Quando le temperature diventano più miti e i primi raggi di sole fanno capolino, cosa c’è di meglio di una grigliata in compagnia? Che sia in giardino, nel cortile, sulla terrazza, è sempre un’occasione per fare festa in famiglia o con gli amici, celebrando l’arrivo della bella stagione. Certo la spensieratezza potrebbe essere un po’ minore se si pensa alla sostenibilità.
Uno studio pubblicato nel 2025 su Applied Sciences e realizzato dai ricercatori del Politecnico di Varsavia, in Polonia, indica, infatti, che la cottura alla griglia contribuisce non poco all’aumento dei livelli di PM1, ovvero le particelle inquinanti di dimensioni inferiori a 1 micron (un millesimo di millimetro), che hanno un’elevata capacità di penetrare nell’apparato respiratorio, causando irritazioni, asma, riduzione della funzionalità polmonare. Non stiamo suggerendo, ovviamente, di mettere al bando questi piacevoli momenti conviviali, ma semmai di organizzarli e gestirli con maggiore consapevolezza. Nel rispetto dell’ambiente e anche della nostra salute.
Il tipo di carbone fa la differenza
Importante è anzitutto la scelta del dispositivo di cottura. Dal punto di vista delle emissioni, i barbecue a carbone sono in generale quelli che rilasciano più inquinanti. Anche se il tipo di carbone impiegato può fare la differenza: da un lato c’è il carbone vegetale in pezzi di legno tostato, dall’altro le bricchette auto infiammabili imbevute di sostanze chimiche. Secondo gli esperti, il carbone vegetale, commercializzato come un prodotto più naturale, potrebbe effettivamente limitare le emissioni atmosferiche. Inoltre, avrebbe anche il potenziale per diventare carbon neutral, perché realizzato a partire dal legno, che potrebbe essere recuperato in modo sostenibile. Nella realtà, però, ciò avviene di rado. Le bricchette sono, al contrario, generalmente prodotte con scarti e rifiuti del legno, il che potrebbe evitare l’abbattimento degli alberi.
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Tanti additivi nocivi
In entrambi i casi, come riporta The Atlantic, la questione si riduce a come viene reperito e prodotto il carbone. Difficile, comunque, che quest’ultimo sia puro. Uno studio del 2020 ha rivelato che molti carboni, sia in pezzi sia in bricchette, contengono vari additivi, tra cui metallo, plastica, resina, biomassa. E maggiore è la quantità di contaminanti presenti, peggiori saranno le emissioni derivanti dalla combustione. Per limitare tale contaminazione, l’Europa sta imponendo alcuni standard che i produttori devono rispettare, insieme a un test di conformità.
Dal gas naturale al grill elettrico
Oltre ai barbecue a carbone, ci sono quelli a propano e a gas naturale. Sebbene emettano minore inquinamento rispetto alla carbonella, bruciano comunque combustibili fossili, una fonte di energia non rinnovabile. Se si sceglie questo dispositivo per grigliare, il propano è solitamente preferibile al gas naturale, perché è più efficiente e brucia più velocemente e a temperature più elevate, consumando, quindi, meno combustibile. In generale, l’opzione più ecologica in fatto di barbecue sarebbe un grill elettrico collegato a una rete di energia rinnovabile.
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Meglio evitare la carne
Tuttavia, se la selezione del dispositivo non può essere lasciata al caso, lo stesso vale per il cibo da grigliare: di solito carne, spesso rossa. Una pessima scelta, che non fa bene né al nostro organismo, né agli animali, né all’ambiente: basti pensare che le mucche allevate per la produzione di bistecche e costine provocano il 14,5% delle emissioni globali di gas serra ogni anno. Per fortuna, le alternative non mancano. Si possono, per esempio, provare il tofu, le verdure di stagione, gli hamburger a base vegetale. Piatti gustosi, salutari e soprattutto etici. E per chi proprio non volesse rinunciare alle proteine animali, ecco un compromesso: rosolare pollame o maiale che, se non altro, generano minori emissioni rispetto ai bovini.
I consumatori possono ridurre l’impatto dell’85%
Attenzione anche allo spreco alimentare, che ha un impatto sull’ambiente non trascurabile. Per ridurre lo sperpero è importante acquistare le quantità necessarie, conservare correttamente i prodotti, riutilizzare eventuali avanzi per i pasti futuri. Inoltre, è bene ricordare che sia un ridotto ciclo di vita del barbecue sia procedure di smaltimento non idonee possono aumentare gli effetti negativi di una singola grigliata. Secondo uno studio pubblicato nel 2024 su Sustainability e condotto dai ricercatori dell’Università di Stoccarda, in Germania, i comportamenti dei consumatori possono avere un’influenza significativa sulla sostenibilità: in particolare, la combinazione di tutte le pratiche virtuose è in grado di ridurre l’impatto ecologico del barbecue fino all’85%.