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Fiore di loto, come coltivare e curare la pianta acquatica

Vero e proprio capolavoro della natura, il fiore di loto conquista con la sua bellezza ed eleganza, impreziosendo ogni luogo in cui si trova. Questa pianta acquatica è simbolo di purezza, rinascita e spiritualità: ricca di significati profondi, si distingue per i suoi grandi fiori decorativi e le foglie tondeggianti e idrorepellenti, capaci di respingere l’acqua e lo sporco grazie al cosiddetto effetto loto. Approfondiamo di seguito come coltivare e prendersi cura di questa straordinaria pianta acquatica.

Fiore di loto e l’esposizione

Il fiore di loto fa parte del genere Nelumbo, che comprende due specie principali, la Nelumbo nucifera, originaria dell’Asia, e la Nelumbo lutea, proveniente da America centrale e settentrionale. Con il suo fascino abbellisce stagni, laghetti ornamentali, giardini, terrazzi e anche ambienti interni. I suoi petali delicati e profumati sono tinti da molteplici sfumature, tra cui bianco, rosa e giallo, e sbocciano sopra le foglie. Queste ultime sono sostenute da steli robusti: a differenza delle ninfee il fiore di loto non galleggia liberamente, ma si trova sopra la superficie dell’acqua.

Il fiore di loto va coltivato su uno specchio d’acqua e per prosperare richiede ambienti caldi e luminosi, con almeno 6 ore al giorno di luce solare diretta. Il terreno ideale è argilloso, ricco, denso e stabile, evitando quelli troppo leggeri e sabbiosi, e l’acqua in cui viene fatto crescere deve essere calma e pulita. Questa pianta acquatica predilige un clima mite, con temperature comprese tra i 24 e i 30 gradi. Il periodo migliore per dedicarsi alla sua coltivazione è la primavera, per vederla così fiorire in estate. Il fiore di loto impiega tra i 60 e i 90 giorni per sbocciare se coltivato in condizioni ottimali. In inverno va protetto in luoghi riparati, in modo da evitare eventuali danni dettati dal gelo.

Coltivazione del fiore di loto

Tanto suggestivo, quanto ricco di profondi significati, il fiore di loto trasforma qualsiasi ambiente in un angolo di bellezza e serenità. Coltivarlo dà molte soddisfazioni, ma richiede specifici accorgimenti. Se si possiede un laghetto naturale o artificiale in giardino, il fiore di loto è una scelta perfetta per impreziosirlo, ma può essere anche coltivato sul terrazzo o negli interni di casa, rispettando le sue esigenze in termini di luce e spazio.

Il contenitore scelto deve essere ampio e profondo e va riempito con del terriccio ricco e denso, ad esempio un mix di argilla e torba, che ne permetta lo sviluppo radicale e trattenga l’umidità.

Se si parte dal seme, bisogna innanzitutto scarificarlo leggermente, grattando la sua superficie dura con una lima di metallo, permettendo così all’acqua di penetrare e stimolare la germinazione. I semi scarificati vanno immersi in acqua a temperatura ambiente, cambiandola ogni giorno per mantenerla pulita, e lasciati germogliare, processo che richiede generalmente da alcuni giorni a qualche settimana.

Una volta che compaiono le prime radici e almeno una foglia galleggiante, le piantine vanno spostate in un recipiente più capiente, senza fori di drenaggio, riempiendolo per metà con il substrato e con dell’acqua fino a coprire il terreno. Bisogna assicurarsi che le radici siano ben interrate e le foglie galleggino all’aperto. Per fiorire in modo rigoglioso, il vaso deve essere posto in un luogo soleggiato e l’acqua mantenuta sopra i germogli.

In alternativa, per la coltivazione del fiore di loto si può partire dal rizoma, da posizionare orizzontalmente e con un germoglio rivolto verso l’alto, in un substrato umido, interrandolo a una profondità di 5 centimetri. Il vaso va immerso poi nell’acqua, facendo in modo che la parte superiore del rizoma sia coperta tra i 5-10 centimetri.

Sia che si coltivi da seme, che da rizoma, quando le piantine del fiore di loto hanno sviluppato le foglie fuori dall’acqua possono essere trasferite nel laghetto, verificando che questo sia al sole e profondo tra i 30 e i 50 centimetri. Il vaso va collocato sul fondo del laghetto, facendo in modo che l’acqua copra leggermente i germogli. Nel momento in cui le foglie galleggiano in modo stabile e il sistema radicale è sviluppato, si può rimuovere il recipiente con delicatezza, facendo sì che le piante affondino direttamente nel fondale e proseguano la loro crescita nel laghetto.

Cura del fiore di loto

Il fiore di loto non è particolarmente delicato, ma per prosperare richiede azioni mirate per quanto riguarda la sua manutenzione. L’acqua in cui è immerso deve coprire il suolo sopra i 20 centimetri ed essere sempre pulita: se si coltiva in un laghetto si può ricorrere a un sistema di filtraggio dell’acqua. Quando cresce in vaso, il substrato va mantenuto umido, occupandosi delle irrigazioni ogni 3 o 4 giorni ed è necessario concimare la pianta ogni 20 giorni, ricorrendo a del fertilizzante liquido.

Nella cura del fiore di loto bisogna rimuovere regolarmente fiori morti, steli e foglie danneggiate e alghe. Dopo la fioritura, tra l’autunno e l’inverno, ci si deve dedicare alla potatura vera e propria.

La pianta resiste al freddo, essendo tuttavia sensibile all’acqua ghiacciata, che danneggia le sue radici. Durante l’inverno bisogna prevenire il congelamento dell’acqua, per esempio ricorrendo per il laghetto a delle pompe con cui movimentarla, mentre se si coltiva in vaso, spostando il recipiente in un luogo protetto. Tra le varie problematiche con cui si possono fare i conti, la pianta è soggetta a macchie fogliari, muffe, ruggini e marciume radicale. Altra criticità sono gli attacchi di lumache, afidi e acari che ne danneggiano gli steli e portano a scolorimento, dovendo ricorrere a insetticidi naturali oppure a prodotti specifici per rimuoverli.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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