Oggi è quel giorno, quello in cui l’umanità ha già finito tutte le risorse naturali a disposizione: da domani in poi, ogni nostra azione implicherà il sovrasfruttamento della Terra. Un giorno – l’Earth Overshoot Day – che arriva sempre prima dato che l’umanità continua ad esaurire e sfruttare tutto il budget ecologico annuale del Pianeta. Prima era in agosto, ora è il 24 luglio: mai, finora, era stato così anticipato. Il motivo è sempre il solito: consumiamo risorse naturali più velocemente di quanto la Terra sia in grado di rigenerare e attraverso le emissioni che alterano il clima, le varie forme di inquinamento, scarti e rifiuti, aggraviamo costantemente le condizioni del Pianeta.
In pratica l’attuale popolazione globale oggi consuma in media l’equivalente di 1,8 Pianeti Terra ogni anno, ritmo che supera dell’80% la capacità rigenerativa del Pianeta stesso. In Italia è come se consumassimo invece 2.9 Terre, mentre negli Stati Uniti addirittura 5. Per soddisfare completamente la richiesta di natura dei suoi abitanti l’Italia stessa avrebbe bisogno di circa 4,4 l’Italia, un valore decisamente alto se si pensa che sopra di noi ci sono pochi Paesi – come ad esempio Giappone (6,6) o Cina (4,7) – con tassi di richiesta così elevati. Per dire: la Francia avrebbe ne bisogno di “appena” 1,9, la Spagna di 2,3, quasi la metà rispetto a noi.
Quando si consuma tutto ciò di cui si necessita, si inizia ad andare a “credito”, andando così ad aggravare il debito ecologico. Il che è decisamente un aggravio pesante in un contesto già stravolto, sempre per colpa dell’uomo, dalla perdita di biodiversità, la crisi del clima, la deforestazione, la crisi dell’uomo e dall’addio a risorse fondamentali, come l’acqua e i ghiacciai.
Per invertire la rotta, ricorda il Wwf – che ha promosso sul tema la campagna Our Future – dovremmo dunque “tutti di imparare a vivere nei limiti di un solo Pianeta, oggi più che mai”. Ma siccome “è dalle nostre abitudini che derivano le crisi ambientali ed è solo attraverso i nostri comportamenti che potremo sanarle” se non riusciremo ad impostare un futuro che sia più sostenibile, il momento in cui esauriremo le nostre risorse continuerà ad arrivare sempre prima. Basti pensare che nel 1970 la data dell’Overshoot Day era a dicembre, a fine anno, adesso è intorno a metà anno, il 24 luglio appunto, perché anno dopo anno l’umanità ha consumato più risorse naturali di quante la Terra fosse in grado di rigenerare in quello stesso anno.
La buona notizia: possiamo ancora recuperare il debito ecologico
Se volessimo recuperare questo debito “significa che al Pianeta sarebbero necessari 22 anni di piena produttività ecologica. Un calcolo però solo teorico perché ad oggi non tutta la capacità rigenerativa è più intatta (abbiamo perso intere foreste, eroso i suoli, impoverito i mari…) e alcuni danni che abbiamo provocato sono ormai irreversibili (come le specie che si sono estinte o i ghiacciai sciolti).
Inoltre, la crisi climatica in corso aggrava ulteriormente la capacità del Pianeta di rigenerarsi” ricorda il Wwf. “Non solo stiamo vivendo a credito ogni anno, ma abbiamo anche accumulato un enorme debito nei confronti del sistema Terra. Ripagare questo debito – in termini ecologici – è quasi impossibile se continuiamo a ignorarne le conseguenze” spiega Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia precisando che “si tratta di una chiamata urgente all’azione per cambiare radicalmente il nostro modello di sviluppo, prima che il danno diventi definitivamente irreparabile”. Una chiamata a cui però possiamo ancora rispondere.
Cinque azioni per invertire la rotta
La soluzione per spostare la data dell’Overshoot Day infatti secondo il Wwf esiste e passa per cinque azioni in cinque settori chiave, oggi rilanciate anche con il tag #MoveTheDate: la transizione energetica con il passaggio alle fonti rinnovabili e l’addio al fossile; l’implementazione dell’economia circolare; la crescita di una alimentazione davvero sostenibile; l’ampliamento della mobilità green e infine l’attuazione di politiche globali che attuino accordi più stringenti per la tutela ambientale. “Se ad esempio riducessimo del 50% le emissioni di CO?, sposteremmo la data di ben 3 mesi (93 giorni)! Se diminuissimo del 50% il consumo globale di carne, guadagneremmo 17 giorni. Se fermassimo la deforestazione, recupereremmo 8 giorni” raccontano dall’associazione ambientalista. La buona notizia sta dunque nel fatto che siamo ancora in tempo, che abbiamo la possibilità entro il 2050 di tornare in equilibrio con le risorse planetarie, a patto di riuscire a spostare l’Overshoot Day di 5 giorni l’anno.
Perché avviene l’esaurimento delle risorse e quali sono i rischi
Da Ginevra in Svizzera, dove viene calcolato dal Global Footprint Network l’Overshoot Day con dati che si basano su piani nazionali e biocapacità dei Paesi, viene poi specificato che il superamento accade a causa del mix di più azioni. Ad esempio “perché le persone emettono più CO2 di quanta la biosfera possa assorbirne, perché consumano più acqua dolce di quanta ne venga reintegrata e abbattono più alberi di quanti ne possano ricrescere, o perché pescano più velocemente di quanto le riserve si ricostituiscano”.
Un superamento che ha impatti diretti su di noi: alimenta la stagnazione economica, l’insicurezza alimentare ed energetica ma che crisi sanitarie e conflitti. “L’Earth Overshoot Day – commenta il professor Paul Shrivastava della Pennsylvania State University e Co-Presidente del Club di Roma – ci ricorda che l’umanità sta consumando troppo, prendendo in prestito dal futuro. Se non si interviene, questo porterà al default, poiché l’ambiente sarà troppo impoverito per offrire tutto ciò di cui le persone hanno bisogno. Evitare il default finanziario ed ecologico dipende quindi dalla nostra capacità e volontà di ripagare il debito. La buona notizia è che evitare il default ecologico è possibile: ne abbiamo la capacità economica. Ora sviluppiamo la volontà politica, partendo dal comportamento dei singoli consumatori fino alle strategie economiche dei governi”.