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Erba gatta, una risorsa anche per gli umani
ha scritto per te Rosario Franci
Sanihelp.it – Una pianta conosciuta soprattutto per l’uso che se ne fa nella crescita dei gatti.Si tratta dell’erba gatta, il cui nome scientifico è Nepeta Cataria, un vegetale che è originario, così come indica il suo nome latino, di Nepi, nell’Etruria.
Se, quindi, l’erba gatta viene utilizzata per i gatti piccoli e grandi, si deve sottolineare come questo vegetale possa essere usato anche per gli esseri umani, con funzionalità diverse.
Se, infatti, gli effetti sul gatto sono neuroattivi e stimolanti, sull’essere umano si notano effetti diversi.Infatti, così come accade con molte sostanze che hanno effetti opposti nei felini e nell’essere umano, anche l’erba gatta non fa eccezione.
In particolare, la pianta ha proprietà sedative, antispasmodiche e anticatarrali.
Si potrà utilizzare, quindi, sotto diverse formulazioni per i disturbi come il raffreddore e la febbre, ma anche per migliorare la digestione, in quanto i suoi effetti sedativi e antispastici possono migliorare la motilità intestinale.
Inoltre, l’erba gatta è utilizzabile anche come antizanzare, sia come pianta fresca sia nei suoi estratti.
Per assumere l’erba gatta sarà sempre necessario rivolgersi al proprio medico, e ad un buon erborista.
Bisogna, infine, sottolineare come l’erba gatta sia in grado di potenziare gli effetti dei farmaci contro ansia e insonnia. LEGGI TUTTO - in Salute
Tumore al polmone: nuova speranza da un farmaco
ha scritto per te Rosario Franci
Sanihelp.it – Il farmaco si è dimostrato in grado di curare anche pazienti sui quali altre terapie avevano fallito. Sotorasib è un inibitore selettivo di KRAS G12C, il più importante oncogene individuato finora, presente in circa il 20% dei tumori. Si assume per via orale, nel trattamento di adulti con cancro del polmone non a piccole cellule (non-small cell lung cancer, NSCLC) in stadio avanzato, con mutazione KRAS G12C. La conferma arriva da uno studio, CodeBreaK 100, che è stato presentato al recente congresso dell’American Association for Cancer Research (AACR) e che è stato eseguito su 174 pazienti che non avevano avuto benefici da precedenti terapie, come chemioterapia e immunoterapia. Con una singola dose giornaliera del farmaco, di 960 mg (8 compresse da 120 mg), assunta sempre alla stessa ora ogni giorno, il 40,7% dei soggetti ha avuto una riduzione del tumore completa (5 persone) o parziale (65 persone). Anche la sopravvivenza media è aumentata in modo significativo.
«I risultati a 2 anni dello studio CodeBreaK 100 sono incoraggianti perché confermano il ruolo di sotorasib quale primo farmaco con approccio target verso una mutazione finora trattata con chemioterapia e/o immunoterapia nel tumore del polmone non a piccole cellule con mutazione di KRAS in stadio avanzato» ha spiegato Marcello Tiseo, Responsabile del PDTA di Oncologia Toracica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. «Il tasso di risposta intorno al 40% è decisamente superiore rispetto al 10% che eravamo abituati a ottenere con la chemioterapia. Anche la sopravvivenza a due anni del 32,5% rappresenta un vantaggio rispetto a quanto ottenevamo in precedenza e indica una possibilità di controllo della malattia anche a più lungo termine». LEGGI TUTTO - in Salute
Oli essenziali anticellulite: quali sono e come usarli
ha scritto per te Rosario Franci
Sanihelp.it – La cellulite è davvero molto diffusa.Si stima che quasi il 90% delle donne la noti in diverse parti del corpo. Per questo bisogna sottolineare come non sia necessario fissarsi sulla cellulite in modo negativo.
Questo non vuol dire, però, che non ci si possa impegnare al fine di migliorare lo stato della propria pelle, e si potrà raggiungere questo risultato utilizzando gli oli essenziali, invece di creme dal contenuto ormonale.
Vediamo, quindi, come utilizzare gli oli per ottenree risultati positivi nella riduzione della cellulite.Gli oli per favorire la circolazione
Un elemento che predispone alla comparsa della cellulite è la circolazione rallentata.
Per questo si potrà creare un composto, che partirà da una base di olio neutro, che contenga 10 gocce di olio di ginepro e 10 gocce di olio essenziale di limone.
Si utilizzerà questo olio per massaggi in tutte le aree che abbiano bisogno di una riattivazione della circolazione.
Gli oli per eliminare la ritenzione idrica
Un altro aspetto legato alla cellulite è costituito dalla ritenzione idrica.
Per favorire la riduzione di tale ritenzione si potrà creare un composto di olio base con 15 gocce di olio di finocchio e 10 di olio di limone.
Un bagno per ridurre la cellulite
Un altro metodo grazie al quale sarà possibile ridurre la cellulite è costituito dal bagno.
Oltre all’acqua calda, si potranno disciogliere nel bagno dei sali di Epsom, almeno due manciate.
Si aggiungeranno, poi, gli oli essenziali, in particolare tre gocce di olio di ginepro, quattro di olio di limone, quattro di olio di basilico e cinque di olio di pompelmo. LEGGI TUTTO - in Salute
Tumori rari: nasce una nuova associazione, io Raro
ha scritto per te Rosario Franci
Sanihelp.it – Si chiama io Raro ed è stata presentata mercoledì 4 maggio a Roma, durante un’anteprima riservata alla stampa. Si tratta di una nuova associazione, nata per rispondere ai bisogni delle persone ammalate di tumori rari.
Il Professor Paolo Pronzato, Coordinatore DIAR Oncoematologia Regione Liguria, Direttore Oncologia Medica IRCCS San Martino Genova, afferma: «Ogni anno in Italia si osservano oltre 350mila nuovi casi di tumore (1000 al giorno!). Di questi il 20% sono definiti come rari in base alla bassa incidenza e prevalenza: si tratta di neoplasie sia dell’adulto sia del bambino, sia tumori solidi sia neoplasie ematologiche. I Paesi europei, tra i quali l’Italia nello specifico, si sono dati un’organizzazione speciale: per l’Europa le reti ERN, e in particolare la rete EURACAN; per l’Italia la Rete Nazionale dei Tumori Rari, costituita dal Ministero della Salute presso AGENAS. Perché sono necessarie queste organizzazioni a Rete? Perché il trattamento dei tumori rari richiede competenze specifiche per la diagnosi e la terapia, competenze che sono presenti in pochi centri. La Rete dovrebbe assicurare punti di accesso facili a raggiungersi e percorsi scorrevoli verso il luogo di cura più appropriato. Ovviamente la telemedicina (ad esempio per gli aspetti di teleconsulto, teleimaging o telepatologia) può essere di aiuto per la gestione del paziente in Rete».
L’obiettivo di io Raro, come spiega il suo Presidente, Walter Locatelli, è di offrire, in questo ambito così complesso, prevenzione, studio, ricerca, terapia, momenti di incontro e di informazione, in particolare per quello che riguarda i tumori rari. LEGGI TUTTO - in Salute
Prevenzione tumori: l'ecografia prostatica transrettale
ha scritto per te Rosario Franci
Sanihelp.it – L’ecografia prostatica transrettale consente di verificare le dimensioni e la morfologia della prostata, la ghiandola che arricchisce il liquido seminale di componenti essenziali. Una sonda ultrasonografica, lubrificata con un gel, viene inserita per un breve tratto nel retto, l’ecografo emette ultrasuoni a bassa frequenza e alta intensità nella zona da esplorare e le onde sonore, rimbalzando sui tessuti o sugli organi interni, forniscono un’immagine della prostata sullo schermo di un computer. L’esame consente di valutare lo stato di salute della prostata, soprattutto in caso di sintomi, come difficoltà a urinare o minzione frequente, e di effettuare una diagnosi precoce di tumore alla prostata, per la quale occorre effettuare però anche una biopsia, cioè il prelievo di un frammento di tessuto da analizzare in laboratorio. L’ecografia prostatica consente inoltre di verificare la risposta alla terapia se la diagnosi è già stata formulata, e chiarire dubbi in caso di valori elevati di PSA (Antigene prostatico specifico) o perplessità durante l’esplorazione rettale nel corso di una visita urologica. Prima dell’inserimento della sonda, il medico pratica un’esplorazione con il dito per accertarsi che non vi siano ostacoli, poi procede all’esecuzione dell’esame con il paziente sdraiato sul lettino su un fianco con le ginocchia contro il petto, o supino con le gambe sollevate. L’esame non è doloroso né pericoloso, ma ha delle controindicazioni, per esempio se il paziente soffre di ragadi anali, di emorroidi sanguinanti o di stenosi anali. Particolare attenzione va prestata anche a chi assume terapie anticoagulanti o antinfiammatorie che possano portare a sanguinamento. La preparazione richiede soltanto di liberare il retto con un clistere da eseguire qualche ora prima dell’esame. LEGGI TUTTO
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Nuovo studio sulla leucemia mieloide acuta
ha scritto per te Rosario Franci
Sanihelp.it – La Leucemia Mieloide Acuta (LMA) è un tumore del sangue e del midollo osseo caratterizzato da una rapida progressione, motivo per cui è detta acuta. È la leucemia acuta più comune tra gli adulti, con circa 1200 casi tra gli uomini e 900 casi tra le donne in Italia ogni anno. È più frequente negli adulti con più di 60 anni. La maggior parte dei pazienti con LMA può andare incontro a recidiva, e in questo caso la prognosi è sfavorevole. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni è di circa il 29,5%. Le mutazioni IDH1 sono presenti nel 6-10% dei pazienti, che rappresentano un gruppo piuttosto difficile da trattare.
Lo studio AGILE, pubblicato sul New England Journal of Medicine, riguarda l’associazione di ivosidenib e azacitidina nella terapia di adulti con leucemia mieloide acuta con mutazione del gene IDH1. Ivosidenib è un inibitore orale dell’IDH1 mutato.
«I pazienti con LMA con mutazione di IDH1 hanno una prognosi infausta con poche, se non nessuna, opzioni di trattamento, soprattutto per i pazienti di nuova diagnosi che non sono idonei alla chemioterapia intensiva, » spiega Susan Pandya, Vice President Clinical Development & Head of Cancer Metabolism Global Development Oncology & Immuno-Oncology, Servier Pharmaceuticals «La pubblicazione dei risultati entusiasmanti dello studio AGILE sul New England Journal of Medicine rafforza l’importanza clinica di questi dati e supporta la continua ricerca di Servier, al fianco dei pazienti con LMA con IDH1 mutato».
Lo studio AGILE dimostra che ivosidenib è la prima terapia mirata specifica per la mutazione IDH1 che permette un miglioramento della sopravvivenza libera da eventi e della sopravvivenza globale in combinazione con azacitidina. LEGGI TUTTO