Il lauroceraso è una pianta nota anche con il nome di prunus laurocerasus. Si tratta di un esemplare sempreverde appartenente alla famiglia delle rosacee, originario dell’Asia minore e Caucaso. È diffuso soprattutto nell’area mediterranea e oggi scopriamo tutto quello che c’è da sapere sulla corretta coltivazione e cura per evitare le più comuni malattie.
La coltivazione del lauroceraso
Il lauroceraso si presenta come un arbusto che può raggiungere i 15 metri di altezza. Dal punto di vista estetico, è contraddistinto da fogliame di colore verde scuro che è chiaro durante i primi anni di vita. Le foglie sono molto coriacee e hanno una forma allungata e tondeggiante verso l’apice. I bordi sono leggermente seghettati. Con l’arrivo della bella stagione, tra aprile e giugno, compaiono i fiori: questi sono bianco avorio e disposti a racemo. Il loro profumo non è particolarmente gradevole: infatti si avverte un odore leggermente acidulo. I frutti, invece, sono rossi-viola quando sono acerbi e cambiano di colore diventando blu-nero quando sono maturi. Per la corretta coltivazione di questa pianta è necessario selezionare aree in altitudine inferiore ai 700 metri. Il terreno, invece, deve essere neutro, con un pH inferiore a 7,5. È una pianta che ama l’esposizione abbastanza soleggiata almeno per una buona parte della giornata. Per quanto riguarda le temperature, tollera quelle basse, a patto però che non venga sottoposta per troppo tempo al freddo.
La coltivazione del lauroceraso avviene soprattutto a scopo ornamentale: infatti, con questo arbusto è possibile realizzare una parete verde dal fogliame fitto. Attira una buona biodiversità, con api e insetti impollinatori che ne sono attratti. È importante maneggiare la pianta con dei guanti: infatti, le foglie e i suoi semi sono velenosi per via della presenza di acido cianidrico.
Le varietà della pianta
In natura si possono osservare diverse varietà di lauroceraso che si contraddistinguono tra di loro per caratteristiche differenti, create proprio nei vivai per soddisfare le esigenze climatiche. Qui di seguito ecco quelli che si possono trovare comunemente:
- Lauroceraso Rotundifolia: arriva a un’altezza massima di 30-60 centimetri ed è caratterizzato da foglie di forma rotonda, grande e verde brillante. Non è amico del gelo e non sopporta l’umidità.
- Lauroceraso Etna: è chiamato così poiché nella sua prima fase di vita ha foglie di colore rosso che poi cambiano diventando di un verde brillante. È resistente al freddo, ma non ama troppa umidità.
- Lauroceraso Caucasica: è utilizzata come siepe, giacché cresce molto veloce e crea una barriera con foglie più strette rispetto ad altre varietà. La sua crescita in larghezza non è eccessiva, tanto da essere suggerito per i giardini più piccoli.
- Lauroceraso Tico: è uno degli esemplari che resiste meglio alle temperature basse, sopportando i -20°C. Si presenta con fiori piccoli, ma decisamente profumati. I suoi germogli sono dapprima di colore verde brillante chiaro e poi cambiano tonalità diventando di bronzo.
- Lauroceraso Otto Luyken: si tratta di un esemplare che può raggiungere al massimo 1 metro di altezza e, proprio per questo, è suggerito se si è alla ricerca di una siepe bassa.
- Lauroceraso Zabeliana: è un’altra specie molto resistente al freddo e al gelo, ma cresce abbastanza lentamente. È perfetto per i giardini più piccoli, ma è importante effettuare le corrette potature per non farla allargare eccessivamente.
- Lauroceraso Herbergii: è un’altra delle proposte pensate per spazi piccoli, dove si necessita di una siepe bassa. Questa ha foglie lunghe e verde scuro e resiste molto al freddo pungente e alle gelate. Tollera di più l’umidità, ma non i ristagni idrici.
- La messa in piena terra del lauroceraso
Il miglior momento per mettere a dimora la pianta del lauroceraso è in autunno; se si vive in un’area dove il clima è molto rigido, è meglio preferire la primavera. È importante preparare una buca di circa 100 centimetri, sia in larghezza sia in profondità. Sul fondo è necessario adagiare del materiale che aiuta il terreno ad essere più drenante, come la ghiaia. Se si ha a disposizione un esemplare che si allarga molto, è necessario sistemare la pianta distante dall’altra circa 100-120 centimetri. È suggerito aggiungere del concime organico per concludere la fase della messa in piena terra.
Come concimare la pianta?
Per procedere alla corretta concimazione del lauroceraso è importate selezionare un concime organico, da collocare una volta all’anno in autunno. È vitale utilizzare questo genere di concime, senza mai toccare l’area del tronco. In primavera, si può passare all’utilizzo di concime in forma granulare, suggerito proprio per le piante verdi. Durante la prima fase di crescita, è importante selezionare concime con azoto: questo elemento permette alla pianta di svilupparsi bene. Infine, con il termine dell’estate si può usare concime organico con urea.
Quando potare la pianta?
Il lauroceraso utilizzato come siepe deve essere potato al massimo due volte l’anno, prima di giugno e alla fine di settembre. Per una corretta potatura della siepe, è preferibile utilizzare le cesoie che sono più precise del tosasiepi: questo non è suggerito poiché potrebbe provocare dei danni alle foglie più grandi. Se si coltiva in vaso, è necessario procedere solo con l’eliminazione dei rami secchi o di quelli danneggiati.
Le annaffiature dell’arbusto
Questo arbusto gradisce un terreno fresco, ma non bisogna mai eccedere con l’acqua. Gli alberi o siepi adulti possono crescere bene anche solo con la pioggia piovana. Va detto, però, che se sono presenti dei lunghi periodi di siccità è necessario annaffiare la pianta almeno 2 volte a settimana. Se si coltiva in vaso la pianta o, comunque, si ha a che fare con una pianta giovane, è utile annaffiare da marzo a settembre in maniera regolare.
La moltiplicazione della pianta
È possibile moltiplicare la pianta per talea e per seme. Nel primo caso, è necessario recuperare un rametto da 10 centimetri circa e privarlo delle foglie. Dopodiché, si può sistemare in terriccio e conservarlo in un luogo fresco a mezz’ombra, purché riparato dal vento. Sarà necessario annaffiare in maniera regolare. Per quanto riguarda la propagazione per seme, invece, si può ricavare direttamente dai frutti essiccati al sole. Una volta estratti i semi è necessario farli asciugare per 2 mesi in frigo. Dopodiché si possono piantare in un mix di torba e sabbia, mantenendo il terreno umido.
La durata della vita del lauroceraso
Se coltivato nel modo giusto, la durata della vita del lauroceraso è lunga: infatti, riesce a crescere bene per molti anni. A mettere in pericolo la sua sopravvivenza sono degli errori durante la sua cura, l’attacco da parte di parassiti oppure le malattie.
Le malattie e i parassiti più comuni
Il lauroceraso può incorrere in diverse malattie e parassiti durante la sua vita. Ad esempio, tra le patologie fungine che possono comparire vi sono quelle che attaccano le foglie chiamata oidio o mal bianco. In questo caso, il fogliame mette in evidenza macchie di colore bianco, leggermente polverose, con una lamina biancastra che sembra ricordare un feltro. In presenza di questa problematica, gli esemplari di foglie più giovani avvizziscono. La cocciniglia e la psilla sono i due tipi di parassiti che colpiscono comunemente questa siepe. Nel primo caso, la cocciniglia infesta i fusti e la parte inferiore delle foglie. In questo modo, si sviluppa una melata che porta lentamente alla morte delle foglie, con ingiallimento, secchezza e caduta delle stesse. La psilla, invece, è un insetto che va sempre ad intaccare la parte inferiore delle foglie. Su queste si depositano le uova dell’insetto che vanno a far mutare il loro aspetto. Le foglie si deformano e poi ingialliscono.