altri idrocarburi policiclici aromatici (IPA).

    Le analisi condotte dall’organizzazione ambientalista sugli abiti hanno inoltre rivelato che circa il 90% è costituito da fibre sintetiche come il poliestere, contribuendo alla diffusione di microplastiche nell’ambiente.

    L’accumulo di rifiuti tessili sta anche soffocando gli habitat naturali, inquinando i fiumi e creando vere e proprie “spiagge di plastica” lungo la costa. “Le prove da noi raccolte mostrano chiaramente che l’industria del fast fashion non è soltanto un problema del settore moda, ma una crisi sanitaria pubblica a tutti gli effetti: questi indumenti stanno letteralmente avvelenando la popolazione di Accra”, dichiara Sam Quashie-Idun, autore del report di Greenpeace.

    Stazione Futuro

    L’irresistibile ascesa di Temu, il TikTok dello shopping

    di Riccardo Luna

    16 Novembre 2023

    “La situazione in Ghana riflette una mentalità neocoloniale in base alla quale il Nord del mondo trae profitto dalla sovrapproduzione e dagli sprechi, mentre Paesi come il Ghana ne pagano il prezzo. È tempo per un trattato globale che affronti questo squilibrio e protegga le comunità dai danni causati dal fast fashion”.Greenpeace Africa chiede azioni immediate e a lungo termine per affrontare la crisi: anzitutto chiede al governo ghanese un divieto di importazione degli scarti, limitando l’import ai soli indumenti che possano essere realmente riutilizzati. Chiede inoltre che i marchi di moda siano responsabili dell’intero ciclo di vita dei loro prodotti, incluso lo smaltimento dei rifiuti e il loro riciclo, nell’ambito di un EPR globale (Responsabilità estesa del produttore). Al contempo, secondo Quashie-Idun, è necessario che la comunità internazionale supporti lo sviluppo di un’industria tessile sostenibile in Ghana, per arginare il problema dei rifiuti e fornire nuove opportunità economiche al Paese. LEGGI TUTTO

  • in

    La startup della carne vegetale (e sostenibile) raccoglie 17,4 milioni di euro

    “Se analizziamo l’intero ciclo di vita della carne, ovvero ne misuriamo gli impatti ambientali in tutte le fasi, dalla produzione di foraggio per gli animali fino al consumo alimentare, otteniamo una misura chiara dell’assoluta insostenibilità di questa filiera”. Lo sostiene Giuseppe Scionti, CEO e fondatore di Novameat, la startup di carni vegetali sostenibili, che ha appena raccolto 17,4 milioni di euro in un round di serie A.

    L’investimento è stato guidato da Sofinnova Partners e Forbion attraverso il BioEconomy Fund cui si sono aggiunti gli investitori preesistenti di Unovis Asset Management, Praesidium e Rubio Impact Ventures.

    Fondata nel 2018 a Barcellona dal bio ingegnere Giuseppe Scionti, Novameat è riuscita nel giro di poco a introdurre sul mercato europeo i suoi prodotti che vanno dagli straccetti di pollo al filetto di tacchino, grazie ad una sofisticata tecnologia proprietaria, definita MicroForce, che realizza su scala industriale una consistenza unica della carne vegetale, nel rispetto dei rigorosi requisiti di qualità e senza perderne il gusto.

    “Questa innovativa tecnologia è molto più veloce nella fase di produzione, e sostituisce la stampa 3D. che comunque utilizziamo nelle fasi di test, per la realizzazione dei prototipi”, racconta Scionti. LEGGI TUTTO

  • in

    Nel Piano Draghi decarbonizzazione e competitività vanno di pari passo

    Il tanto atteso Rapporto Draghi sulla competitività, come anche il Rapporto Letta, considera l’azione per il clima e gli obiettivi di decarbonizzazione funzionali a incrementare la competitività UE. Draghi sottolinea, però, la necessità di sincronizzare le politiche economiche europee con gli obiettivi di riduzione delle emissioni definiti da Bruxelles. Ciò significa integrare la decarbonizzazione nella […] LEGGI TUTTO

  • in

    Scuola, gli stipendi degli insegnanti italiani restano i più bassi nel mondo: “E il prossimo aumento sarà un quinto di quelli previsti nei Paesi europei”

    ROMA – Nell’ultimo rapporto Ocse, “Education at a Glance 2024”, si mettono a confronto gli stipendi degli insegnanti dei diversi Paesi membri dell’organizzazione che raduna i più sviluppati sul piano industriale. E si constata, nonostante gli annunci ripetuti del ministro dell’Istruzione del Merito Giuseppe Valditara, come l’Italia sia ancora una volta in fondo alla classifica […] LEGGI TUTTO