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Il clima che cambia e viaggi in aereo: turbolenze più frequenti e voli cancellati

Uragani diventati più violenti e persistenti; ondate di calore e piogge intense che possono danneggiare piste e hangar; incendi. La crisi climatica non è solo ambientale, ma anche una sfida per la sicurezza degli aeroporti e per l’efficienza dell’aviazione mondiale. A preoccupare sono soprattutto gli eventi meteorologici estremi dovuti al riscaldamento globale che provocano infatti turbolenze maggiori e, di conseguenza, costi sempre più elevati a causa delle manovre fatte per evitarle; delle interruzioni dei servizi e della manutenzione richiesta. A rivelarlo uno studio svolto dal gruppo di ricerca internazionale guidato dal Laboratorio di Meteorologia Dinamica dell’Istituto francese Pierre Simon Laplace (Lmd-Ipsl), al quale ha partecipato anche l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma. I dati, pubblicati sulla rivista Weather and Climate Dynamics, sottolineano quanto sia ormai necessario che il traffico aereo globale si adatti al clima in trasformazione.

Voli cancellati

I ricercatori guidati dall’italiana Lia Rapella dell’Istituto francese hanno analizzato alcuni grandi eventi meteorologici che negli ultimi anni hanno avuto un forte impatto sui voli e sulle infrastrutture aeroportuali.

Ma la ricerca ha analizzato altri grandi eventi meteoreologici che, negli ultimi anni, hanno avuto un forte impatto sui voli e sulle infrastrutture aeroportuali. Tra questi la tempesta Poly, nel luglio 2023, la prima nel suo genere a raggiungere l’Europa interessando Belgio, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito; il complesso di tempeste nordamericane del febbraio 2023 che, con grandine, neve e forti venti, attraversò gran parte degli Stati Uniti; il tifone Hinnamnor, nell’agosto 2022, che colpì Giappone, Corea del Sud e altre aree dell’Asia orientale. Facendo un confronto le analisi hanno mostrato una netta intensificazione delle tempeste con il passare degli anni, caratterizzate da venti sempre più forti e turbolenze sempre più estese. Ciò aumenta i rischi soprattutto nelle fasi di decollo e atterraggio.

Un problema globale

“Le nostre analisi mostrano che le tempeste che interessano oggi i principali aeroporti del mondo sono più intense e caratterizzate da maggiore velocità del vento e turbolenza rispetto al passato” ha spiegato Tommaso Alberti, ricercatore dell’INGV e co-autore dello studio.

“L’aumento di intensità di queste tempeste è strettamente legato al riscaldamento globale: atmosfera e oceani più caldi forniscono maggiore energia e umidità, alimentando la crescita e l’intensificazione di questi sistemi di tempesta, ma anche modificando i loro percorsi tipici” ha continuato il ricercatore. “Tutto ciò non comporta solo minore comfort per i passeggeri, ma anche costi operativi più elevati: volare in aree turbolente o evitarle richiede, infatti, più carburante e comporta maggiori spese di manutenzione. Inoltre – aggiunge Alberti – la chiusura temporanea di un aeroporto a causa di una tempesta, anche solo per poche ore, può avere ripercussioni sociali ed economiche considerevoli”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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