31 Ottobre 2025

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    E se le città fossero riprogettate per le persone e per il Pianeta?

    Courbevoie, Francia, è un fiorente centro d’affari a ovest di Parigi. È anche in prima linea negli sforzi per ridurre lo spreco alimentare, riunendo supermercati locali, ristoranti e rivenditori. Invece di lasciare che gli avanzi vadano sprecati, la città li reindirizza ad associazioni di beneficenza e versochi ne ha bisogno. Inoltre, le scuole educano i bambini al valore del cibo e sperimentano il riciclo, invece di limitarsi a smaltire i rifiuti alimentari.

    Come membro della Green Cities Network dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), Courbevoie si impegna a dimostrare che essere una città non significa mettere la sostenibilità in secondo piano. Le città possono diventare soluzioni ad alcune delle sfide più urgenti che il nostro secolo ci pone.

    Entro il 2050, quasi sette miliardi di persone – pari a circa il 70% della popolazione mondiale – vivranno nelle città. Questo non è solo un cambiamento demografico. È una trasformazione massiccia del tessuto sociale, economico e ambientale del pianeta. Le città stanno diventando l’habitat principale degli esseri umani, spesso con conseguenze dannose. PER CHI? Ambiente o salute delle persone?

    Oggi, nella Giornata Mondiale delle Città, dobbiamo ricordare che non possiamo permetterci di lasciare che l’urbanizzazione proceda con il pilota automatico oppure in modo automatico.

    La rapida urbanizzazione spesso porta con sé un modello che conosciamo. Gli spazi verdi lasciano il posto al grigio del cemento. Gli ecosistemi naturali vengono asfaltati. L’inquinamento aumenta e i rifiuti si accumulano. Il costo della vita sale mentre la crisi climatica colpisce le città con aumento delle temperature, inondazioni più gravi e condizioni meteorologiche sempre più irregolari.

    Sebbene tutto ciò faccia pensare che la tendenza alla rapida urbanizzazione globale sia un percorso che porta al disastro, non deve necessariamente essere così. Le città potrebbero – e dovrebbero – fare le cose in modo molto diverso.

    Questa è l’idea alla base della Green Cities Initiative, lanciata dalla FAO nel 2020. L’obiettivo è aiutare le città di tutto il mondo a ripensare come nutrire le persone, come gestire la terra e l’acqua e come sostenere comunità urbane per renderle più sane e resilienti.

    Molte città come Courbevoie si stanno unendo al Green Cities Network della FAO per condividere esperienze e innovazioni, accedere al supporto tecnico della FAO e ottenere assistenza finanziaria. Sempre più città in tutto il mondo sono pronte ad ampliare gli spazi verdi, pianificare abitazioni e trasporti sostenibili, partecipare alla produzione di cibo sano, utilizzare meglio le risorse idriche e collegare tutto ciò alle loro economie.

    L’obiettivo della Green Cities Initiative è generare miglioramenti tangibili nella salute e nel benessere delle persone e del loro ambiente in 1.000 città in tutto il mondo entro il 2030. Questo percorso contribuisce anche all’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 11 (SDG 11) – Città e comunità sostenibili.

    Ma cosa rende esattamente una città “verde”? Una città verde è quella che trova un autentico equilibrio tra le persone e la natura. In termini pratici, significa tre cose.

    Primo, una città verde pone la salute e il benessere umano al centro dello sviluppo urbano. Ciò significa che i sistemi agroalimentari sono progettati per fornire cibo nutriente, prodotto localmente e a prezzi accessibili agli abitanti della città. Il contatto quotidiano con la natura fa parte della vita urbana – nei parchi, nei giardini, nelle strade alberate e lungo i corridoi verdi. Gli spazi pubblici verdi sono sicuri, accoglienti e accessibili a tutti, e sono co-progettati con i cittadini per garantire una distribuzione equa dei benefici.

    Secondo, una città verde protegge, ripristina e gestisce gli ecosistemi come infrastruttura urbana essenziale. La natura urbana è trattata come un sistema di supporto vitale. Alberi, zone umide, suoli e corsi d’acqua vengono ripristinati per regolare la temperatura, catturare l’acqua piovana e filtrare gli agenti inquinanti. Il territorio urbano è pianificato e gestito per fornire simultaneamente benefici come cibo, ombra, svago e habitat, e per connettersi con i paesaggi periurbani e rurali. La resilienza climatica è integrata nella pianificazione per ridurre l’esposizione a inondazioni, ondate di calore e siccità.

    Terzo, essa costruisce economie che riciclano le risorse, riducono i rifiuti e sostengono posti di lavoro sostenibili. I rifiuti organici vengono recuperati dal cibo, trasformati in mangimi per animali o convertiti in biogas e input agricoli. L’acqua viene raccolta e riutilizzata, e materiali rinnovabili disponibili localmente, come il legno proveniente da fonti sostenibili, vengono impiegati per la costruzione e lo sviluppo delle infrastrutture. Gli investimenti nello sviluppo delle capacità e nell’innovazione sostengono le imprese locali, creano posti di lavoro verdi e diversificano le economie urbane.

    Fondamentalmente, gli impatti di una vera città verde si estendono oltre i suoi confini lavorando//interagendo con gli spazi periurbani e rurali che la circondano. Sia attraverso l’agricoltura, le foreste sostenibili o la protezione degli ecosistemi, una città verde è pianificata e gestita in connessione diretta con i paesaggi rurali che la sostengono.

    E questo non è solo un discorso teorico. Molte città stanno già dimostrando che è possibile riprogettare la vita urbana per funzionare meglio per le persone e per il pianeta. Kigali, Ruanda, è impegnata in un’iniziativa di piantumazione di alberi che copre l’intera città. Colombo, Sri Lanka, sta rafforzando l’agricoltura urbana installando serre e attrezzature per giardini. Ulaanbaatar, Mongolia, sta lavorando per migliorare gli spazi verdi esistenti, anche piantando specie arboree autoctone e proteggendo le fonti d’acqua.

    Alla Prima Conferenza Internazionale sulle Città Verdi, tenutasi a Roma questo mese, decine di sindaci, ministri e esperti urbani provenienti da tutto il mondo si sono riuniti per condividere ulteriori soluzioni concrete – dalle fattorie verticali in America Latina e i sistemi di compostaggio in Europa alle cinture verdi in Africa, dove la crescita esplosiva della popolazione urbana e gli impatti sempre più gravi del cambiamento climatico rendono questo lavoro particolarmente urgente. Attraverso la Green Cities Initiative in Azione per l’Africa della FAO, e con il supporto del governo italiano, dieci città in Algeria, Costa d’Avorio, Kenya, Mozambico e Uganda stanno ora sviluppando piani d’investimento dettagliati per ripristinare gli ecosistemi, sostenere gli agricoltori urbani, migliorare i sistemi alimentari e idrici, e garantire che i benefici raggiungano le comunità vulnerabili.

    Solo una forte leadership, investimenti e sostegno pubblico possono consentire la trasformazione delle nostre città. Ma molte, contrariamente alle convinzioni più diffuse, sono già sulla buona strada per diventare veri motori del cambiamento sostenibile.

    *Zhimin Wu, Direttore della divisione delle foreste dell’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) LEGGI TUTTO