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Mobilità urbana a misura di bambini: Parigi guida l’Europa, l’Italia resta indietro

Rendere le città sicure e accessibili per i più piccoli significa renderle migliori per tutti. È da questo presupposto che nasce la classifica stilata dalla Clean Cities Campaign, rete europea di oltre 60 organizzazioni impegnate nella promozione di una mobilità urbana sostenibile e a zero emissioni entro il 2030. La classifica 2025 fotografa lo stato di 36 grandi città europee attraverso tre indicatori fondamentali per la mobilità infantile: la presenza di strade scolastiche, il livello di ciclabilità protetta e l’estensione delle zone con limite di velocità fissato a 30 km/h. I dati raccolti tra dicembre 2024 e aprile 2025 delineano uno scenario in evoluzione, dove alcuni centri hanno accelerato con decisione verso un modello urbano più inclusivo.

L’Italia fuori dalla top 10 ma con segnali incoraggianti

Il primo dato è che nessuna città italiana rientra nella top 10 europea. La prima a comparire in classifica è Bologna, sedicesima, seguita da Milano (23esima) e Torino (24esima). Roma e Firenze si posizionano ancora più in basso, rispettivamente al 32esimo e 29esimo posto. Tuttavia, nei dettagli degli indicatori emergono dati più sfaccettati: Milano è per esempio seconda in Europa per numero di strade scolastiche in proporzione alle scuole primarie, seguita da Torino (quarta) e Bologna (11esima). Anche Roma (16esima) mostra segnali positivi in questo ambito mentre Firenze resta tra le poche città senza alcuna strada scolastica attiva.

Il quadro peggiora se si guarda alla moderazione della velocità: Bologna è l’unica città italiana ad aver introdotto in modo esteso la zona 30 (45,9% del proprio reticolo stradale) mentre Firenze (37%) segue a distanza. Milano, Torino e Roma si collocano tutte in fondo alla classifica con percentuali inferiori al 22%. Basti pensare che nella Capitale appena il 4% delle strade è soggetto al limite di 30 km/h.

Grave anche il ritardo nelle infrastrutture ciclabili protette: Roma è tra le ultime tre in Europa e anche città all’apparenza più “bike friendly” come Milano, Bologna, Firenze e Torino restano sotto la media. La ciclabilità sicura – fondamentale per consentire a bambini e genitori di spostarsi in autonomia – continua quindi a essere il punto debole delle città italiane.

Parigi al vertice grazie a visione politica e investimenti

Con un punteggio complessivo del 79%, Parigi si aggiudica il primo posto tra le città europee per mobilità a misura di bambino. La capitale francese si distingue per una rete estesa e in crescita di piste ciclabili protette, per aver imposto limiti di velocità generalizzati a 30 km/h sull’89% delle strade del suo territorio e per un massiccio piano di pedonalizzazione intorno alle scuole. Seguono senza troppe sorprese Amsterdam (63%) e Anversa (62%). Londra primeggia per numero assoluto di strade scolastiche (525), mentre Parigi e Helsinki eccellono nella densità delle ciclabili protette, presenti su quasi la metà del reticolo stradale.

Tra le new entry virtuose spiccano Bruxelles e Lione, città che in meno di un decennio hanno trasformato radicalmente il proprio modello di mobilità. Tuttavia, il rapporto evidenzia che nessuna città ha raggiunto un livello di eccellenza totale – nessuna ha ottenuto la valutazione massima (A) – e che i risultati più solidi si registrano là dove esistono leadership politica, investimenti costanti e partecipazione civica. Dopo Helsinki al sesto posto, la top ten è chiusa da Barcellona al settimo, Bristol all’ottavo, Oslo al non e Gand al decimo.

Le conseguenze dell’inazione: tra incidenti e inquinamento

Secondo i dati raccolti, ogni giorno nell’Unione Europea un bambino muore in incidenti stradali e almeno diciotto rimangono gravemente feriti. Oltre 6mila sono stati uccisi nell’ultimo decennio sulle strade del Vecchio continente. L’esposizione ai gas inquinanti (nel complesso sono 1.200 i decessi prematuri ogni anno fra gli under 18 direttamente collegabili all’inquinamento) e al rumore stradale ha poi effetti ormai documentati sullo sviluppo cognitivo e respiratorio dei più piccoli. L’inattività crescente – dovuta anche alla pericolosità delle strade – ha favorito una riduzione della mobilità autonoma infantile e un aumento di malattie croniche e dell’allarmante obesità infantile. In questo contesto, la presenza di strade scolastiche e infrastrutture sicure non è un’opzione, ma una necessità sanitaria e sociale.

Il ruolo delle famiglie e delle comunità locali

Un dato interessante emerso dal rapporto di Clean Cities Campaign è che i risultati migliori in termini di strade scolastiche si registrano dove esiste una forte mobilitazione dal basso. In Italia città come Milano, Roma e Torino hanno beneficiato dell’attivismo di gruppi di genitori e associazioni ambientaliste. La campagna Streets for Kids, promossa da Clean Cities, ha per esempio rilanciato proprio questo mese una nuova mobilitazione europea con oltre 500 eventi in 18 paesi – più di 100 solo in Italia – tra feste di strada, biciclettate e giochi collettivi davanti alle scuole.

A Milano, grazie al programma Piazze Aperte, sono state realizzate 14 nuove aree pedonali entro il 2024, con altri cinque interventi in arrivo. Roma ha appena inaugurato tre nuove strade scolastiche pedonali e il sindaco Roberto Gualtieri ha promesso di portare a termine le 34 già progettate. Resta ora da capire se queste promesse si tradurranno in azioni concrete e soprattutto permanenti.

Clean Cities Campaign: mobilità zero emissioni entro il 2030

Il ranking 2025 rientra nell’ambito delle attività della Clean Cities Campaign, la più grande rete europea dedicata alla transizione verso una mobilità urbana attiva, condivisa ed elettrica. La coalizione promuove l’eliminazione graduale dei veicoli a combustione interna e il ripensamento delle città come spazi a misura di persona. La campagna Streets for Kids ne è una delle espressioni più concrete, perché parte dai più piccoli per chiedere trasformazioni che migliorano la qualità della vita urbana per tutti.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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