Molte specie di uccelli stanno andando incontro a un forte declino, e, secondo alcuni studi, in Nord America in particolare circa un quarto delle specie nidificanti sarebbe scomparso dal 1970 a oggi. Per poter rispondere all’emergenza e progettare interventi di conservazione efficaci, spiegano gli esperti, è fondamentale capire quali aree nello specifico sono soggette a un declino più marcato. Proprio con questo obiettivo, un gruppo di ricercatori e ricercatrici coordinato da Alison Johnston, del Cornell Lab of Ornithology (Stati Uniti), ha utilizzato un’ampia quantità di dati raccolti dal 2007 al 2021 per valutare le variazioni nelle popolazioni di 495 specie di uccelli che nidificano in Nord e Centro America e nei Caraibi. Dai risultati, pubblicati su Science, è emerso che gli uccelli stanno scomparendo più velocemente proprio dalle zone in cui sono più abbondanti.
Biodiversità
La conservazione della natura voluta dalla Ue non compromette le attività economiche
28 Aprile 2025
I dati, la ricerca, l’analisi
Gli autori dello studio hanno utilizzato i dati contenuti in ben 36 milioni di checklist pubblicate su eBird, una piattaforma online che raccoglie le osservazioni di volontari appassionati di bird watching. Ogni checklist, spiegano i ricercatori, è in sostanza un elenco di tutti gli uccelli identificati da un volontario in un certo luogo e in un preciso momento. Il team ha poi utilizzato un algoritmo di machine learning per distinguere le effettive variazioni nelle popolazioni degli uccelli dai possibili cambiamenti nel modo in cui sono state effettuate le osservazioni nel corso degli anni. I vari volontari potrebbero infatti aver cambiato il sito dal quale effettuano le osservazioni, o altri parametri che potrebbero aver modificato l’efficienza della loro ricerca.
Biodiversità
A tu per tu con una colonia di salpe, le foto nel mare di Portofino
01 Maggio 2025
L’affidabilità delle stime ottenute dall’analisi di questa grande quantità di dati è stata poi ulteriormente valutata attraverso specifiche simulazioni per ogni specie presa in esame. In questo modo, si legge nella pubblicazione, il gruppo di ricerca è riuscito a quantificare le variazioni in termini di popolazione per la maggior parte delle specie di uccelli nordamericani con una risoluzione spaziale di 27 chilometri.
Il caso del picchio di Williamson
È emerso che circa il 75% delle specie prese in esame è in declino, e nell’83% dei casi questo riguarda le aree in cui le specie sono più abbondanti. Un esempio è il picchio di Williamson (Sphyrapicus thyroideus), già considerato vulnerabile e la cui presenza sta diminuendo anche nelle aree in cui storicamente si riscontrava un elevato numero di esemplari. In generale, il declino sarebbe particolarmente pronunciato per gli uccelli che si riproducono nelle praterie e nelle zone aride.
Ecosistemi a rischio
In Islanda tra le comunità che combattono i “salmoni zombie”
29 Aprile 2025
Nonostante il trend sia generalmente negativo, dallo studio sono emerse anche alcune aree caratterizzate da una certa stabilità nelle popolazioni di uccelli. Per esempio la catena montuosa degli Appalachi, situata nella parte orientale del Nord America, o altre montagne situate nell’area più occidentale, che potrebbero in qualche modo offrire rifugio alle specie che le abitano. In generale, concludono gli autori, oltre a mostrare il contributo che i progetti di citizen science possono dare alla ricerca, i risultati dello studio forniscono utili spunti per quanto riguarda la pianificazione degli interventi di conservazione, specialmente per la grande quantità di dati presa in esame e per l’elevato livello di dettaglio raggiunto in termini di risoluzione spaziale.