Tumori: prevenzione e terapie
Il mieloma multiplo è un tumore che si sviluppa da alcune cellule del sangue che si trovano nel midollo osseo
Sanihelp.it – Il mieloma si chiama multiplo perché si può presentare in diverse zone del corpo, in particolare a livello della colonna vertebrale, del cranio, delle costole o del bacino. All’inizio può non dare alcun sintomo ed essere diagnosticato in occasione di esami del sangue o delle urine fatti per altri motivi. Se invece sono presenti sintomi, si possono manifestare dolori alle ossa, fragilità ossea con frequenti fratture, stanchezza, sanguinamenti, infezioni, danni renali che causano perdita di appetito e di peso, gonfiore alle estremità degli arti, prurito della pelle.
Il mieloma multiplo non è un tumore molto frequente e si manifesta più comunemente in persone di oltre 60 anni, mentre sotto i 40 anni i casi sono rari. Inoltre, colpisce più frequentemente le persone di colore rispetto alle persone di pelle bianca e alla popolazione asiatica.
La diagnosi di mieloma multiplo non è facile, un po’ perché non è una malattia frequente e un po’ per l’assenza iniziale di sintomi. Lo specialista di riferimento è l’ematologo. Per quanto riguarda la terapia, i farmaci chemioterapici sono in grado di eliminare le cellule di mieloma. I più utilizzati a questo scopo sono il melfalan e la ciclofosfamide. Altri farmaci utilizzati sono i cortisonici, come desametasone e prednisolone, per via orale, e talidomide. Quest’ultimo farmaco è assolutamente controindicato in gravidanza in quanto teratogeno (può causare danni al feto), quindi le donne in età fertile dovranno utilizzare metodi contraccettivi efficaci.
Il bortezomib, in monoterapia o in associazione con altri farmaci, è anch’esso indicato per questa forma tumorale. Ultimamente si stanno studiando anche altre terapie, in particolare si è dimostrata l’efficacia di ixazomib che, aggiunto all’associazione lenalidomide-desametasone, si è rivelato sicuro ed efficace nel trattamento di pazienti con mieloma multiplo recidivato-refrattario, per il quale è stata anche richiesta all’EMA (Agenzia del Farmaco Europea) l’autorizzazione per un anticorpo bispecifico chiamato teclistamab.