2 Luglio 2025

Daily Archives

consigliato per te

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    Una foglia artificiale per produrre idrogeno verde

    Un’innovativa foglia artificiale modulare potrebbe essere la chiave di volta per l’aumento della produzione di idrogeno verde. Un gruppo di ricercatori dell’UNIST (Ulsan National Institute of Science and Technology) ha sviluppato infatti un sistema capace di generare idrogeno direttamente dalla luce solare e dall’acqua, senza l’impiego di elettricità esterna e senza produrre emissioni di carbonio. […] LEGGI TUTTO

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    La siccità miete vittime e alimenta ingiustizie sociali: l’allarme dell’Onu

    Un “killer silenzioso”. Così Ibrahim Thiaw, segretario esecutivo della Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione (Unccd) ha definito la siccità. Lo ha fatto presentando i disastrosi dati del report “Drought Hotspots Around the World 2023-2025”, una mappa dei luoghi dove la mancanza di acqua sta pesando di più e delle sue conseguenze sulla popolazione. Un report che deve funzionare da monito per tutti, perché i rischi sono per il mondo intero, hanno ripetuto gli esperti. Ciò detto, il report redatto dall’Unccd in collaborazione con lo U.S. National Drought Mitigation Center (Ndmc), e l’International Drought Resilience Alliance (Idra), si focalizza su alcune aree: sono le zone del Mediterraneo, alcune dell’America centrale-meridionale (come Panama, Messico e Amazzonia), l’Africa orientale e meridionale e il Sud-est asiatico. Sono quelle che, secondo i dati raccolti dall’Ndmc – che comprende tanto rapporti ufficiali che notizie diffuse sui media – sono quelle dove la siccità negli ultimi anni, complice anche il fenomeno del El Niño – ha fatto più danni, e che stanno pagano un prezzo più caro di altri, sottolinea il report.

    Il documento è pieno di numeri che aiutano a fotografare la dimensione del problema. Servono a prendere consapevolezza e misura degli interventi che sono più necessari, e dove, scrivono gli autori. Siccità non significa solo mancanza di acqua. Gli impatti che a cascata questo agiscono praticamente a tutti i livelli: se manca l’acqua, allevatori e agricoltori non possono far crescere capi e colture. I raccolti diminuiscono ovunque, i prezzi di mais, riso ed olio schizzano. Questo li costringe a muoversi e migrare, ma non sempre questo è possibile: spesso le zone colpite sono aree socialmente e politicamente instabili, controllate da gruppi che controllano anche i movimenti della popolazione, come accade in alcune zone dell’Africa, sottolinea il report. E non sempre ci sono fondi per gli aiuti, né le risorse e le possibilità tecniche per distribuirli. La perdita di acqua nei fiumi, inoltre, mette a rischio anche le fonti energetiche, nel caso di impianti idroelettrici, ma anche la vita degli animali che ci vivono o vi dipendono. Ma non solo: senza acqua aumenta il rischio di incendi.

    Biodiversità

    Le mappe del riscaldamento globale: uno studio individua le zone a rischio e i “rifugi climatici”

    di Marco Angelillo

    12 Giugno 2025

    Tutto questo causa malnutrizione, morte, sfollamenti, aumenta il rischio di malattie, di violenze e ingiustizie sociali, come abbandoni scolastici e matrimoni combinati per giovanissime ragazze, spesso forma di scambio per avere sostegno economico, riportano gli autori. Ecco allora qualcuno di quei numeri che fotografano, parzialmente la situazione, solo a titolo di esempio: oltre 90 milioni di persone che soffrono la fame in Africa; perdita del 50% della produzione di olio di oliva in Spagna; perdita del 70% dei raccolti di mais nello Zimbabwe. Le diverse aree coperte dal report soffrono in maniera e con intensità differenti tutti questi effetti dovuti alla siccità. Ma è sbagliato pensarli come un problema locale, non solo perché ogni paese intesse relazioni economiche con altri, ma perché la crisi climatica in atto potrebbe allargare a tutto il mondo il fenomeno, come ha ricordato Mark Svoboda a capo del Nmdc e tra gli autori del report: “Le difficoltà incontrate da Spagna, Marocco e Turchia per assicurarsi acqua, cibo ed energia a causa della persistente siccità offrono un’anteprima sul futuro dell’acqua in un scenario di riscaldamento globale incontrollato. Nessun paese, a prescindere dalla ricchezza o dalla capacità, può permettersi di essere compiacente”. Ecco allora, che accanto ai rinnovati imperativi per arginare la crisi climatica, gli autori raccomandano azioni a più livelli, che prevedano la riduzione dei consumi, dove possibile, e delle perdite; un adeguato sistema di monitoraggio e allerta sulla disponibilità di risorse idriche; e ancora strategie di sviluppo agricolo e urbano che favoriscano la conservazione dell’acqua. E infine, un appello per tutti: queste azioni, con piani contro la siccità, devono entrare nell’agenda politica dei governi. LEGGI TUTTO

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    Il mar Tirreno è bollente, c’è il rischio di eventi estremi

    Due indicatori, stesso gigantesco problema. Tra fine giugno e inizio luglio l’Agenzia spaziale europea, l’Esa, ha pubblicato sui suoi social una immagine abbastanza eloquente: una sorta di mappa dell’Europa centrale dove tutto è rosso, con però un dettaglio importante in più. In un riquadro di color ancor più scuro viene mostrato come in questi giorni le temperature superficiali dell’acqua nel Mar Tirreno siano arrivate a oltre 28 gradi, una cifra altissima se si pensa che solitamente i valori dei mari, come il Mediterraneo e che impiegano tempo per accumulare calore, sono più caldi soprattutto a ridosso della fine dell’estate. Questo primo importante indicatore, unito alle misurazioni delle temperature del suolo in Europa (con picchi di 54° a Siviglia, 49° a Foggia o 45° a Madrid e Roma) ci raccontano come l’ondata di calore che sta trasformando questo giugno in un mese record per molti Paesi europei, stia contribuendo a scaldare i mari e ad accumulare una pericolosa energia che, molto probabilmente, verrà scaricata in autunno sotto forma di eventi meteo estremi.

    Crisi del clima

    L’Europa nella morsa della prima ondata di calore 2025: temperature sopra i 42°C

    di Fiammetta Cupellaro

    30 Giugno 2025

    Monitorare la temperatura della superficie terrestre così come quella della superficie marina è dunque “fondamentale per comprendere e prevedere i modelli meteorologici e climatici, tenere traccia dei rischi di incendi boschivi, supportare gli agricoltori nella pianificazione dell’irrigazione e orientare la progettazione urbana per mitigare al meglio il calore” scrivono dall’Esa. Parallelamente alle immagini Esa anche Copernicus, con i dati rilevati dal satellite Sentinel-3, mostra in maniera chiara quanto sta accadendo in questa settimana: una intera Europa praticamente senza copertura nuvolosa e con un fortissimo sistema di alta pressione associato a calore prolungato. “Un’intensa ondata di calore è in corso in gran parte d’Europa – scrive Copernicus – causando disagi diffusi, impatti sulla salute e stress ambientale” e gli scienziati ricordano come alcune zone di Spagna, Portogallo e Francia hanno registrato record storici di calore per il mese di giugno, con la Spagna arrivata addirittura a 46 gradi. Ondate di calore e mari più caldi secondo gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) potrebbero dunque portare a decine di migliaia di “morti inutili e in gran parte evitabili”. LEGGI TUTTO