Tecniche antiche
Questa disciplina si affianca all’Ayurveda con un intento diverso e più orientato al recupero della salute
Sanihelp.it – Molti conoscono l’Ayurveda come principale medicina indiana, ma nel subcontinente è presente anche quella che viene chiamata Siddha, una medicina alternativa che si pratica soprattutto nella parte Sud dell’India.
Le due scuole di pensiero, seppure spesso simili, si sono arricchite a vicenda nel corso dei secoli, arrivando ad avere forme di applicazione differenti.
L’origine della Siddha
La parola Siddha significa Perfezionato, ed indica, quindi, un corpo che abbia avuto la possibilità di liberarsi delle costrizioni e di vivere in pienezza.
È stata approvata dal Governo Indiano, ed è attualmente praticata come medicina alternativa, soprattutto nelle aree rurali.
La medicina Siddha si basa, come l’Ayurveda, sul concetto di correlazione tra salute e rapporto tra i cinque elementi.
Questi compongono i diversi umori del corpo e gli organi, ed è per questo che dovranno essere in equilibrio per assicurare la salute.
Per arrivare ad un equilibrio l’essere umano dovrà curare l’alimentazione, ma anche il sonno, l’esercizio fisico e gli stessi pensieri.
Le cure grazie alla Siddha
La Siddha, diversamente rispetto all’Ayurveda, si concentra moltissimo sulla cura, più che sulla prevenzione delle malattie.
All’interno dell’insieme di cure previste da questa medicina si trovano tre grandi gruppi: i rimedi erboristici, quelli derivati dagli animali e quelli inorganici, come accade nel caso in cui si utilizzino minerali.
I rimedi per le diverse disfunzioni vengono somministrati come delle vere e proprie medicine, sotto forma di polveri, erbe da filtrare e così via.
Come si può comprendere, quindi, la Siddha ha un impianto che si basa sempre sulla scienza e sulla conoscenza, ma dovrebbe essere affiancata alle cure tradizionali per evitare sia gli effetti collaterali di alcuni rimedi, sia per arrivare ad un risultato efficace, soprattutto per patologie gravi.