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Scuola, il Consiglio di Stato sospende il parere sui nuovi programmi: “Carenze e criticità”

Altra tegola sui nuovi programmi scolastici elaborati dal ministero dell’Istruzione guidato da Giuseppe Valditara. Dopo le polemiche sull’impianto in particolare dell’insegnamento della storia – tutta votata a Occidente – e della matematica, le modifiche apportate dalla commissione che li ha redatti dopo le audizioni, le critiche dei sindacati, ora il Consiglio di Stato ha deciso di sospendere il suo parere sullo schema di regolamento delle nuove Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo d’istruzione.

“Attesa degli adempimenti richiesti”

La ragione sta nel fatto che i giudici hanno evidenziato alcune carenze, soprattutto nell’analisi di impatto della regolamentazione presentata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito definita «per molti aspetti inadeguata allo scopo» e rilevando altre criticità. Per questo sospende il parere «in attesa degli adempimenti richiesti».

Il latino

Tra le criticità evidenziate, racconta la Uil Scuola Rua, la questione legata alla neutralità finanziaria, solo dichiarata e non verificata, e la scelta di introdurre il latino come insegnamento facoltativo. «Una misura – spiega il segretario generale del sindacato Giuseppe D’Aprile – che rischia di aumentare le disuguaglianze tra studenti e di creare problemi organizzativi insostenibili per le scuole».

“Impianto fragile e distante”

Secondo D’Aprile «Ie motivazioni della sospensione coincidono con quanto avevamo già espresso negli scorsi mesi al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione: siamo di fronte a un impianto fragile e distante dalla realtà delle scuole. Una revisione del curricolo nazionale – conclude il segretario sindacale – non può fondarsi su un testo improvvisato, linguisticamente fragile e pedagogicamente debole». Per questo la Uil ribadisce «la necessità di un vero percorso condiviso».

Testo rimandato

L’iter dei nuovi programmi, che dovrebbero entrare in vigore dal prossimo anno scolastico, si era concluso, da parte del ministero, il 7 luglio scorso al termine, spiegava Valditara, «di una articolata fase preparatoria». Alla luce delle osservazioni formulate dal Consiglio superiore della pubblica istruzione, era stato poi licenziato il testo definitivo, trasmesso al Consiglio di Stato per il relativo parere. «Una svolta culturale importante», aveva dichiarato il ministro. Ora però arriva uno stop: non è una bocciatura totale, ma il testo è rimandato.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/scuola_e_universita/rss2.0.xml


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