Non è il numero di fulmini in Italia a preoccupare, ma è l’energia in costante crescita che si sta verificando sul nostro territorio. Quello che un tempo poteva essere infatti un banale temporale estivo oggi è – per conseguenza della crisi climatica – “un evento potenzialmente letale se non si valuta attentamente il rischio” spiega a Repubblica Sante Laviola, climatologo e ricercatore del Cnr-Isac (Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima).
In Salento, lungo la statale 275, un 42enne purtroppo è morto dopo essere stato sbalzato dalla sua motocicletta a causa di un fulmine caduto durante un temporale.Poche ore prima a Ferrandina stessa tragica sorte per un 29enne che si trovava all’interno di un’auto, dove si era rifugiato per via di una tempesta: la macchina è stata schiacciata da un albero caduto dopo l’impatto con un fulmine.
Prima ancora ci sono stati casi di feriti o di persone folgorate a Pescasseroli, nelle acque di Palinuro, a Piombino, ma anche in montagna sopra Auronzo di Cadore o in Appennino a Cima Tauffi. Episodi gravissimi che ci ricordano, spiega l’esperto del Cnr, la necessità di una “nuova cultura del rischio” davanti ai fenomeni meteo estremi.
Già due vittime e diversi casi di folgorazione potenzialmente letali. I fulmini sono in aumento in Italia?
“No, per ora direi di no, nel senso che se parliamo solo di numeri gli ultimi dati a disposizione, che sono di un paio di mesi fa, non indicano per ora un particolare aumento. Il 2018 (con 7 milioni di fulmini, ndr) resta uno degli anni record, un picco massimo. Quello che sta crescendo invece è l’energia”.
Cosa significa?
“Che i temporali, all’interno dei quali si formano i fulmini, hanno un’accelerazione di intensificazione dovuta proprio al cambiamento climatico. La quantità di calore dovuta alle irruzione anticicloniche accumula energia in atmosfera che, in fase di rimescolamento – come quella che sta avvenendo ora al centro sud Italia con temporali anche intensi – contribuisce a formazioni nuvolose con tanto ghiaccio e grandine all’interno, condizioni ideali con cui si formano le scariche elettriche. Questo è accentuato in montagna, ma avviene anche lungo le coste, come in mare, dove può essere davvero alto il carico di attività elettrica”.
Perchè in questi mesi serve una “doppia” attenzione ai fulmini?
“Perchè soprattutto a luglio e agosto, mesi di picco massimo per i fulmini, i temporali hanno una elevata quantità di energia che si manifesterà probabilmente con scariche elettriche vigorose. Quelle che finiscono spesso al suolo, ma soprattutto su alberi, strutture puntiformi e in mare, zone dove d’estate tendiamo a ritrovarci. Proprio il mare caldo contribuisce a questa energia. In particolare il vapore d’acqua in atmosfera adesso ha un trend in aumento: più cresce più le nubi hanno una quantità di ghiaccio maggiore disponibile e questo provoca temporali più intensi. Dunque sia la stagionalità, sia la persistenza dell’anticiclone africano, sia il fatto che ci troviamo in un hotspot climatico come il Mediterraneo in caso di temporali devono sempre farci stare in allerta. Vale per i fulmini ma anche per il vento o la grandine in questo periodo”.
Come comportarsi se una tempesta ci sorprende?
“In generale la prima arma a disposizione è sempre il buon senso. Bisogna entrare nell’ordine di idee che i temporali estivi, sia Nord che a Sud, e questo almeno fino a ottobre, sono e saranno temporali intensi. Quindi quando si sta per verificare una tempesta non bisogna mai escludere venti forti e una carica elettrica elevata e mettersi subito al riparo. Dove? Non sotto alberi o ombrelloni, meglio sempre in strutture chiuse, che garantiscono l’effetto gabbia di Faraday (un sistema in grado di isolare l’ambiente interno da un qualunque campo elettrostatico, ndr). Se si è al mare uscire subito dall’acqua, se si è in montagna a maggior ragione consultare immediatamente meteo e bollettini e meglio preferire sempre escursioni nella prima parte della giornata per poi rientrare per pranzo: sulle cime infatti i fenomeni sono più accelerati spesso nel pomeriggio, dove è facile trovarsi nel bel mezzo di un temporale. Attenzione estrema anche alle ferrate, per via dei cavi metallici. Insomma, buon senso ovunque per evitare risvolti drammatici”.
Con la crisi del clima e l’intensificazione dei fenomeni meteo serve dunque, anche d’estate, una nuova cultura rischio?
“Non dobbiamo mai sottovalutare, sia i fenomeni sia le allerte, persino una gialla infatti può oggi rapidamente evolvere e trasformarsi in qualcosa di molto pericoloso. Questo vale sempre, quando ci si sposta, durante le escursioni, ma anche in città. Bisogna che cambiamo tutti paradigma: mai sottovalutare infatti che in questo contesto climatico anche un banale temporale estivo può avere dei risvolti davvero tragici, dai fulmini improvvisi sino ai fiumi che da tranquilli corsi in pochi istanti diventano grandi flussi a carattere torrentizio”.
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