Quando si compra casa, o semplicemente la si deve arredare da zero, arrivando alla zona della cucina la domanda sorge sempre spontanea: che cosa consuma davvero di meno, il fornello a gas o il piano a induzione? Alla luce del caro-bollette e dell’emergenza climatica, la risposta è più che mai cruciale. In questa breve guida cercheremo di mettere a confronto entrambe le soluzioni (e le loro caratteristiche) in modo tale che ognuno di voi possa scegliere con criterio e critica l’opzione migliore.
Fornello a gas e piano a induzione: le differenze di funzionamento
Il classico piano cottura a gas è ancora presente nella maggior parte delle cucine italiane. Funziona grazie alla combustione di metano (o GPL) che alimenta i bruciatori, generando fiamme regolabili tramite manopole. Si tratta di un sistema semplice, economico all’acquisto e compatibile con qualsiasi pentolame. Tuttavia, la fiamma libera comporta dispersione di calore e qualche rischio legato a fughe o incendi accidentali.
I piani a induzione, invece, non hanno fiamme. Sotto la superficie in vetroceramica si trovano bobine che generano campi magnetici: quando si appoggia una pentola con fondo ferromagnetico, il calore si sviluppa direttamente all’interno del recipiente. Risultato? Maggiore efficienza, tempi di cottura più rapidi e un controllo preciso della temperatura. La superficie rimane fredda, riducendo il rischio di scottature e semplificando la pulizia.
Cosa consuma di meno: gas o induzione?
Il confronto non è così immediato, perché entrano in gioco diversi fattori: il prezzo delle materie prime, la frequenza di utilizzo, la potenza del contatore elettrico e persino le abitudini in cucina.
Consumi medi di un piano a induzione
Dopo un picco iniziale di potenza, si attestano intorno a 0,6 kWh per ora di utilizzo.
Consumi medi di un fornello a gas
Oscillano tra 0,10 e 0,33 metri cubi di gas all’ora, a seconda della grandezza del fuoco acceso.
Tradotti in bolletta (sulla base delle tariffe attuali), significa che il piano a induzione viene a costare circa 0,07-0,08 € all’ora, mentre il fornello a gas da 0,03 € fino a 0,13 € all’ora.
Quindi il gas può risultare più conveniente per i fornelli piccoli, mentre l’induzione può costare meno quando si usano piastre medie o grandi.
Efficienza energetica: il punto forte dell’induzione
Se si guarda all’efficienza energetica, l’induzione è imbattibile. Infatti, i piani di cottura che seguono questo modello, trasformano in calore oltre il 90% dell’energia consumata. Caratteristica che non si ritrova nei fornelli a gas classici, che si fermano attorno al 40-55%, poiché molta energia si disperde nell’aria che si crea intorno alla fiamma.
Per fare un esempio pratico: per portare a ebollizione una pentola d’acqua, il gas disperde circa il 60% del calore prodotto, mentre l’induzione limita le perdite a meno di un quarto. Questo significa che, a parità di tempo, l’induzione cuoce più in fretta e con minori sprechi.
Altri fattori da considerare prima di scegliere l’induzione o il fornello a gas
La scelta del fornello a gas o del piano a induzione dipende sì dal consumo dell’energia e da quanto poi effettivamente si andrà a risparmiare in bolletta, ma oltre a questo bisognerebbe tenere conto di altri fattori, qui riassunti di seguito.
Sicurezza
L’induzione elimina il rischio di fughe di gas e riduce quello di incendi domestici. Inoltre, la superficie non si surriscalda (se non per il calore residuo della pentola). Il gas, invece, richiede maggiore attenzione, soprattutto in case con bambini e/o anziani.
Pulizia e mantenimento
Il piano a induzione ha una superficie liscia che si pulisce con facilità. Al contrario, i fornelli a gas hanno griglie, bruciatori e spazi difficili da raggiungere.
Costo iniziale
Un piano a gas è generalmente più economico all’acquisto (circa 200-300 euro), mentre l’induzione richiede un investimento iniziale maggiore (500-700 euro in media). Inoltre, per cucinare a induzione servono pentole con fondo magnetico: chi non le possiede dovrà acquistare un nuovo set, quindi investire altri soldi per avere tutto l’occorrente giusto.
Potenza del contatore
Un aspetto spesso trascurato riguarda la potenza elettrica disponibile. Un piano a induzione può richiedere l’aumento del contatore domestico da 3 a 4,5 o 6 kW. Questo comporta costi fissi maggiori, che possono incidere notevolmente sulla bolletta. Il consumo rimane più basso rispetto al fornello a gas, ma questo aspetto è comunque da considerare.
Gas o induzione: quale conviene davvero?
Alla domanda “cosa consuma di meno, il gas o l’induzione?” non c’è una risposta assoluta. Dipende dal contesto. Se si tende a cucinare spesso e a lungo, l’induzione può certamente diventare più conveniente nel tempo, grazie all’alta efficienza. Se, al contrario, si cucina poco o si utilizza quasi sempre fornelli di piccole dimensioni, il gas può risultare ancora più economico. Dal punto di vista ambientale e della sostenibilità, l’induzione resta sempre la scelta più green, perché non emette direttamente CO? e sfrutta energia che può provenire da fonti rinnovabili.
Il confronto tra fornello a gas e piano a induzione però non si esaurisce nei numeri della bolletta; entrano in gioco fattori di sicurezza, praticità, sostenibilità e costi a lungo termine.
L’induzione rappresenta la scelta del futuro: più efficiente, più sicura, più rispettosa dell’ambiente. Il gas resta invece una soluzione economica nell’immediato e più flessibile per chi non vuole cambiare pentole o potenza del contatore.
La scelta migliore, insomma, non è universale: dipende dallo stile di vita di ognuno, dalle abitudini in cucina e dalle tariffe energetiche applicate.