Spazio al riscaldamento a legna e pellet per la transizione energetica. Nel nuovo Piano nazionale sulla qualità dell’aria c’è una sezione ad hoc con nuovi bonus per favorire il passaggio agli impianti più efficienti. Di qui a fine anno, poi, si può contare anche sui bonus regionali che sommati ai contributi del Conto Termico consentono di ottenere il rimborso del 100% della spesa.
Il Piano nazionale per la qualità dell’aria
Il Piano nazionale per la qualità dell’aria, in vigore dal 2 agosto, stanzia 100 milioni di euro per incentivare la sostituzione di caldaie e stufe a biomassa e con classificazione 3 stelle o inferiore con modelli a ridotte emissioni. I nuovi incentivi, attesi entro fine anno, premiano l’acquisto di sistemi 5 stelle o superiori. Il Piano prevede inoltre che tutti i nuovi impianti siano accompagnati da un opuscolo informativo per la corretta gestione. Prevista inoltre la sottoscrizione di un apposito protocollo di intesa tra il Ministero dell’ambiente, le regioni e le associazioni di categoria della filiera del legno, volto a favorire le buone pratiche tra tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nel settore. I nuovi incentivi saranno cumulabili con il Conto Termico.
FIsco verde
Rimborso del 65% per chi sostituisce la caldaia a gas con la pompa di calore
02 Settembre 2025
Rimborso base del 65% dal GSE per le stufe meno inquinanti
Per accedere al Conto Termico è necessario sostituire un impianto esistente con uno nuovo con potenza non superiore del 10% rispetto al precedente. Il contributo è pari al 65% della spesa e viene erogato direttamente dal GSEe la domanda deve essere presentata entro 60 giorni dalla conclusione dei lavori. I nuovi apparecchi devono rispettare specifici requisiti di emissioni. Nei comuni con altitudine superiore a 300 metri sono ammessi generatori di classe ambientale 4 o 5 stelle con valori di particolato primario non superiori a 20 mg/Nm³. Nei comuni sotto i 300 metri sono incentivati solo i generatori di classe 5 stelle con emissioni di particolato non superiori a 15 mg/Nm³. Chi richiede il contributo del GSE può anche partecipare i bandi locali che finanziano la stessa spesa. Si può arrivare così ad ottenere un rimborso del 100%.
Le caratteristiche degli impianti
I nuovi apparecchi devono rispettare severi requisiti di prestazione ambientale stabiliti dal decreto ministeriale 186/2017. La classificazione a stelle indica il livello di emissioni: 5 stelle rappresenta la classe più virtuosa con le emissioni più basse. Le limitazioni variano in base all’altitudine del comune di installazione. Nei comuni sotto i 300 metri sul livello del mare, spesso situati in aree critiche per la qualità dell’aria, sono ammessi solo apparecchi 5 stelle con limiti di emissione particolarmente restrittivi (spesso sotto i 15 mg/Nm³ di particolato primario). L’installazione deve essere effettuata da tecnici qualificati che rilasciano la certificazione di conformità secondo il decreto ministeriale 37/2008. È inoltre necessaria la certificazione del produttore che attesti le capacità termiche e le prestazioni ambientali dell’apparecchio.
Fisco verde
Impianti di riscaldamento, con il “conto termico” c’è il rimborso immediato della spesa
22 Luglio 2025
I bandi aperti di qui a fine anno
Tra i bandi aperti quello della Regione Veneto. La scadenza per la presentazione delle domanda è fissata per il 15 ottobre 2025. Condizione indispensabile aver richiesto anche il contributo del GSE. Stesse regole per la Regione Lombardia che ha stanziato 35 milioni di euro (23 milioni iniziali più 12 milioni aggiuntivi) per incentivare la sostituzione di generatori obsoleti con nuove stufe e caldaie a legna, pellet e cippato. Il bando è aperto fino al 15 dicembre 2025 per cittadini, condomini e piccole-medie imprese.
Scade invece il 31 dicembre il termine ultimo per presentare la domanda per il bando stufe dell’Emilia-Romagna. L’incentivo è riservato ai Comuni della pianura emiliana che presentano criticità per il PM10. I nuovi generatori devono avere obbligatoriamente la certificazione ambientale di classe 5 stelle.