“Par condicio nei dibattiti”, la circolare di Valditara alle scuole. Il Pd: “Non sono luoghi da sorvegliare”
Par condicio e libertà di opinione. Sono le parole chiave di una circolare emanata dal ministero dell’Istruzione su “manifestazioni ed eventi pubblici all’interno delle istituzioni scolastiche”. L’obiettivo, dichiara, è regolare la presenza di ospiti ed esperti nei casi in cui le tematiche trattate abbiano “ampia rilevanza politica o sociale”. Ma il Pd protesta: “Passaggi ambigui e suscettibili di interpretazioni: potrebbero incidere sull’autonomia scolastica e sul pluralismo educativo”.
La circolare: “Ospiti autorevoli e dialogo costruttivo”
Emanata recentemente, la circolare evidenzia l’importanza “che l’organizzazione e lo svolgimento nelle istituzioni scolastiche di manifestazioni ed eventi pubblici aventi ad oggetto tematiche di ampia rilevanza politica o sociale, siano caratterizzati dalla presenza di ospiti ed esperti di specifica competenza ed autorevolezza”. Si sottolinea il fatto che “le istituzioni scolastiche, nell’ambito della loro autonomia, debbano operare in modo da assicurare il pieno rispetto dei principi del pluralismo e della libertà di opinione e garantire, in ogni caso, il dialogo costruttivo e la formazione del pensiero critico”.
Il Pd: “La scuola non è un luogo da sorvegliare”
Parole che hanno messo in allarme le parlamentari dem Irene Manzi e Simona Malpezzi, che annunciano una interrogazione parlamentare al ministro Valditara, “per conoscere le motivazioni che hanno portato alla diffusione” della nota ministeriale. Nonostante richiami formalmente i principi dell’educazione civica e della libertà di opinione, la circolare contiene infatti secondo le due parlamentari “passaggi ambigui e suscettibili di interpretazioni che potrebbero incidere sull’autonomia scolastica e sul pluralismo educativo”. La scuola, osservano le dem, “non è un luogo da sorvegliare, ma un luogo dove liberare le idee: perché solo dove si discute liberamente, si educa davvero alla cittadinanza”.
“Prendo atto che per il Pd invitare nei percorsi di istruzione al costante rispetto del pluralismo, alla formazione di un pensiero critico, al libero dibattito, per favorire nello studente lo sviluppo di una propria autonoma e non condizionata opinione, sarebbe in contrasto con l’autonomia scolastica”, è la replica di Valditara. “Parole inquietanti che lasciano trasparire l’intenzione di voler confondere l’autonomia scolastica con pratiche di indottrinamento – aggiunge il ministro –. La scuola costituzionale non si merita questa preoccupante confusione”
Le novità alla Maturità
Niente più mappe concettuali che cercano di tenere insieme tutte le materie dall’italiano alla matematica, dalla filosfia all’arte: le discipline da portare all’orale del prossimo esame di Stato saranno quattro in tutto, scelte in base all’indirizzo di studi. Così cambia la maturità secondo le nuove regole già annunciate dal ministero dell’Istruzione, che prevedono anche l’obbligatorietà dell’orale. “Ma bisognerà studiare anche le altre materie”, si premura di ribadire il ministro Giuseppe Valditara a Skuola.net.
Le quattro materie: “Si sapranno a gennaio”
I collegamenti interdisciplinari restano, quindi, ma l’orale non è più un giudizio su tutte le materie dell’ultimo anno, ma su quelle che “sono utili per migliorare la valutazione – spiega il ministro –. Ad esempio, saper collegare una domanda di greco con un argomento trattato in storia o filosofia”.
Per sapere di quali materie si tratta, però, bisognerà aspettare fino a fine gennaio. Solo allora gli studenti sapranno cosa aspettarsi, senza sorprese: anche i commissari abilitati in più di una materia dovranno limitarsi a fare domande sulle discipline scelte dal ministero. Addio definitivo, quindi, a quei documenti “a sorpresa” selezionati dai professori con cui i maturandi dovevano misurarsi per dare il via all’esame. “Ti costringevano a fare collegamenti interdisciplinari spesso astrusi” o “improbabili”, è quanto sostiene il ministro: “Oggi invece abbiamo fatto chiarezza”. Poi, però, arriva la precisazione: “Ovviamente è un segno di maturità lo studiare anche le materie che non sono state scelte”.
Stop al rifiuto dell’orale
L’altra novità è l’obbligo per gli studenti di sostenere l’esame orale, pena la bocciatura. Lo scorso anno diversi maturandi si erano rifiutati di presentarsi davanti alla commissione in segno di protesta, contando sulla promozione assicurata dai voti ottenuti allo scritto. “La scuola ti deve abituare ad affrontare i problemi, non ad aggirarli, a saper affrontare le valutazioni, non a rifiutarle, a saper affrontare le frustrazioni risolvendole”, ha dichiarato Valditara. “Questa è la vera grande sfida. E allora per questo ho voluto dare una risposta netta a quei ragazzi che la scorsa estate hanno contestato l’esame di maturità rifiutandosi di prendere parte alla prova orale: Attenzione perché questo non sarà più possibile. Rifiuti l’orale? Non è un problema, ripeti l’anno” avverte. LEGGI TUTTO


