Fatalmente attratte dalle luci delle attività costiere e dalle torce dei subacquei (per quella che in gergo si definisce fototassia positiva), le cubomeduse sono tornate a farsi vedere nel golfo di Trieste. Venti esemplari di Carybdea marsupialis osservati a Santa Croce, nel perimetro dell’area marina protetta Miramare, e segnalazioni diffuse fino a Grado e Lignano, in linea con quanto accade da qualche anno a fine estate. Con una raccomandazione, diffusa anche dal Parco: evitare bagni sotto costa nelle ore notturne.E questo per via dei quattro tentacoli molto urticanti, che negli esemplari più grandi sono lunghi dieci volte il corpo. “Le punture sono dolorose, ma hanno effetti che durano poco, senz’altro meno letali di quelle delle cubomeduse australiane”, tranquillizza Ferdinando Boero, che insegna zoologia all’università degli studi Federico II di Napoli e che si occupa spesso di meduse.
La medusa aliena si allea con la microalga per colonizzare il Mediterraneo
di Pasquale Raicaldo
12 Agosto 2021
Catturate dall’obiettivo del fotografo naturalistico Roberto Valenti in una serie di scatti straordinari, le cubomeduse rivelano una loro intrinseca bellezza. “Ma l’impressione è che la loro presenza sia, quest’anno, particolarmente accentuata”, spiega Saul Ciriaco, che coordina le attività dell’area marina protetta, che abbraccia e tutela trenta ettari all’interno del golfo di Trieste. Dove piuttosto frequenti sono i cosiddetti “bloom” di meduse, come la Rhizostoma pulmo, che comunemente viene definita “polmone di mare, e di protozoi, come la Noctiluca scintillans, che colora di arancione lo specchio marino.
Cubomedusa, Carybdea marsupialis (foto: Roberto Valenti) LEGGI TUTTO