In provincia di Firenze le classi delle scuole statali si svuotano quando entra il prof di Religione. Due studenti su tre si dedicano per un’ora a settimana alle cosiddette Attività alternative o escono prima da scuola. A Bologna e dintorni le classi delle superiori si dimezzano. Dopo un anno di pausa, tornano ad aumentare gli studenti che non si avvalgono della Religione cattolica a scuola. Proprio mentre il ministero dell’Istruzione e del merito, dopo vent’anni dal primo e unico, bandisce il secondo concorso per docenti di religione cattolica.
I numeri: un ragazzo su quattro esce dall’aula
Nell’anno scolastico appena archiviato, il 2023/2024, il 23% degli studenti di liceo, istituto tecnico e professionale hanno detto no all’ora di religione. Quando il prof si apprestava ad entrare in classe, quasi una ragazza o un ragazzo su quattro usciva dall’aula per fare altro: studio autonomo per preparare le lezioni delle ore successive o ha partecipato a una attività alternativa proposta dai docenti, dalla lettura critica dei quotidiani al gioco degli scacchi. E se l’ora di religione veniva piazzata in avvio delle lezioni o alla fine, lo studente poteva entrare a scuola un’ora dopo o uscire prima. Il record assoluto spetta agli studenti di Firenze e provincia col 61% di defezioni. Nel bolognese si tocca il 53%. Nel 2022/2023, la quota di studenti che non si sono avvalsi dell’insegnamento si fermò al 22%. In termini assoluti, si tratta di 20mila studenti in più nel volgere di dodici mesi. Al liceo, la quota tocca il 19%. È nei tecnici e nei professionali che le defezioni toccano quote maggiori: il 26% nei primi e il 29% nei secondi. Il primato tra gli indirizzi scolastici è delle ragazze e dei ragazzi che frequentano gli istituti professionali di Trieste, dove coloro che escono dalle aule in vista della religione arriva al 70%. In parte, il fenomeno è condizionato dalla presenza di studenti stranieri che professano un’altra religione. Ma la volontà dei giovani italiani di non seguire l’ora di religione è chiara, giacché la quota di studenti stranieri delle superiori nell’anno in questione si fermava all’8,7%. Anche nel primo ciclo si assiste a un fenomeno simile: il 14% di bambini, di scuola primaria e dell’infanzia, e di ragazzini dribbla l’ora di religione. Un punto esatto in più dell’anno 2022/2023. In termini assoluti, quasi 30mila in più.
Il concorso per prof di Religione
Dopo una lunghissima gestazione, il governo Meloni ha bandito due diversi selezioni per i docenti di religione: uno riservato e un altro ordinario. Il primo sarà una formalità per coloro che hanno già effettuato almeno 36 mesi di servizio, anche non continuativi: una sola prova orale e nessun punteggio minimo cui arrivare. In palio 4mila e 500 cattedre. Ovviamente occorre essere in possesso dell’idoneità allo svolgimento dell’incarico rilasciato dall’ordinario diocesano. Il secondo concorso prevede la copertura di 1.928 posti suddivisi a livello regionale tra i diversi gradi e ordini di scuola. In questo secondo caso, gli aspiranti in possesso di tutti i requisiti previsti dal bando dovranno superare una prova scritta computer-based di 50 quesiti a risposta multipla in cento minuti, una prova orale e sperare di piazzarsi all’interno dei posti messi in palio.
I costi della Religione cattolica a scuola
Non sono pochi coloro che ritengono inutile l’insegnamento della religione cattolica, seppure religione di stato. E auspicano che venga abolita e le risorse destinate ad altri fini. Ma quanto costa la religione cattolica, comprese le attività alternative che gli istituti devono assicurare agli alunni che non si avvalgono della materia? Per saperlo basta consultare il sito della Ragioneria generale dello stato che fornisce tutti i dati richiesti. Nel 2024, nel bilancio del ministero dell’Istruzione sono stati previsti 859 milioni di euro, oltre 110 milioni in più rispetto all’anno precedente quando si spesero 747 milioni.
Fonte: http://www.repubblica.it/rss/scuola_e_universita/rss2.0.xml