Afasia
Il giornalista e conduttore è stato colpito da un ictus cerebrale il 2 febbraio del 2019, ma solo ora ha raccontato in un libro la sua esperienza e la convivenza con l’afasia.
Sanihelp.it – «Il 2 febbraio dello scorso anno ho avuto un ictus, ho subito un’operazione d’urgenza, e quando mi sono risvegliato non riuscivo più a parlare. Proprio io, che sapevo solo parlare: non potevo dire nemmeno i nomi dei miei figli. Questo libro è stata la mia terapia e la mia speranza». Così, con un tweet pubblicato il 13 gennaio scorso, il giornalista radiotelevisivo Andrea Vianello ha rivelato la dolorosa vicenda di cui è stato protagonista, presentando il libro in cui la racconta, in uscita oggi 21 gennaio, dal titolo emblematico: Ogni parola che sapevo.
Proprio da quel 2 febbraio Vianello non è più apparso in televisione, anche se ha continuato a commentare l’attualità dai social network mentre, contestualmente, affrontava le conseguenza di un’ischemia cerebrale, che ha colpito il lato sinistro del cervello, causata da una dissecazione della carotide. Se, infatti, grazie a una operazione d’urgenza, il giornalista è riuscito a salvarsi, si è trovato a fare i conti con l’afasia.
L’afasia è una delle conseguenze più disabilitanti dell’ictus, come ha ben spiegato in una nota A.L.I.Ce. Italia ODV, l’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale che da anni si occupa di informare e sensibilizzare la popolazione non solo sulla prevenzione di questa patologia ma anche sul post ictus e, quindi, sulle conseguenze che questo comporta: «È un disturbo del linguaggio causato da lesioni in particolari aree della corteccia cerebrale dell’emisfero dominante (prevalentemente il sinistro), sede della funzione del linguaggio. Alcune persone afasiche hanno difficoltà quando devono esprimersi verbalmente mentre può rimanere intatta la capacità di comprendere il linguaggio; altre, invece, riscontrano difficoltà quando si tratta di comprendere quello che gli viene detto. La gravità, ovviamente, è estremamente variabile e dipende dalla sede e dalla dimensione del danno cerebrale».
Come si sottolinea nella note di copertina del libro di Vianello, l’afasia è «una prospettiva terribile per chiunque, ma ancora di più per lui, che delle parole ha fatto un’identità e un mestiere, quello di giornalista televisivo». Il suo libro è «un viaggio in un inferno molto diffuso, l’ictus e i suoi danni, che a volte presenta un percorso terapeutico e riabilitativo che non esclude il ritorno. Racconta e dimostra che le parole che Vianello sapeva sono state in qualche modo tutte recuperate». Il giornalista ha affrontato un percorso di riabilitazione lungo e non ancora concluso, come ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera: «Fonema per fonema, sillaba per sillaba. Un lungo lavoro fatto nell’unità di riabilitazione della Fondazione Santa Lucia. Un lavoro, il mio, che prosegue: tre volte alla settimana vado dal logopedista. Dovrò farlo per sempre». E ogni mattino al risveglio, si siede sul letto e prende un foglio con i nomi dei tre figli. «Devo leggerli ogni giorno, il terrore che io non possa riuscire più a pronunciarli è insopportabile».