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La via della Formula 1 alla sostenibilità

La frenesia nella corsia dei box, l’attesa alla griglia di partenza, il boato dei motori in gara. E, quando passano le auto, la velocità che si tocca con mano. La Formula 1 è uno sport tanto entusiasmante quanto ad alto impatto ambientale, dato che una stagione genera circa oltre 200mila tonnellate di emissioni. Una cifra che, oggi, non può passare inosservata e che ha indotto dirigenti e organizzatori a prendere provvedimenti. I primi risultati sembrano essere già arrivati, come testimonia il report ufficiale del 2023, secondo il quale il rilascio di gas serra sarebbe diminuito da 256.551 tonnellate nel 2018 a 223.031 nel 2022, con una riduzione del 13%, nonostante l’aumento delle gare (da 21 a 24). “L’obiettivo rimane la neutralità carbonica entro il 2030”, ha dichiarato Stefano Domenicali, presidente e amministratore delegato del campionato. “Per raggiungerlo serve un’ulteriore riduzione del 37%”.

Biocarburanti per auto da corsa e trasporti

La maggior parte delle emissioni generata dai veicoli da gara deriva dai combustibili. Per questo, la F1 punta a introdurre dal 2026 motori ibridi di nuova generazione alimentati a carburante drop-in sostenibile al 100%, prodotto da biomassa o rifiuti, in grado di replicare le prestazioni della benzina convenzionale. Già nel 2024 le monoposto di F2 e F3 hanno utilizzato miscele composte al 55% da biocarburante avanzato, percentuale salita al 100% nel 2025. Anche il trasporto di squadre e materiali viene gestito con soluzioni più ecologiche. Per esempio, nel 2024 Mercedes ha alimentato con biocarburanti i camion di supporto e i generatori durante la stagione europea, coprendo il 98% degli spostamenti su strada e risparmiando oltre 500 tonnellate di emissioni. In parallelo si cerca anche di ottimizzare il calendario delle gare per ridurre i voli intercontinentali.

Innovazioni tecnologiche

Le scuderie stanno anche introducendo materiali e design sostenibili. Un esempio è sempre Mercedes, che nel 2025 ha impiegato per la prima volta nella produzione della monoposto W16 di Formula 1 compositi di fibra di carbonio a basso impatto, un’innovazione che riduce in modo significativo le emissioni. Inoltre, la F1 collabora con tutti i fornitori per migliorare cicli di vita e smaltimento: per esempio, gli pneumatici da gara sono oggi certificati Forest Stewardship Council e vengono integralmente riciclati dopo ogni Gran premio.

Gli eventi a energia pulita

Molti autodromi stanno investendo in infrastrutture verdi. Dal 2023, al Gran Premio di Gran Bretagna sono stati installati tre impianti solari mobili chiamati Papilio 3, che producono energia pulita e forniscono elettricità per ricaricare i veicoli elettrici del pubblico e dello staff. Anche altri circuiti hanno fatto lo stesso: ci sono pannelli solari ai Gran premi di Francia e Canada, mentre quello di Spagna è già alimentato al 100% da energia rinnovabile. Inoltre, la F1 ha sperimentato centri di generazione energetica per abbattere le emissioni di corrente durante gli eventi. Per esempio, al Gran premio d’Austria del 2023 è stato usato un sistema mobile alimentato da biocarburante ottenuto trattando oli vegetali con idrogeno e da 600 metri quadrati di pannelli solari: sono stati così prodotti circa 2,5 megawattora di energia, sufficienti a soddisfare il fabbisogno di paddock, motorhome, pitwall e servizi tv, con una riduzione del 90% delle emissioni associate a quelle aree rispetto al 2022. Nel 2025 lo stesso sistema è stato installato in tutti i Gran premi europei: un unico impianto condiviso alimentato a biocarburante, solare e batterie fornisce energia a team e dirette televisive, eliminando la necessità che ciascuno porti propri generatori. Il paddock ha, inoltre, messo al bando molte plastiche monouso e introdotto misure di riciclo, preferendo contenitori dedicati, borracce riutilizzabili, stoviglie compostabili, in linea con gli standard per gli eventi sostenibili.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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