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Ginestra in fiore: tutto quello che c’è da sapere

La ginestra, con i suoi vivaci fiori gialli e il profumo inebriante, è una protagonista indiscussa dei paesaggi mediterranei. Questa pianta, appartenente alla famiglia delle Fabaceae, non solo decora colline e pendii con la sua esplosione di colore, ma svolge anche un ruolo ecologico significativo nel consolidamento dei terreni.?

Caratteristiche generali della ginestra

La ginestra è un arbusto perenne che può raggiungere altezze considerevoli, spesso fino a 2-3 metri. Le sue foglie sono generalmente piccole e cadono presto, lasciando spazio a rami verdi e flessibili che svolgono la fotosintesi. I fiori, di un giallo intenso, sbocciano in primavera e inizio estate, emanando un profumo dolce e penetrante.? La ginestra in realtà non è solo bellezza, ma ha anche una forte valenza simbolica: per Giacomo Leopardi, infatti, la ginestra rappresentava la dignità dell’uomo di fronte all’indifferenza della natura, la forza di chi fiorisce nonostante la desolazione. Un messaggio che oggi, in tempi di crisi ecologica, risuona più attuale che mai.

Tipi di ginestra più comuni

La famiglia della ginestra comprende numerose specie spontanee e ornamentali, utilizzate in ambito paesaggistico per bordure, siepi informali e rinaturalizzazioni. Tra le più comuni ci sono:

  • Spartium junceum: nota come ginestra odorosa (o ginestra “comune”), è la più diffusa in Italia è un albero o arbusto dal portamento elegante, con lunghi rami verdi e sottili, quasi privi di foglie. I fiori giallo intenso, molto odorosi, sbocciano tra maggio e giugno. Raggiunge i 2-4 metri di altezza;
  • Cytisus scoparius: conosciuta come “ginestra dei carbonai”, presenta fusti eretti e fiori gialli brillanti (anche se possono essere rossi, arancioni o bianchi).? È adatta a giardini di dimensioni contenute, ma alcune varietà nane sono ideali per la ginestra in vaso;
  • Genista tinctoria: detta “ginestra dei tintori”, storicamente impiegata per estrarre coloranti naturali.? Specie selvatica bassa e diffusa, ha un portamento tappezzante ed è particolarmente indicata per aiuole rustiche, scarpate o come copri suolo resistente alla siccità;
  • Genista etrusca: Cresce spontaneamente nei terreni calcarei dell’Italia centrale. Ha un aspetto più selvatico, con fiori gialli raccolti in grappoli.

Coltivazione della ginestra: terreno, esposizione e trapianto

La ginestra è una pianta rustica che si adatta a diverse condizioni ambientali, ma predilige terreni ben drenati e posizioni soleggiate. Come ci si prende cura di questa pianta dai colori meravigliosi e dal profumo avvolgente? Bastano poche ma regolari accortezze, che ne garantiranno la sua salute a 360°.

Partendo dal terreno, bisogna dire che la ginestra predilige suoli poveri, sabbiosi o ghiaiosi, che però abbiano un buon drenaggio. Per una buona fioritura, poi, è necessario lasciarla esposta in pieno sole, che ama. Va quindi posizionata in un luogo molto luminoso, esposto a sud o sud-ovest. Se lasciata all’ombra o anche in mezz’ombra, la fioritura sarà ridotta o addirittura assente.

Effettuare la messa a dimora della ginestra è possibile, basterà seguire con cura i passaggi necessari. Il trapianto in piena terra si effettua preferibilmente in autunno o a fine inverno, in modo che la pianta possa sviluppare un buon apparato radicale prima della stagione calda. Per trapiantare correttamente la ginestra, quindi, si consiglia di:

  • Scavare una buca ampia (almeno il doppio del vaso);
  • Inserire materiale drenante (ghiaia, sabbia grossolana) sul fondo;
  • Collocare la pianta e coprire con terra asciutta e ben assestata;
  • Innaffiare solo al momento del trapianto.

Ginestra in giardino: una scelta sostenibile

Rustica, resistente alla siccità, capace di prosperare su terreni poveri: la ginestra è una pianta perfetta per giardini sostenibili. Si sposa bene con altre essenze mediterranee come lavanda, rosmarino, santolina, elicriso. Ideale per scarpate e pendii, giardini secchi e a bassa manutenzione e progetti di rinaturalizzazione. Insomma, una pianta multitasking, perfetta e dai risultati estetici sempre meravigliosi.

Prendersi cura della ginestra: irrigazione, potatura e concimazione

Una volta stabilita, la ginestra non ha bisogno di irrigazione regolare. Resiste bene alla siccità e se coltivata in vaso o nei primi mesi dopo il trapianto, può richiedere acqua in caso di prolungata assenza di pioggia.

Eseguire la potatura è consigliabile, soprattutto dopo la fioritura, quindi in estate. Questo è uno step particolarmente importante dal punto di vista della stimolazione: ripulendo la pianta la forma sarà contenuta e la nuova vegetazione nascerà più rigogliosa di prima. Attenzione a non tagliare troppo: i fiori si formano sui rami dell’anno precedente.

E la concimazione? In terreni poveri può essere utile somministrare alla ginestra un fertilizzante leggero a lento rilascio, povero di azoto. Step da eseguire in primavera, evitando di utilizzare concimi troppo ricchi che favoriscono la vegetazione a scapito dei fiori.

Parassiti e malattie della ginestra: cosa sapere

Generalmente resistente, la ginestra può occasionalmente essere attaccata da afidi o cocciniglie. Monitorare la pianta e intervenire con trattamenti specifici se necessario.

Fioritura della ginestra: quando sboccia e quanto dura

La fioritura della ginestra è un evento spettacolare che colora il paesaggio di giallo intenso. Avviene principalmente tra maggio e giugno, a seconda delle condizioni climatiche. Per garantire una fioritura rigogliosa è consigliabile assicurarsi di posizionare la pianta alla luce del sole (almeno 6 ore di luce diretta al giorno) e, come visto pocanzi, di eliminare tutti i fiori appassiti per favorire la produzione di nuovi boccioli.

La ginestra è velenosa?

È vero, alcune specie di ginestra sono velenose se ingerite. In particolare, la ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius) contiene alcaloidi tossici per l’uomo e per gli animali domestici. È bene evitare di piantarla in luoghi accessibili a bambini e animali. La semplice manipolazione non è pericolosa, ma è sempre buona norma lavare le mani dopo averla potata.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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