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    Teresa Cherubini ha sconfitto il linfoma

    Tumori
    di Valeria GhittiPubblicato il: 19-01-2021

    La figlia di Lorenzo Jovanotti a 22 anni ha affrontato un tumore del sistema linfatico: lo ha rivelato lei stessa adesso che l’incubo è finito.
    © rete

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    Sanihelp.it – Ha sorpreso probabilmente un po’ tutti il messaggio che Teresa Cherubini, la figlia di Jovanotti, ha pubblicato sul proprio profilo social nei primi giorni di gennaio di questo 2021 per raccontare come negli ultimi mesi ha affrontato e superato il linfoma di Hodgkin, un tumore del sistema linfatico che molto spesso ha origine nei linfonodi. Della malattia, infatti, non aveva ancora parlato, se non con la cerchia più stretta di amici e famigliari. Un segreto conservato per sette mesi perché, fatica, come ha dichiarato «a raccontare una storia prima di conoscerne la fine» e solo ora che è stata dichiarata ufficialmente guarita ha voluto informare i follower e ringraziare quanti le sono stati vicini.
    «Tutto è iniziato ad agosto del 2019 con uno prurito alle gambe. Non ci ho dato peso pensando che sarebbe andato via con il tempo, ma non è stato così. I mesi passavano e non faceva che peggiorare. A giugno 2020 si era sparso per tutto il corpo, non riuscivo a dormire più di un paio d’ore a notte, avevo la pelle piagata. Quando mi si é ingrossato un linfonodo sono il braccio ho capito che era qualcosa di più serio e questo ha portato finalmente ad una diagnosi e ad un piano di cure» ha raccontato la giovane. Il primo sintomo del linfoma di Hodgkin è infatti generalmente un ingrossamento dei linfonodi, soprattutto di quelli della regione cervicale cui possono associarsi altri sintomi più generici come febbre persistente, sudorazioni notturne, perdita di peso e prurito. Vale la pena ricordare, come sottolinea l’AIRC, che nella maggior parte dei casi, però, i linfonodi ingrossati non sono segno di tumore ma di infezione.
    Teresa, si è sottoposta a 6 cicli di chemioterapia presso l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano: «La chemio non mi ha fatto cadere i capelli del tutto , ma il 9 dicembre dopo l’ultimo trattamento ho deciso di rasarmi come segno di un nuovo inizio. Dopo mesi di ansie e paure la storia é finita, e posso raccontarla, perché da ieri, 12 gennaio 2021 sono ufficialmente guarita» ha raccontato. La chemioterapia rappresenta una delle principali opzioni terapeutiche per questo tipo di tumore. Fortunatamente, oggi la possibilità di guarigione è elevata (dell’80-85%), soprattutto nei più giovani, come Teresa, che, lo ricordiamo, ha da poco compiuto 22 anni.
    «Per un certo verso il cancro è una malattia molto solitaria, ma il supporto di chi ti sta vicino è fondamentale per superarla, io non ce l’avrei fatta senza di loro» ha ricordato ringraziando medici, infermieri, amici e famiglia. Ora può tornare a guardare con ottimismo al futuro: «La paura non é andata via, e ci vorrà del tempo perché possa fidarmi di nuovo del mio corpo, ma non vedo l’ora di ricominciare a vivere».

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:Instagram (profilo ufficiale di Teresa Cherubini), Airc© 2021 sanihelp.it. All rights reserved.

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    Olio essenziale di labdano, usi e proprietà

    Cure alternative
    di Stefania D’AmmiccoPubblicato il: 12-01-2021

    Come utilizzare questo rimedio per la cicatrizzazione, ma anche per ansia, agitazione e per aiutare il sistema immunitario
    © iStock

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    Sanihelp.it – Un olio essenziale ancora poco utilizzato ma dalle importanti proprietà.
    Si tratta dell’olio di labdano, spesso chiamato anche ladano o laudano, derivato dalla resina che viene creata dalle piante di Cisto.
    Sottoponendo la resina ad un preciso processo di estrazione, è possibile ottenere l’olio essenziale di labdano, molto aromatico, come accade per tutte le altre resine.
    Questo olio può essere usato come rimedio naturale, e qui sarà possibile vederne gli usi e le proprietà specifiche.Le proprietà dell’olio essenziale
    L’olio essenziale di labdano ha proprietà emostatiche, immunostimolanti, ma anche antivirali, rilassanti e antibatteriche.
    Ecco perché lo si potrà utilizzare con diversi scopi, a partire dalla riduzione dell’epitassi, cioè del sanguinamento dal naso.
    Inoltre, si potrà usare anche per contrastare l’ansia, l’agitazione e l’insonnia, per le smagliature, per contrastare le micosi della pelle e anche per vesciche, emorroidi e acne.
    Si potrà utilizzare l’olio esternamente applicandolo insieme ad un olio vegetale: una o due gocce in un cucchiaio di olio saranno sufficienti.
    Si potrà applicare la mistura sulla pelle per aiutare la cicatrizzazione, ma anche per purificarla e per favorire il rilassamento del corpo.
    Per stimolare il sistema immunitario si potrà assumere una goccia di olio essenziale (ma solo quello puro e utilizzabile ad uso interno) in un cucchiaino di miele.
    Infine, per tosse e raffreddore sarà possibile usarlo nei suffumigi: un paio di gocce saranno sufficienti.
    L’uso interno di questo olio, seppure sicuro nella maggior parte dei casi, dovrà sempre essere fatto sotto controllo medico.

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:Healthline© 2021 sanihelp.it. All rights reserved.

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    Tumori e malattie cardiache: vaccinazione prioritaria

    Tumori: prevenzione e terapie
    di Elisa BrambillaPubblicato il: 12-01-2021

    La Federazione di oncologi, cardiologi e ematologi (FOCE) chiede la vaccinazione prioritaria per tutelare i cittadini con tumori e malattie del cuore
    © iStock

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    Sanihelp.it – La FOCE (Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi), il Governo e Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), hanno redatto un documento in cui si chiede di garantire ai pazienti più fragili la continuità di cura in emergenza Covid. FOCE ha anche chiesto al Ministro della Salute, Roberto Speranza, e al Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, che venga assegnata priorità assoluta nella vaccinazione anti Covid ai pazienti con malattie oncologiche, cardiologiche e ematologiche, inserendoli nella stessa categoria degli operatori sanitari. 
    Il presidente FOCE, Francesco Cognetti, ritiene che le Regioni debbano adeguarsi ai cambiamenti imposti dalla pandemia, e spiega il contenuto del Documento di indirizzo e di raccomandazioni, in cui si chiede prima di tutto la separazione dei percorsi fra pazienti Covid e non Covid, la piena operatività delle attività di degenza ordinaria, day hospital e ambulatoriali delle strutture di oncologia medica, di chirurgia oncologica e la ripresa degli screening oncologici, a oggi purtroppo messi in disparte.«Inoltre – continua il prof. Cognetti – va ripensata la medicina del territorio, tramite nuove modalità assistenziali di integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali che possano, con personale dotato di specifiche competenze, svolgere funzioni oggi affidate solo agli ospedali, come le attività di screening oncologico, di follow up e riabilitazione dei pazienti oncologici, cardiologici ed ematologici, di assistenza domiciliare e cure palliative. Per questo è necessario sviluppare le cure intermedie. Va potenziato l’ampio impiego degli alberghi Covid per i positivi con sintomi lievi o in dimissione dai reparti. Il Documento chiede, inoltre, alle Regioni di attivare e diffondere l’uso della telemedicina in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale, con programmi strutturati, con norme specifiche che li regolino, anche a tutela dei medici coinvolti in queste attività. Alla base di tutte queste raccomandazioni, vi è la richiesta di sostenere con maggiori finanziamenti i nuovi servizi, incentivando programmi innovativi che potenzino le Reti oncologiche e cardiologiche esistenti e stimolino l’istituzione di quelle ancora non attivate». 

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    Francesca Schiavone testimonial per Ora pOSSO

    Tumori
    di Valeria GhittiPubblicato il: 12-01-2021

    La campionessa di tennis è ambasciatrice della campagna per sensibilizzare le donne colpite da tumore al seno sulla fragilità ossea indotta dalle terapie ormonali adiuvanti.
    © comunicato stampa

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    Sanihelp.it – È ripartita Ora pOSSO, la campagna di informazione dedicata alle pazienti con tumore al seno, per sensibilizzarle sul tema della fragilità ossea, conseguenza delle terapie ormonali adiuvanti indispensabili per la cura del tumore al seno, ma che le espone a un maggior rischio di fratture, se non affrontata nella maniera giusta. Due i messaggi-guida della campagna: è possibile ridurre fino al 50% il rischio di fratture da fragilità con terapie anti-riassorbitive mirate e lo sport è un importante fattore di prevenzione, per la salute delle ossa e per le recidive del tumore al seno.
    E ambasciatrice d’eccezione di questa terza edizione è Francesca Schiavone, prima italiana della storia a conquistare un torneo del Grande Slam nel 2010. Una campionessa nello sport, ma anche una donna che sa cosa significa affrontare un tumore: «Quando scopri di avere un tumore, si scatena una lotta dentro di te: da una parte hai la tentazione di lasciarti andare, dall’altra sai che l’unica possibilità è reagire. Lo sport mi ha insegnato a concentrarmi sulla soluzione anziché sul problema: da paziente, significa impegnarsi a individuare tutte le risorse a disposizione, per non subire la situazione e conservare una buona qualità di vita. Ecco perché sostengo Ora pOSSO e tutte le donne con tumore al seno per invitarle ad affrontare con determinazione i problemi che riguardano la loro salute, inclusa la fragilità ossea».
    Le pazienti in trattamento per un tumore al seno sono impegnate su più fronti: la neoplasia, gli effetti collaterali delle cure salvavita, i contraccolpi emotivi. Il dialogo è il primo passo per aiutare le donne a prendere coscienza di cosa significa la malattia, di come affrontarla ed anche di come sia possibile intervenire efficacemente sulla fragilità ossea, che si può prevenire e curare. La fragilità dello scheletro e l’innalzamento del rischio di fratture è causato da un iper-riassorbimento osseo causato dalla terapia ormonale adiuvante. Contro questo tipo di fragilità le corrette abitudini da sole purtroppo non bastano: serve anche una terapia farmacologia mirata.
    La campagna Ora pOSSO prevede iniziative studiate sulla base delle esigenze espresse dalle pazienti. La pagina Facebook @EuropaDonnaItalia ospita un programma per supportare le pazienti ad affrontare in modo pragmatico ed efficace il colloquio con l’oncologo. È disponibile un calendario mensile di dirette per approfondire con gli specialisti tematiche legate alla fragilità ossea e al suo impatto sulla qualità della vita. Viene dato spazio all’esercizio fisico, con il nuovo programma Training Ora pOSSO: un percorso di attività motoria con trainers specializzati nell’esercizio fisico specifico per le donne con tumore al seno e dedicato alla community Ora pOSSO. Tutti i nuovi contenuti saranno disponibili sul sito ufficiale della campagna ossafragili.it/oraposso.
    Fotografando i pugni chiusi che si uniscono, gesto simbolico dell’iniziativa e condividendo la foto sui social con l’hashtag #oraposso si può aderire simbolicamente alla campagna per affiancare le donne con tumore al seno che vivono il problema della fragilità ossea. 

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    Cevoli: la prevenzione non è questione di culo

    Tumori
    di Valeria GhittiPubblicato il: 05-01-2021

    Il comico è testimonial della campagna di sensibilizzazione nazionale promossa dalla Federazione Italiana Società Malattie Apparato Digerente (FISMAD) per la prevenzione del cancro colon-rettale.
    © FISMAD

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    Sanihelp.it – Prevenire il cancro colon-rettale si può: «Robuste evidenze scientifiche hanno dimostrato che lo screening per cancro colorettale riduce del 20% il numero di nuovi casi e la mortalità per questo tumore del 30%», spiega Elisabetta Buscarini, Presidente della FISMAD (Federazione Italiana Società Malattie Apparato Digerente) e Direttore UOC Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Ospedale Maggiore di Crema. Eppure in tutta Italia l’adesione allo screening rimane stabile e di poco superiore al 40%. E questo nonostante la prevenzione contro il cancro colon-rettale sia semplice, rapida, indolore e gratis per chi ha più di 50 anni, perché effettuata attraverso un semplice test che rileva la presenza di sangue occulto nelle feci.
    «La prevenzione non è questione di culo» è il claim forse un po’ dissacrante ma sicuramente di impatto scelto dalla FISMAD e affidato a un testimonial d’eccezione, il comico Paolo Cevoli, per la campagna di sensibilizzazione nazionale, per ricordare come non basta affidarsi alla sorte contro questo tumore e per fare chiarezza sulla modalità di screening del cancro colon-rettale, evidentemente ancora poco nota al pubblico.
    A partire dai 50 anni di età il Servizio Sanitario nazionale avvia gratuitamente il percorso dello screening organizzato: invia a casa ogni due anni una lettera di invito a eseguire il test del sangue occulto delle feci che non ha significato diagnostico, ma è un indizio per identificare la presenza di cancro colorettale e dei polipi intestinali, che si possono asportare per impedirne la possibile trasformazione in tumore maligno.
    Per aderire, basta recarsi in farmacia e ritirare l’apposito kit contenente una provetta per raccogliere un campione di feci, cosa che si può fare tranquillamente a casa, per poi riportare il kit con il campione in farmacia. L’analisi in laboratorio viene effettuata in pochi giorni e, solo nel caso in cui vengano rinvenute tracce di sangue nelle feci, sarà necessario un ulteriore accertamento, la colonscopia.

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:FISMAD© 2021 sanihelp.it. All rights reserved.

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    Tumori: poche infezioni da Covid 19 nei pazienti oncologici

    Tumori: prevenzione e terapie
    di Elisa BrambillaPubblicato il: 05-01-2021

    Una ricerca afferma che, tra i pazienti che sono sottoposti a trattamento antitumorale, pochi hanno contratto l’infezione virale
    © iStock

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    Sanihelp.it – La rivista Jama Oncology ha pubblicato i risultati di una ricerca condotta da Cipomo, il Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri, in 118 strutture italiane di Oncologia medica per capire in che misura i pazienti oncologici siano stati colpiti da Covid 19. 
    «I risultati sono rassicuranti», spiega il Cipomo «il tasso di infezione è rimasto al di sotto dell’1% anche nelle aree geografiche più pesantemente coinvolte dalla pandemia durante la prima fase dell’emergenza».
    Queste percentuali vanno tuttavia considerate con prudenza, in quanto non si è trattato di uno studio di screening e, di conseguenza, non c’è stato modo di identificare eventuali soggetti contagiati ma asintomatici e senza un contatto noto con un caso positivo.
    L’età media dei pazienti infettati dal coronavirus è stata di 68 anni (28-89) anni, la maggior parte erano sintomatici e ben il 77% ha avuto necessità di ricovero in ospedale. 
    Tra le persone affette da Covid 19 la maggior parte era affetta da tumore polmonare e la chemioterapia era il trattamento antitumorale più frequente.
    Carlo Aschele, coordinatore dello studio e primo autore della pubblicazione, afferma che è attualmente in corso di valutazione l’impatto dei diversi tipi di tumore e dei diversi tipi di trattamento sull’incidenza di infezione da Sars-CoV2, per valutare se un determinato tipo di tumore o di trattamento antitumorale si associano a un maggior rischio di infezione, o all’esito della infezione stessa. 
    «Per noi oncologi e per i nostri pazienti – commentano Aschele e Livio Blasi, presidente Cipomo e co-autore del lavoro – la bassa probabilità di infezione da Sars-CoV-2 che abbiamo osservato tra i soggetti trattati presso i Day hospital oncologici in Italia (minore dell’1%) supporta l’importanza di continuare la maggior parte dei trattamenti oncologici in quanto i benefici ottenibili sopravanzano il rischio di infezione, suggerendo di non posticipare routinariamente i trattamenti antitumorali anche durante le attuali fasi di persistente circolazione del virus».

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:Adnkronos Salute© 2021 sanihelp.it. All rights reserved.

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    Dermaplaning, per eliminare le imperfezioni senza bisturi

    Cure alternative
    di Stefania D’AmmiccoPubblicato il: 29-12-2020

    In che cosa consiste questa tecnica e a quali tipi di problemi della pelle si possa concretamente applicare
    © amazon

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    Sanihelp.it – 
    Ringiovanire con una tecnica non invasiva ma, sicuramente, ancora poco conosciuta.
    Si tratta del dermaplaning, un sistema di dermoabrasione grazie al quale è possibile esfoliare la pelle per farla rigenerare e, quindi, ridurre i segni del tempo e migliorare la grana restringendo i pori.
    Questo trattamento, che può essere praticato solo da un dermatologo, consiste nell’eliminazione, tramite una specie di scalpello chirurgico, di quello che è lo strato superiore della pelle.
    Il passaggio dello scalpello consente di rifinire la parte superficiale della pelle e di rimuovere le cellule morte.
    Molte persone non si sono ancora rivolte a questa tecnica, sicuramente innovativa e alternativa, per i dubbi in merito alla sua efficacia.
    In realtà, gli effetti che si possono ottenere mediante la sua esecuzione sono diversi, e tra questi rientrano i seguenti:
    Una pelle più luminosa
    Il dermaplaning è una sorta di esfoliazione profonda, che consente di rendere la pelle più luminosa, eliminando anche le differenze tra le diverse zone del viso.
    Riduzione dei pori e della grana della pelle
    Eliminando lo strato superficiale della pelle sarà possibile promuovere il rinnovamento cellulare con la conseguente riduzione dei pori e della grana della pelle.
    Questo consentirà di agire anche sulle forme di iper pigmentazione, e sulle piccole cicatrici, così come sulle piccole rughe.
    Riduzione dell’acne
    Consentendo alla pelle di respirare meglio, questa tecnica darebbe anche la possibilità di ridurre l’acne nel medio e lungo periodo, migliorando la risposta della pelle alla stimolazione da parte degli ormoni.
    Il dermaplaning è una tecnica sicura, ma in alcuni casi può essere consigliata. Sicuramente, dovrebbero evitarla coloro che soffrono di cheratosi, di rosacea e di acne cistica.
    Nel momento in cui ci si sarà sottoposti al trattamento si potrà sentire la pelle un po’ infiammata e questa apparirà sicuramente arrossata. Questi disturbi scompariranno in un massimo di due giorni.
    L’eliminazione dello strato superficiale della pelle eliminerà anche la normale peluria. Tuttavia, i dermatologi rassicurano soprattutto le donne in merito a questo dettaglio: la peluria non tenderà a ricrescere più nera e folta.
    Per mantenere i benefici del dermaplaning sarebbe consigliato eseguirlo, soprattutto le prime volte, una volta al mese, per poi diradare le sedute.

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:Dr Josh Axe© 2020 sanihelp.it. All rights reserved.

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    Aifa approva pembrolizumab per nuove indicazioni

    Tumori: prevenzione e terapie
    di Elisa BrambillaPubblicato il: 29-12-2020

    L’Agenzia Italiana del Farmaco dà l’ok per curare altre tre neoplasie
    © iStock

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    Sanihelp.it – È stata approvata da AIFA la rimborsabilità di pembrolizumab, un anticorpo monoclonale, per la terapia in fase avanzata di tre neoplasie: il tumore del polmone non a piccole cellule squamoso, del rene e di testa-collo.
    Giordano Beretta, Presidente Nazionale Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e Responsabile dell’Oncologia Medica all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo, spiega: «Almeno un paziente su quattro, pari a quasi un milione di persone in Italia è tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può considerarsi guarito. L’impatto delle terapie innovative come l’immuno-oncologia su questi risultati è significativo, soprattutto perché consentono benefici a lungo termine».Pembrolizumab è la prima immunoterapia rimborsata dall’Agenzia del Farmaco per il trattamento in prima linea del tumore del rene, in particolare in combinazione con axitinib (inibitore tirosin chinasico), nei pazienti con carcinoma a cellule renali metastatico non trattati in precedenza.Sergio Bracarda, Direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica e Traslazionale dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni, afferma che «in questa neoplasia la chemioterapia e la radioterapia si sono sempre dimostrate poco efficaci, al contrario della chirurgia, conservativa quando possibile. Oltre il 50% dei pazienti diagnosticati in fase precoce guarisce grazie all’intervento. Ma il 30% arriva alla diagnosi già in stadio avanzato e, in un terzo, la malattia può recidivare in forma metastatica dopo l’intervento chirurgico. Storicamente, i pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato presentano tassi di sopravvivenza a 5 anni inferiori al 10%. Nello studio di fase 3 KEYNOTE-426, la combinazione di pembrolizumab con axitinib ha migliorato in modo significativo la sopravvivenza globale».L’immunoterapia con pembrolizumab è risultata efficace anche nei tumori della testa e del collo (faringe, laringe e cavo orale), aumentando la sopravvivenza globale. Nel 2020 si stimano circa 9.900 nuove diagnosi nel nostro Paese.Nel tumore del polmone non a piccole cellule a istologia squamosa, AIFA ha approvato pembrolizumab in combinazione con chemioterapia (carboplatino e paclitaxel/nabpaclitaxel). Soddisfazione da parte di Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato MSD Italia, per il riconoscimento di innovatività che oggi, in oncologia, è riservato a pochissime opzioni di trattamento e solo a quelle molecole che si distinguono per la capacità di soddisfare, in maniera significativa, importanti bisogni terapeutici, primo fra tutti l’aumento della sopravvivenza. 

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:Pharmastar© 2020 sanihelp.it. All rights reserved.

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