consigliato per te

  • in

    Siepe o mini alberello: i consigli per coltivare la piracanta

    La siepe della piracanta è una pianta appartenente alla famiglia delle rosacee ed è originaria dell’Asia minore e dell’Europa meridionale. È un esemplare sempreverde da coltivare in giardino durante l’intero anno.
    La siepe della piracanta
    Chiunque fosse alla ricerca di una siepe sempreverde può decidere di coltivare nel proprio giardino la piracanta. Si tratta di una pianta che è caratterizzata dalla presenza di molto fogliame fitto, con foglie di dimensioni ridotte di colore verde scuro. La particolarità di questa pianta, però, sta nella presenza di spine appuntite e di numerosi fiorellini di colore bianco che, in un certo senso, potrebbero ricordare il biancospino. Durante la stagione autunnale, la pianta si anima grazie alla comparsa delle bacche: le stesse possono essere di diverso colore, rosse, arancioni o gialle. Questo dettaglio cambia a seconda della varietà che si decide di coltivare.

    La piracanta è una pianta che può raggiungere i 3 metri di altezza, specie se trova condizioni favorevoli per la sua crescita. Inoltre, è un sempreverde che riesce ad adattarsi alla perfezione anche ai climi più rigidi: sopporta addirittura temperature fino ai -20°C, ma anche il caldo torrido che si può percepire in prossimità di aree marine.

    La messa a dimora in vaso e in piena terra
    Se si vuole creare una bella siepe, è importante considerare la corretta distanza tra le varie piante di piracanta. In piena terra è utile organizzare le piante distanziandole di 50 centimetri le une dalle altre. Se, invece, si preferisce coltivare in fioriera è consigliato sistemare al massimo 2 piante, con un contenitore profondo almeno 40 centimetri e lungo 100 centimetri.

    La piracanta senza spine
    Come abbiamo accennato in precedenza, la siepe è caratterizzata dalla presenza di spine e, dunque, non è possibile selezionare per il proprio spazio verde una piracanta senza spine. In alternativa, però, si può decidere di adottare una pyracantha red star: si tratta di una sempreverde contraddistinta da meno spine e da una presenza maggiore di bacche rosse che compaiono intorno al mese di settembre.

    La piracanta nana o bonsai
    Chi fosse alla ricerca di una proposta di dimensioni inferiori a quella che può raggiungere i 3 metri di altezza, può optare per l’esemplare della piracanta nana o navaho. Questo arbusto raggiunge al massimo i 200 centimetri di altezza ed è comunque caratterizzato da fiori e numerose bacche di colore arancione. È senz’altro una pianta decorativa da sistemare nel balcone di casa, ma anche per bordure del giardino. I più creativi potranno anche dare vita a una piracanta bonsai: basterà munirsi di un paio di forbici pulite e dare la forma desiderata al mini alberello.
    Qual è il terreno suggerito per la sua coltivazione?
    La scelta del terreno per la piracanta non è difficile, poiché la pianta si adatta a qualunque condizione. La piracanta non ha particolari esigenze tanto che si può usare un terreno universale, a patto però che sia ben drenante, anche se povero. Infatti, la piracanta riesce ugualmente a sopportare questa caratteristica del terriccio.
    Le annaffiature della pianta
    La piracanta ha una grande resistenza alla siccità e preferisce un terreno privo di ristagni idrici. Durante i primi mesi dalla messa a dimora è necessario annaffiare la siepe in maniera regolare. Successivamente, nei mesi di maggiore siccità è sempre meglio dare con regolarità l’acqua alla pianta. In questo modo, si evita di danneggiare la fioritura.
    La concimazione
    Con l’arrivo della bella stagione si può utilizzare il concime per prendersi correttamente cura della siepe. Si può utilizzare concime di tipo granulare a rilascio lento da sistemare sulla terra. In alternativa, si possono anche acquistare concime liquidi specifici per le piante da fiore da somministrare nell’acqua, sempre in primavera oppure in autunno.

    La potatura
    La piracanta richiede una potatura annuale: in seguito all’impianto in piena terra, ci si può dedicare all’eliminazione dei rami secchi e danneggiati. In questo modo, si stimola la crescita di quelli nuovi, mantenendo una dimensione ideale per una siepe. È importante svolgere la potatura della piracanta alla fine dell’inverno e comunque prima della fioritura così da favorire anche la produzione delle coloratissime bacche.

    La propagazione
    È possibile propagare la pianta attraverso una talea, mentre per seme è molto più difficile. La talea va fatta a fine estate, con l’arrivo del mese di settembre, con la cima di un rametto privo di bacche: è necessario sistemare un rametto della pianta in un vaso con terriccio umido e leggero. Mi raccomando, è importante mantenere al massimo 2-3 foglie sulla cita, eliminando quelle poste alla base.

    Le malattie e i parassiti
    La piracanta è una pianta che, come tutte le altre, può essere colpita da malattie e tra le più note vi è quella della macchia fogliare. In pratica, il fogliame inizia a mostrare delle macchie marroni e la motivazione è da imputarsi principalmente all’assenza dell’aria intorno alla pianta. È importante evitare questo problema sistemando correttamente le piante ed evitando le annaffiature eccessive. Anche se è molto resistente, la siepe può incorrere anche nella ruggine, oidio e afide lanigero, problematiche dovute per l’appunto alla presenza di un terreno eccessivamente umido. LEGGI TUTTO

  • in

    Batterie al sale: l’idea di BatterIT per trovare un’alternativa al litio

    “La nostra idea si concentra su un’area ancora poco battuta, ma che cela grandi opportunità: l’utilizzo delle batterie al sale nel settore del trasporto elettrico come alternativa al litio per combattere la crisi climatica”, a parlare sono Andrea Berti fisico della materia e Andrea Miotto esperto di analisi e marketing, entrambi ventiseienni originari di Quartier del Piave, un paese sulle colline in provincia di Treviso. Sono gli ideatori di BatterIT, un progetto che sviluppa un motore ibrido basato sulla tecnologia delle batterie ai sali fusi: sistemi che accumulano energia sotto forma di calore. Vantaggi? Una ridotta dipendenza da materiali rari, come il litio, in modo da rendere ancora più sostenibile la mobilità elettrica. BatterIT di Andrea & Andrea, lo scorso dicembre si è classificato tra i migliori dieci progetti al mondo nell’ambito della finale di Red Bull Basement 2024, la competizione globale pensata per sostenere una nuova generazione di innovatori e aiutarli a sviluppare e lanciare idee tecnologiche che abbiano l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone e del pianeta. A concorrere quest’anno circa 110 mila candidature.

    Energia

    Batterie al sodio, l’alternativa al litio: pro e contro

    di  Paola Arosio

    18 Dicembre 2024

    Come funzionano
    BatterIT prevede un motore ibrido che combina una batteria al sale e un motore a combustione. Spiegano i due ricercatori: “La diversa struttura delle celle, costituita anche da un elettrodo di sodio liquido, conferisce alla batteria al sale alcuni vantaggi rispetto alle batterie agli ioni di litio, usate per il trasporto elettrico. Ad esempio, in termini di sicurezza e stabilità: sebbene le batterie al sale richiedano un’alta temperatura di esercizio di circa 300° Celsius, non possono né bruciare né esplodere. Grazie ad un meccanismo di protezione. Per questo siamo convinti che rappresentano una svolta innovativa nel campo dell’accumulo di energia, promettendo di trasformare il nostro modo di immagazzinare e utilizzare l’elettricità. Tra l’altro, l’Italia è un paese ricco di saline, il che le consentirebbe di rendersi quanto più autonoma nella creazione dei motori energetici”.

    Innovazione

    Encubator, le startup pronte ad accelerare la transizione ecologica

    di  Gabriella Rocco

    09 Ottobre 2024

    L’alternativa al litio
    Le batterie al sale, spiegano ancora Berti e Miotto, possono dunque essere un’alternativa credibile alle tradizionali tecnologie al litio che sollevano molte questioni ambientali cruciali e che riguardano soprattutto la loro produzione e lo smaltimento. “L’estrazione dei materiali necessari, come il litio, può avere impatti negativi sull’ambiente e sulle comunità locali, mentre il recupero delle batterie usate rimane una sfida tecnologica e logistica. Non solo. A differenza delle batterie al litio, sono realizzate con materiali che si trovano in maniera abbondante e a basso costo, sono riciclabili, non infiammabili e non tossiche per l’uomo pur mantenendo la loro efficienza per un periodo di vita più lungo (circa vent’anni)”.

    Mobilità

    “La mobesity non aiuta l’ambiente. Serve una tassa sui SUV elettrici”

    di  Dario D’Elia

    18 Settembre 2024

    Obiettivo: trasporto elettrico più sostenibile
    “È per noi fondamentale affrontare queste sfide per costruire un sistema di trasporto più sostenibile. Partendo da questi benefici, il nostro progetto vuole aprire la strada a soluzioni più ecologiche, sicure e durature nel settore del trasporto elettrificato, portando ulteriori migliorie anche grazie all’integrazione dell’intelligenza artificiale”, così i due amici veneti spiegano più nel dettaglio le declinazioni del loro progetto. “Il nostro obiettivo principale rimane quello di ridurre la dipendenza dell’Italia dall’approvvigionamento dei materiali rari per una produzione domestica del sale, e quindi rendere più sostenibile la mobilità elettrica. Riducendo la dipendenza da materiali critici, costosi e inquinanti, non solo rendono più accessibile l’energia verde ma permettono di ottenere anche una significativa riduzione delle emissioni di CO2 durante i processi di produzione ed estrazione”. LEGGI TUTTO

  • in

    Bonus elettrodomestici, come sostituire il vecchio con il nuovo per consumare meno

    Bonus elettrodomestici in pista. Le istruzioni operative per avere la nuova agevolazione prevista per l’anno 2025 arriveranno con un decreto ministeriale entro febbraio, ma dal momento che i fondi a disposizione sono limitati a 50 milioni di euro, è importate arrivare preparati in modo da ottenere il massimo vantaggio in termini di risparmio economico ed energetico. È infatti possibile acquistare con il bonus un solo elettrodomestico a fronte della rottamazione di uno meno efficiente. Ecco come fare la scelta migliore.

    Le regole di base
    Il nuovo bonus per gli elettrodomestici destinato a incentivare l’acquisto di apparecchi ad alta efficienza energetica prevede un contributo pari al 30% del costo, con un importo massimo di 100 euro, raddoppiato a 200 nel caso di famiglia con Isee entro i 25.000 euro. Il nuovo elettrodomestico deve appartenere almeno alla classe energetica B. Ogni nucleo familiare può richiedere il bonus una sola volta. È necessario conservare la fattura e dimostrare la dismissione di un vecchio elettrodomestico non efficiente, nessun problema in questo caso dato l’obbligo per i rivenditori di ritirare gratis l’usato.

    Fisco Verde

    Risparmio energetico e bonus 2025: tutte le novità

    di  Antonella Donati

    31 Dicembre 2024

    Etichette e consumi energetici
    Con le nuove classi energetiche che vanno dalla A alla G, viene indicato anche il consumo energetico specifico per ogni gruppo di prodotti, in particolare: lavatrici, lavastoviglie e lavasciuga per 100 cicli di lavaggio; frigoriferi per un anno di utilizzo; per i forni viene indicato il consumo di energia elettrica per la funzione di riscaldamento (convezione e, se disponibile, ventilata), in kWh/ciclo. Un ciclo standard si misura riscaldando un carico standard impregnato di acqua, in modalità statica o ventilata, se disponibile. Nella nuova etichetta energetica, inoltre, è possibile scansionare un QR code per ottenere ulteriori informazioni.

    Le differenze tra vecchio e nuovo
    Dai dati è facile verificare che un elettrodomestico della classe energetica più alta disponibile consuma minimo la metà di uno nella classe energetica più bassa. Ad esempio un frigo-congelatore con sbrinamento automatico, da 300 litri (200 per cibi freschi e 100 per cibi congelati) se in classe A presenta un consumo uguale o inferiore a 100 Kwh/annui, in classe B si sale fino a 124 Kwh/annui, mentre la classe C arriva a 155Kwh/annui, ossia oltre il 50% in più. I modelli più vecchi di fatto triplicano il consuma annuale di quelli più efficienti.

    Anche nel caso delle lavastoviglie, prendendo come esempio un apparecchio da 12 coperti abbiamo per la classe A un consumo uguale o inferiore a 34 KWh/100 cicli, che sale a 40 KWh/100 cicli per la classe B e arriva a 46 KWh/100 cicli per la classe C. Per i forni è ancora in vigore la vecchia tipologia di etichette, per cui nel caso di un forno elettrico da 100 litri, abbiamo per quelli più efficienti un consumo uguale o inferiore a 0,47 Kwh/ciclo, che sale fino a 0,705 Kwh/ciclo se si scende di due classi energetiche.

    Fisco verde

    Dai pannelli alle caldaie: aumentano gli impianti finanziati dal “Conto termico”

    di  Antonella Donati

    18 Dicembre 2024

    Come scegliere l’elettrodomestico da cambiare con il bonus
    Poiché il bonus consente di acquistare un solo elettrodomestico, è essenziale fare una scelta “strategica”. Ad esempio: cambiare il frigorifero può essere una buona scelta per tutti poiché è uno degli elettrodomestici più energivori in casa dal momento che è in funzione a ciclo continuo. Cambiare lavatrici e asciugatrici è una buona opzione per chi ha una famiglia numerosa o fa molti cicli di lavaggio, scegliendo in questo caso modelli con programmi eco e capacità di carico adatte. Vale la pena cambiare la lavastoviglie, invece, per chi ne fa un uso quotidiano, optando per modelli con funzioni di lavaggio rapido ed economico e programmi che ottimizzano i consumi di acqua ed energia. LEGGI TUTTO

  • in

    C’è una formula per capire se la specie invasiva avrà successo

    Una formula per prevedere se una specie invasiva riuscirà a stabilirsi in un nuovo ecosistema. È il frutto di uno studio guidato dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) e pubblicato su Nature Ecology and Evolution. incentrato sulla determinazione del successo o meno di un’invasione da parte di una nuova specie. Nelle comunità naturali, gli ecologi […] LEGGI TUTTO

  • in

    Infinna, la fibra tessile circolare che piace a Zara, Uniqlo e H&M

    Infinna è probabilmente una delle prime fibre tessili circolari capace di mettere tutti d’accordo: l’industria dell’abbigliamento, i consumatori e i difensori dell’ambiente. Si tratta infatti di un materiale riciclabile, biodegradabile e privo di microplastiche, sviluppato dalla finlandese Infinited Fiber Company, frutto del riciclo di rifiuti ad alta percentuale di cotone. Insomma, indumenti destinati alle discariche […] LEGGI TUTTO

  • in

    Pilea, come prendersi cura della “pianta delle monete”

    La pilea o pianta delle monete è una perenne di origine cinese che, oramai, è possibile coltivare con facilità in casa. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla cura della pilea o pianta delle monete.
    La cura della pilea o pianta delle monete
    La pilea o pianta delle monete, appartenente alla famiglia delle urticaceae, deve il nome al suo aspetto: infatti, si presenta con foglie di forma arrotondata che, in un certo senso, ricordano proprio le monete. È una pianta con fusti carnosi e foglie succulenti distribuite a spirale. Queste possono avere un diametro tra gli 8 e 12 centimetri. La pianta perenne gradisce aree dove l’illuminazione è indiretta: a tal proposito, è meglio selezionare delle zone dell’abitazione o dell’ufficio a mezz’ombra oppure dove la luce è filtrata per via di una tenda. La luce diretta del sole può danneggiare la pianta, bruciando le foglie e causando anche la comparsa di macchie gialle.

    Per quanto riguarda le condizioni climatiche, invece, la pilea gradisce temperature comprese tra i 15°C e i 25°C. La pianta delle monete resiste a temperature basse fino ai 5°C, ma sopporta le gelate. A tal proposito, è meglio evitare di sistemare la pianta all’aperto, poiché si rischia di debilitarla o metterla in pericolo. Anche in caso di temperature superiori ai 30°C la pianta può subire danni: infatti, le foglie iniziano a deformarsi assomigliando a degli ombrelli.

    I fiori
    La pianta della pilea è in grado di sviluppare fiori. Si tratta di elementi floreali che non hanno una vera e propria importanza. Infatti, si tratta di fiorellini con 3-4 petali che si collocano alle ascelle foliari. È possibile assistere alla fioritura di questa pianta con il sopraggiungere della primavera: i suoi fiorellini poco appariscenti sono di colore bianco, giallo e rosa.

    Le varietà della pilea
    Questa pianta tropicale propone una famiglia davvero molto ampia: infatti, è possibile trovare molte varietà di pilea comuni tra le 600 e più specie disponibili in natura. Alcune di queste piante si contraddistinguono per una peluria urticante posta proprio sotto alle foglie che, se toccata, porta a un’irritazione della pelle. Qui di seguito ecco le varietà di pilea che si possono trovare in commercio:

    Pilea peperomioides: è la più famosa tra tutte e si può moltiplicare facilmente attraverso le talee in acqua o in terra. Le foglie sono grandi, tonde e verdi.
    Pilea mollis e Pilea involucrata: la prima è la cultivar della involucrata e si presentano simili tra di loro. Sono originarie dell’America meridionale e gradiscono elevata umidità per un’ottima cura. Le foglie sono di un verde brillante e compaiono venature marroni, mentre la parte inferiore è viola-rossa.
    Pilea microphylla: detta pianta artigliera o polvere da sparo, è meno nota tra le piante d’appartamento, ma si adatta alla perfezione. Le foglie sono molto piccole, carnose e rotonde con fiori di colore verde che espellono semi e polline.
    Pilea depressa: è pianta che si adatta molto all’umidità presente in casa. Si presenta con foglie piccole più di un’unghia, di colore verde brillante e sono carnose. È possibile replicare la pianta facilmente. È un’ottima pianta da coltivare con vaso sospeso, poiché i suoi steli sono pendenti.

    Il miglior terreno per la sua coltivazione
    Per quanto riguarda il tipo di terreno per la pilea ti suggeriamo di utilizzare terriccio sciolto e drenante: in questo modo, si evita di incorrere in problemi di ristagni idrici. È consigliato miscelare con il terriccio anche della pomice per una migliore crescita della pianta.

    La corretta irrigazione
    La pilea è una pianta che ama i terreni ben drenati: proprio per questo, suggeriamo di evitare annaffiature troppo abbondanti. La pianta delle monete gradisce irrigazione moderata e, proprio per questo, è importante controllare lo stato del terreno prima di procedere con l’annaffiatura della stessa. In questa maniera, si possono evitare i ristagni idrici: annaffiare le piante ogni 2-3 giorni è l’abitudine migliore da adottare.

    La concimazione
    Chi desidera fertilizzare la pianta delle monete può farlo durante la primavera-estate, sospendendo in inverno: suggeriamo l’uso di un concime liquido per piante d’appartamento. In questo modo, è possibile diluire il fertilizzante, offrendo alla pianta il giusto quantitativo di nutrimento. È importante seguire attentamente le indicazioni del concime selezionato per evitare qualunque interferimento con la crescita della pianta. In caso di troppo fertilizzante si rischia anche di compromettere la vita della pianta, portandola alla morte.

    Che cosa significa se le foglie sono abbassate?
    Quando si notano delle foglie della pilea abbassate vuol dire che la pianta è stata esposta a temperature troppo elevate. Come sottolineato in precedenza, la pilea o pianta delle monete non gradisce il caldo eccessivo e lo stesso può anche causare un abbassamento delle foglie, facendole perdere il tipico aspetto per cui la pianta è definita a moneta.

    Il rinvaso e la potatura
    Rinvasare questa pianta è facile ed è necessario solo quando l’apparato radicale della stessa lo richiede, poiché troppo fitto. Ad inizio primavera si può effettuare il controllo dell’apparato radicale, così da capire se è necessario procedere con il rinvaso. È importante selezionare un contenitore di dimensioni leggermente maggiori rispetto al vaso precedente. La pianta delle monete non necessita di potatura, ma solo dell’eliminazione delle parti secche o danneggiate.

    La propagazione per talea
    Occupandosi della potatura di questa pianta è possibile conservare i rametti buoni per propagare la pianta. In questo modo, grazie ai ritagli è possibile ottenere delle nuove piantine da far germogliare in vaso con terreno umido. In circa 2 settimane è possibile notare già la presenza di nuove radici, così da sistemare al meglio la piantina della pilea.

    Le malattie e i parassiti più pericolosi per la pianta
    La principale malattia in cui può incorrere la pilea è da ricondursi ad annaffiature eccessive: infatti, gli eccessi idrici possono far sviluppare marciume radicale che fa ammalare la pilea o la portano a morte. Inoltre, umidificare le foglie è pericoloso poiché si possono sviluppare malattie fungine. Si possono osservare determinati cambiamenti dei colori delle foglie in presenza di parassiti: per esempio, gli afidi possono rendere gialle le foglie, mentre la comparsa della mosca bianca fa apparire macchie bianche sulla superficie superiore della foglia. In tutti i casi è bene intervenire con l’utilizzo di spray insetticida che possono far scomparire il problema. LEGGI TUTTO

  • in

    Il Messico include la protezione degli animali nella Costituzione

    Il Messico inserisce per la prima volta la protezione degli animali nella Costituzione. Il provvedimento, approvato all’unanimità da Camera (449 voti favorevoli) e Senato (117 sì) e in seguito anche da 17 Congressi locali, è stato il frutto di anni di campagne e mobilitazioni da parte delle associazioni animaliste e dei cittadini, che hanno chiesto a gran voce più tutele per gli amici a quattro zampe.

    Dai maialini ai cani randagi
    Una decisione storica, fondamentale in un Paese che è uno dei maggiori esportatori di carne nel mondo e in cui allevamenti intensivi e macelli sono molto diffusi. Qui, come ha più volte denunciato Animal Equality, le violenze e i maltrattamenti sono all’ordine del giorno. Accanto a polli e suini sfruttati a scopo alimentare, ci sono anche cani e gatti randagi costretti a sopportare crudeltà, malattie, abbandono e i numerosi esemplari selvatici minacciati dal commercio illegale. Secondo l’Istituto nazionale di statistica e geografia, ben sette animali su dieci subiscono abusi, rendendo la nazione la terza al mondo per casi di violazione dei loro diritti. A oggi solo lo 0,01% dei responsabili viene punito.

    Il caso

    La ministra austriaca che ha salvato la natura in Europa, ed ora rischia una denuncia

    di Luca Fraioli

    18 Giugno 2024

    Tre articoli modificati
    In concreto, la riforma introduce modifiche significative a tre articoli della Carta. Si tratta dell’articolo 3 che stabilisce che “i piani di studio scolastici dovranno includere contenuti relativi alla tutela degli animali, promuovendo una cultura di rispetto e responsabilità”; dell’articolo 4 che vieta “il maltrattamento degli animali” precisando che “lo Stato messicano si deve impegnare a garantire loro protezione, trattamento adeguato, conservazione, cura”; dell’articolo 73, secondo il quale il Congresso dell’Unione, ovvero il Parlamento, “avrà il potere di legiferare in materia di protezione e benessere degli animali, creando un quadro normativo completo e specifico”. In particolare, l’impegno è quello di emanare un’apposita legge entro 180 giorni dall’entrata in vigore della riforma.

    Una sfida che deve continuare
    A esprimere soddisfazione per il risultato è José Máximo García López, senatore del Partito d’azione nazionale: “La protezione giuridica degli animali è una questione etica e morale, che deve essere considerata prioritaria in una società che aspira allo sviluppo e all’equità”. Lisandro Morales Silva, opinionista del quotidiano El Universal, va coi piedi di piombo. “La vera sfida sarà passare dalla carta all’azione”, sostiene, “soprattutto in un Paese in cui comportamenti tradizionali e interessi economici spesso si scontrano con le norme progressiste. La vera battaglia sarà combattuta nelle leggi secondarie, dove si deciderà quali tradizioni preservare e come regolarle e in che modo allocare le risorse”. Sulla stessa scia gli esperti di Animal Equality, che affermano: “Sono stati compiuti passi avanti significativi, il lavoro però non è finito”. È allora importante che continui perché, come scrisse il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer, “il presupposto che gli animali non abbiano diritti e l’illusione che il modo in cui li trattiamo non abbia alcuna importanza morale è un esempio scandaloso di crudezza e barbarie”. LEGGI TUTTO

  • in

    Le ondate di calore (e il meteo estremo) fanno crescere il food delivery

    Che tempo fa? Ci poniamo, chi più chi meno, questa domanda di continuo per pianificare i nostri weekend, le passeggiate al mare, la corsa al parco o semplicemente l’uscita a pranzo o a cena. Perché il bello e il cattivo tempo influenzano anche la nostra propensione a uscire, è fuor di dubbio. C’è chi ha analizzato le nostre scelte in materia, osservando come, in particolare, quando fa tanto caldo aumenta la richiesta di cibo da asporto. Al punto che questo trend nel food delivery dovrebbe essere annoverato tra i fattori influenzati da ondate di calore e cambiamenti climatici.

    A renderlo noto è un lavoro scientifico pubblicato sulle pagine di Nature cities che ha messo in correlazione le richieste di food delivery con le temperature di un centinaio di città cinesi tra il 2017 e il 2023. I risultati, come anticipato, mostrano che più fa caldo, più aumentano le richieste di cibo d’asporto, con crescite di oltre il 20% quando ci si avvicina ai 40°C, soprattutto a pranzo. Dietro questa impennata, spiegano gli autori sparsi tra Regno Unito e Cina, ci sono alcune categorie di persone soprattutto: donne, anziani e benestanti.

    Clima

    Ondate di calore, siccità, incendi e alluvioni: perché è colpa del cambiamento climatico

    di  Pasquale Raicaldo

    15 Novembre 2024

    Quanto osservato è un dato che ha implicazioni sotto diversi punti di vista. Oltre a ricordarci che gli effetti dei cambiamenti climatici possono modificare anche diversi aspetti della nostra vita, mette in luce ancora una volta le contraddizioni e le criticità che circondano i lavoratori del settore. Le immagini dei rider sotto l’alluvione di ottobre sono storia recente. Le uscite con le temperature sotto zero o, di contro, schizzate intorno ai 40°C, sono l’altra faccia del problema. Se infatti, grazie al food delivery, c’è chi può permettersi di non uscire, e quindi di evitare di esporsi al disagio e ai rischi del caldo, spiega Pan He dalla Cardiff University, tra gli autori del paper, c’è chi non ha molta scelta. “Una parte considerevole del rischio di esposizione al calore viene trasferita ai corrieri, evidenziando una notevole disuguaglianza sociale in queste pratiche”.

    Lo studio su Nature Cities diventa così un nuovo appello a considerare le condizioni in cui operano i rider, con un chiaro invito da parte degli autori ai decisori politici affinché prendano misure a sostegno di questa classe dei lavoratori, anche per proteggerli dagli effetti delle ondate di calore. Le soluzioni proposte dai ricercatori sono diverse: indennità, assicurazioni sanitarie ad hoc, formazione mirata per identificare e mitigare i rischi, ma anche aree di sosta refrigerata, o ancora droni e veicoli a guida autonoma.

    Il report

    Cambiamenti climatici: mai così forte l’impatto sulla salute globale

    di  Simone Valesini

    30 Ottobre 2024

    D’aiuto sarebbe di certo anche una maggiore consapevolezza e comprensione da parte degli utenti stessi, come auspicato dai lavoratori stessi. E non solo per risparmiare loro condizioni meteo estreme e pericolose. Affidarsi sempre di più al food delivery rischia di essere un boomerang per l’ambiente anche per i rischi legati all’inquinamento degli imballaggi dei cibi, concludono gli autori. LEGGI TUTTO