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La banana tech che non annerisce è tra le migliori invenzioni del 2025 dal Time

Il Time l’ha appena inserita nella lista delle Best Inventions 2025, stiamo parlando della banana innovativa che non annerisce dopo il taglio, sviluppata dalla startup britannica Tropic Biosciences, questa speciale varietà di banane rimane gialla, soda e gustosa anche dopo essere stata sbucciata. Il merito è di una modifica che spegne il gene responsabile della polifenolossidasi, l’enzima che fa scurire la frutta. “Niente DNA estraneo, niente organismi geneticamente modificati nel senso classico del termine: solo un interruttore biologico disattivato con la tecnologia CRISPR” – che sta per Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats, ovvero sequenze geniche che si ripetono a intervalli regolari.

I co-fondatori di Tropic Biosciences, Eyal Maori e Gilad Gershon 

“Le nostre banane non solo sono gustose e piacevoli alla vista, hanno il potenziale per ridurre significativamente lo spreco alimentare e le emissioni di CO2 lungo la filiera di oltre il 25%, poiché oltre il 60% delle banane esportate viene sprecato prima di raggiungere il consumatore. Questo prodotto innovativo può contribuire a una riduzione delle emissioni di CO2 equivalente alla rimozione di 2 milioni di veicoli passeggeri dalle strade ogni anno”. Così il Ceo della startup Gilad Gershon spiega il valore dell’innovazione.

“Le banane sono il frutto più consumato al mondo e un’importante fonte di reddito a livello globale per milioni di coltivatori e agricoltori. La nostra ricerca e gli sviluppi pionieristici nel settore garantiscono di poter continuare a godere del frutto preferito al mondo, grazie a soluzioni tecnologiche che promuovono la sicurezza alimentare su scala globale”.

La banana Tropic è uscita dai laboratori e arriverà sugli scaffali dei supermercati di Stati Uniti e Canada già a partire dal 2026.

“La banana sempre gialla”

Più del 60% delle banane esportate finisce nella spazzatura prima di raggiungere il consumatore. L’imbrunimento enzimatico è uno dei principali responsabili di questo spreco.

Fondata nel 2016 da Gilad Gershon ed Eyal Maori, Tropic è nota per la sua tecnologia Gene Editing Induced Gene Silencing (GEiGS). Questa tecnologia utilizza l’interferenza dell’RNA (RNAi) nelle piante per contrastare le minacce di funghi e virus. Tuttavia, le banane che non si ossidano e quelle a shelf-life estesa sono sviluppate utilizzando tecniche di editing genetico CRISPR, un approccio diverso ma ugualmente innovativo.

Più nel dettaglio, il sistema utilizzato dalla startup di biotecnologia vegetale Tropic Biosciences si chiama GEiGS: una piattaforma proprietaria che combina editing genetico CRISPR con interferenza RNA. Secondo quanto comunicato dall’azienda, la tecnologia modifica regioni non codificanti del genoma della banana per produrre piccole molecole di RNA che silenziamo il gene bersaglio. Nel caso specifico viene disattivato il gene che codifica per la polifenolossidasi, l’enzima responsabile dell’ossidazione dei fenoli quando la polpa viene esposta all’aria. Invece di inserire DNA estraneo nel genoma, come avviene nei classici OGM transgenici, CRISPR fa modifiche puntuali che potrebbero (teoricamente) verificarsi anche in natura. Uno studio pubblicato su Frontiers in Bioengineering and Biotechnology spiega come l’editing genetico nelle banane offra soluzioni precise per problemi agronomici senza ricorrere alla transgenesi classica.

Non solo, la varietà Cavendish, quella che costituisce oltre il 90% del mercato mondiale delle banane da esportazione, è sterile e si riproduce per clonazione. Questo la rende particolarmente vulnerabile a malattie fungine come la Panama Disease Tropical Race 4 (TR4), che sta decimando intere piantagioni, e agli eventi meteorologici estremi, entrambi esacerbati dal cambiamento climatico. Tropic sta lavorando anche su varietà resistenti al TR4.

L’azienda stima che la sua banana potrebbe ridurre gli sprechi alimentari e le emissioni di CO2 del 25% lungo tutta la filiera. In termini pratici, significa rimuovere l’equivalente di 2 milioni di automobili dalla circolazione ogni anno.

Nei supermercati dal 2026

La banana di Tropic ha ottenuto approvazioni normative in Colombia, Filippine, Honduras, Stati Uniti e Canada. Le Filippine sono state il primo paese al mondo ad autorizzare un prodotto gene-edited attraverso il loro nuovo framework regolatorio, stabilendo che queste banane possono essere importate e propagate liberamente. Il Department of Agriculture-Bureau of Plant Industry filippino ha determinato che “il prodotto è tecnicamente non-OGM”.

Il lancio commerciale è previsto per il 2026 in Nord America. Tropic non ha ancora annunciato il prezzo al dettaglio, ma l’azienda sostiene che l’innovazione porterebbe – anche – a ridurre i costi di trasporto refrigerato e imballaggio grazie alla maggiore durata di conservazione del frutto.

Tropic Biosciences non si è limitata a lavorare solo sulle banane. L’azienda ha concesso in licenza la sua tecnologia proprietaria GEiGS a società come Corteva, British Sugar e Genus per applicazioni in colture e bestiame. Finora ha raccolto circa 100 milioni di dollari e continua a generare entrate attraverso nuove partnership.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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