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Case green, verso la rimodulazione degli incentivi con la direttiva Ue

Pronte le linee Guida della Ue per l’attuazione della Direttiva Case Green. A partire da settembre entrerà nel vivo la definizione del Piano Nazionale di Ristrutturazione degli Edifici (NBRP) con la prima bozza da presentare entro il 31 dicembre 2025 e il recepimento definitivo della Direttiva previsto per il 14 maggio 2026. Prevista una rimodulazione degli incentivi in funzione del risultato di risparmio energetico da raggiungere a fine lavori, privilegiando le ristrutturazioni profonde rispetto agli interventi di base. Fino a fine anno, comunque sarà possibile approfittare ancora della detrazione del 50% per gli interventi di risparmio energetico sulla prima casa.

I nuovi vincoli

In base a quanto previsto dalla Direttiva Case Green, ogni Stato membro deve garantire una riduzione del consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. L’obiettivo più stringente riguarda il 43% degli edifici residenziali con le prestazioni peggiori, che dovranno contribuire ad almeno il 55% della riduzione complessiva dei consumi energetici. In termini pratici, questo significa che circa 5 milioni di immobili italiani – quelli attualmente in classe F e G – saranno interessati da interventi di ristrutturazione nella prima fase di attuazione. Per i nuovi edifici, le regole sono ancora più stringenti. Dal 1° gennaio 2030, tutti gli immobili di nuova costruzione dovranno garantire emissioni zero, mentre per gli edifici pubblici il termine è anticipato al 2028. Obbligatoria anche l’installazione delle colonnine di ricarica per veicoli elettrici.

Obbligarlo il passaporto di ristrutturazione

Per l’attuazione della Direttiva la prima scadenza cruciale è il 31 dicembre 2025, quando l’Italia dovrà presentare la bozza del Piano Nazionale di Ristrutturazione. La Commissione Europea avrà poi sei mesi per esaminarlo e fornire raccomandazioni specifiche, prima della versione definitiva attesa per il 31 dicembre 2026. Gli interventi dovranno essere integrati in un approccio sistemico che consideri l’edificio nel suo complesso, ottimizzando l’efficienza energetica attraverso soluzioni coordinate. Per garantire la qualità saranno istituiti sportelli unici territoriali che offriranno assistenza tecnica specializzata ai proprietari. Questi centri, distribuiti strategicamente sul territorio nazionale con uno sportello ogni 80.000 abitanti, forniranno supporto sia per la progettazione che per l’accesso agli incentivi disponibili. Una novità significativa in questo ambito riguarda i passaporti di ristrutturazione, documenti digitali che delineano un percorso personalizzato di interventi per ogni immobile. Questi strumenti diventeranno obbligatori per compravendite, affitti e monitoraggi, fornendo una roadmap chiara per raggiungere la neutralità energetica nel tempo.

Verso incentivi e strumenti di supporto differenziati

Il Piano Nazionale di Ristrutturazione dovrà prevedere regimi di sostegno per facilitare l’accesso a sovvenzioni e finanziamenti, con particolare attenzione alle famiglie vulnerabili. Previsti premi più alti per le cosiddette “ristrutturazioni profonde”, ossia gli interventi che comportano miglioramenti significativi delle prestazioni energetiche degli edifici con una serie di misure coordinate. Per i privati la spesa stimata per l’adeguamento degli immobili oscilla tra 20-30.000 euro per interventi di base fino a 50-60.000 euro per ristrutturazioni profonde. La Direttiva Case Green esclude comunque dagli obblighi di adeguamento gli edifici residenziali utilizzati meno di quattro mesi all’anno o con un consumo energetico previsto inferiore al 25% di quello annuale, in pratica, le seconde case con utilizzo limitato.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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