Tumori: prevenzione e terapie
Una diagnosi su due persa dall’inizio della pandemia
Sanihelp.it – L’allarme viene dalla Fondazione PRO, organizzazione senza scopo di lucro il cui obiettivo è diffondere la cultura della prevenzione e del benessere nella popolazione maschile.
«Il tumore alla prostata è il secondo tumore con maggior incremento annuo dopo il melanoma per gli uomini under 50 – spiega il Prof. Vincenzo Mirone, ordinario di Urologia dell’Università Federico II di Napoli e Presidente di Fondazione PRO – in Italia sono oltre 564.000 gli uomini che devono convivere con questa patologia, con un’età media di 72 anni al momento della diagnosi. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia e dobbiamo mettere i pazienti nelle condizioni di non abbandonare i trattamenti».
Il 2020 è stato un anno molto duro per il Servizio Sanitario Nazionale, durante il quale molte cure sono state sacrificate per dare la priorità all’infezione virale da Coronavirus, con conseguente crollo delle diagnosi e dei percorsi terapeutici in generale.
La Fondazione PRO è intervenuta proprio per arginare la paura del contagio da Covid che tiene lontane dagli ospedali e dagli ambulatori le persone che avrebbero bisogno di controlli, e l’ha fatto con una campagna, Per il cancro non c’è lockdown, realizzata con il supporto di Ipsen e che vede come testimonial Massimiliano Allegri, allenatore di calcio.
«Il nostro appello alle persone colpite da cancro alla prostata – conclude il Prof. Mirone – è a non abbandonare i trattamenti per nessun motivo, consultando il proprio urologo o oncologo in caso di dubbi o timori. Come Fondazione PRO ci impegniamo a intervenire sul sommerso non diagnosticato con campagne educazionali come Per il cancro non c’è lockdown e a presidiare, in questa seconda ondata di contagi, i percorsi diagnostico-terapeutici riservati ai malati di cancro alla prostata».