Il divario tra domanda e offerta di professionisti con competenze green si sta ampliando rapidamente a livello globale. Entro il 2030 quasi un posto di lavoro su cinque legato alla sostenibilità rischia di rimanere vacante per mancanza di candidati qualificati. La crescita media annua dal 2020 è del 2,55% mentre rispetto all’anno scorso si è registrato un salto del 4,63%. Tuttavia – spiega il 2024 Global Climate Talent Stocktake di Linkedin – solo il 17% dei professionisti in Italia possiede un titolo professionale o competenze legate alla sostenibilità. Se l’attuale trend persiste, entro il 2050 il numero di posti di lavoro che richiederanno competenze green sarà il doppio rispetto alle persone disponibili a occuparli. Tra il 2023 e il 2024 la domanda globale di talenti green è d’altronde cresciuta il doppio più rapidamente rispetto all’offerta, registrando un incremento dell’11,6% contro il 5,6% dell’offerta. Chi possiede competenze o titoli green gode non a caso di un tasso di assunzione superiore del 54,6% rispetto alla media della forza lavoro globale.
Italia, tra opportunità e calo della domanda
In Italia la situazione presenta caratteristiche particolari. Nel 2023 il 7,3% delle offerte di lavoro pubblicate su LinkedIn riguardava posizioni green o ruoli che richiedevano competenze legate alla sostenibilità, salendo al 7,7% nel 2024. Nonostante la domanda globale sia in crescita nel nostro paese è invece calata del 12,6% nel biennio 2023-2024, mentre l’offerta è aumentata del 4,6%. Nel 2024 l’8,27% delle offerte di lavoro su LinkedIn in Italia riguarda professioni green, una quota superiore al 7,5% registrato a livello globale. Inoltre il tasso di assunzione per i talenti green in Italia è più alto del 71,4% rispetto al tasso nazionale complessivo, vicino all’incremento globale del 79,5%.
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17 Marzo 2025
I settori dove cresce la domanda di talenti green
La domanda di talenti green a livello globale si concentra soprattutto nei settori delle costruzioni, dell’agricoltura, allevamento e attività forestale, dei servizi di pubblica utilità e dell’oil & gas e minerario, pur con variazioni specifiche da Paese a Paese. In Italia la distribuzione della domanda nei principali settori green vede le costruzioni al 23,4% (contro il 20,6% globale) poi agricoltura, allevamento e attività forestale al 20,7% (18,4% globale), a seguire i servizi di pubblica utilità al 20,6% (23,9% globale) e infine oil & gas e minerario al 19,7% (19,6% globale). Tuttavia, questi comparti hanno registrato tutti una diminuzione nella domanda dal 2023 al 2024. In netta controtendenza cresce invece la domanda di talenti green in settori come l’istruzione (+350,3%), tecnologia, informazione e media (+88,2%) e strutture ricettive (+44,9%). Anche nel mercato del lavoro globale, i tassi di assunzione per figure green sono molto più alti rispetto alla media, segno di una forte domanda trasversale.
L’offerta di competenze green in Italia
Dal lato dell’offerta, la distribuzione dei talenti verdi in Italia segue in parte la domanda: costruzioni 25,4% (25,8% globale), agricoltura, allevamento e attività forestale 28,9% (26,9% globale), servizi di pubblica utilità 27,3% (28% globale), oil & gas e minerario 24,1% (23,9% globale). Anche i servizi ai consumatori, pur con una domanda limitata (5,4%), hanno una quota significativa nell’offerta green (24,2%), in linea con la tendenza globale dove si registra il 20% di offerta contro solo l’8% di domanda. Come si vede, il mercato del lavoro in questo ambito deve ancora raggiungere un qualche equilibrio. Nel periodo 2023-2024 questi comparti hanno visto un leggero aumento dell’offerta, eccetto l’agricoltura, allevamento e attività forestale, rimasto stabile. I settori “strutture ricettive” e “trasporti, logistica, supply chain e stoccaggio” hanno mostrato l’aumento più marcato dell’offerta, pur modesto, poco sopra l’8%.
I settori e le professioni in maggior crescita
Tra i comparti con il maggiore incremento del tasso annuale di assunzioni in Italia nel 2024 spiccano le strutture ricettive e ristorazione (+13,7%), il commercio al dettaglio (+7,9%) e trasporti, logistica, supply chain e stoccaggio (+9,3%). A livello di singole professioni, quella di geologo ha registrato la crescita più rapida nelle offerte di lavoro in Italia, con un incremento del 132,4% rispetto all’anno precedente, seguita dal safety advisor, cresciuto del 60,7%. Fra i titoli professionali green in più rapida crescita in Italia figurano quello di sustainability specialist (+19,70%), sustainability consultant (+11,40%) e sustainability manager (+9,62%).
Le competenze green più richieste
Le competenze green più richieste a livello globale comprendono proprio tutto ciò che ruota intorno al sustainability management, cioè la conoscenza delle politiche ambientali, le tecnologie per l’energia rinnovabile e l’efficienza energetica. In Italia, invece, le skill più richieste sono lo sviluppo e la gestione di sistemi di gestione ambientale, la gestione sostenibile delle risorse naturali, la bioedilizia e l’economia circolare, che punta a riutilizzo, riciclo e riduzione dei rifiuti nei processi produttivi.
La finanza sostenibile sta emergendo come settore trainante, rappresentando una delle categorie di competenze in più rapida crescita (+9,9% a livello globale). In Italia, il sustainability procurement ha registrato la maggiore crescita annua nelle competenze aggiunte su LinkedIn (+60,3%) seguita proprio dalla finanza sostenibile (+29%). Anche l’environmental auditing (+38,9%), il sustainability development (+36,6%) ed l’energy management (+18,7%) stanno crescendo rapidamente nel panorama delle skill green. Interessante è il dato sulla diffusione delle competenze (skills diffusion index – SDI) in Italia: le green skill hanno un SDI di 1,75, quelle sulle energie rinnovabili 1,22 mentre l’AI svetta con un SDI di 16,13, segnalando come l’integrazione tra sostenibilità e intelligenza artificiale stia vivendo un’espansione esponenziale.
Il ruolo dello skill-first hiring per il futuro green
Un approccio “skill-first” alle assunzioni potrebbe far crescere di 3,5 volte i bacini di talenti disponibili per i lavori green a livello globale. Tanto per avere quadro il chiaro, conviene precisare che i lavori definiti “green” sono quelli che non possono essere svolti senza una conoscenza approfondita delle competenze ambientali e di sostenibilità e costituiscono le professioni a più alta intensità di competenze green all’interno del “genome” delle competenze professionali. A questi si contrappongono i lavori definiti “greening”, che possono essere svolti senza competenze green specialistiche ma che sempre più integrano conoscenze di sostenibilità nei propri processi.
La capacità dei Paesi di ampliare il parco di talenti green è strettamente connessa alla possibilità e alla potenzialità di raggiungere gli obiettivi climatici e di innovare nei campi delle energie rinnovabili, della conservazione ambientale e delle pratiche sostenibili. I paesi che riescono ad aumentare significativamente la disponibilità di queste risorse possono accelerare la propria transizione verso sistemi più sostenibili mentre quelli con aumenti più contenuti dovranno investire maggiormente in infrastrutture e percorsi di formazione per colmare il divario. La sfida delle competenze green non è infatti più una prospettiva lontana ma un’urgenza concreta. Mentre (quasi tutto) il mondo intero spinge per la transizione verso modelli economici più sostenibili, il gap tra domanda e offerta di professionisti qualificati rischia di rallentare i progressi. In Italia, nonostante alcuni segnali positivi sul fronte dell’offerta e delle nuove professioni emergenti, la flessione nella domanda in settori tradizionalmente green è un campanello d’allarme. Investire nella formazione, nel reskilling e in approcci “skill-first” sarà determinante per garantire che il lavoro del futuro sia davvero verde e sostenibile.