Il tema dell’energia rinnovabile non è più un argomento per addetti ai lavori, ma una questione quotidiana che riguarda milioni di famiglie italiane. Bollette sempre più alte, crisi energetica e attenzione crescente alla sostenibilità hanno spinto molti a chiedersi: come produrre energia rinnovabile in casa? Ecco, la buona notizia è che oggi le tecnologie sono mature e accessibili, ma soprattutto consentono a chiunque voglia di provare ad abbassare i consumi, abbattere i costi e in alcuni casi persino di rendersi completamente autonomi dal punto di vista energetico. In questa breve guida cercheremo di rispondere alle domande più frequenti: quali fonti rinnovabili si possono usare in casa, quali alternative esistono al fotovoltaico e se sia davvero possibile produrre energie elettrica fai da te.
Come produrre energia rinnovabile in casa
Produrre energia rinnovabile in casa significa sfruttare le risorse naturali disponibili (quindi sole, vento, acqua, calore del sottosuolo o biomasse) per generare elettricità o calore senza ricorrere ai combustibili fossili. Prima di arrivare alla fase della concretezza, c’è una domanda a cui ogni individuo dovrebbe rispondere: di quanta energia ho bisogno per la mia casa? Ad esempio, una famiglia media in Italia consuma tra i 2.500 e i 3.000 kWh all’anno. In base ai consumi, alla posizione geografica e alle caratteristiche dell’immobile, si può scegliere la soluzione più adatta.
Tra gli impianti domestici più diffusi:
- Pannelli solari fotovoltaici per produrre energia elettrica;
- Solare termico per acqua calda sanitaria e riscaldamento;
- Mini-eolico per sfruttare il vento;
- Micro-idroelettrico, se si vive vicino a corsi d’acqua;
- Geotermia e pompe di calore;
- Biomasse per riscaldamento a basso impatto ambientale.
Quali sono le energie rinnovabili da utilizzare in casa
Appurato l’elenco delle energie rinnovabili potenzialmente usabili all’interno della propria abitazione, proviamo a vederne a una a una e capirne insieme le caratteristiche.
Fotovoltaico: la soluzione più diffusa
Il fotovoltaico è la tecnologia più conosciuta e ormai la più installata in Italia. I pannelli catturano l’energia del sole e la trasformano in elettricità. Con un impianto ben dimensionato e dotato di batterie di accumulo, è possibile coprire fino all’80% dei consumi di una famiglia. I vantaggi? Riduzione drastica della bolletta, incentivi fiscali e possibilità di vendere l’energia in eccesso alla rete. Tra le ultime novità, anche tegole fotovoltaiche e pannelli integrati direttamente nei tetti delle abitazioni.
Solare termico: acqua calda gratis dal sole
Non solo elettricità: i pannelli solari termici permettono di riscaldare l’acqua sanitaria e contribuire al riscaldamento domestico. Una tecnologia semplice, collaudata e molto diffusa soprattutto nelle regioni del Sud Italia.
Mini-eolico: il vento in giardino
Se si vive in zone ventose, il minieolico rappresenta un’alternativa interessante. Le turbine domestiche hanno dimensioni contenute e non richiedono necessariamente spazi enormi. L’energia prodotta può essere usata subito, accumulata o immessa in rete. Un ottimo modo per utilizzare energie rinnovabili nell’ambiente domestico.
Idroelettrico domestico: solo dove c’è acqua
Più raro, ma molto efficiente: i sistemi micro-idroelettrici sfruttano la forza dell’acqua di un ruscello o di un canale vicino all’abitazione. L’acqua scorre costantemente e garantisce una produzione continua, spesso superiore a quella del vento o del sole. Chiaramente si tratta di una soluzione fattibile solo per tutti coloro che vivono o in zone di campagna, di collina o comunque non nel centro traffico cittadino. È un ottimo modo per risparmiare.
Geotermia: il calore della terra
Sotto i nostri piedi il terreno conserva una temperatura costante; le sonde geotermiche e le pompe di calore permettono di sfruttare questa energia per riscaldare e raffrescare gli ambienti domestici, oltre a produrre acqua calda sanitaria. È una soluzione particolarmente adatta alle nuove costruzioni e alle abitazioni indipendenti.
Biomasse: dal legno all’energia
Le biomasse comprendono scarti agricoli, legna, pellet e residui organici. Utilizzati in stufe e caldaie di nuova generazione, permettono di riscaldare gli ambienti con un impatto ambientale contenuto, soprattutto se provenienti da filiere locali.
Quindi è possibile produrre energia elettrica in proprio?
La risposta è chiaramente “sì”. Sempre più famiglie oggi in Italia scelgono di diventare “prosumer”, ossia produttori e consumatori di energia. A pensarci, infatti, un impianto domestico ben progettato permette sia di coprire buona parte dei consumi elettrici, di ridurre drasticamente la dipendenza da compagnie energiche, di risparmiare in bolletta fino al 70% e di contribuire alla transizione ecologica. Tuttavia, l’autoproduzione non significa solo isolamento dalla rete elettrica. La maggior parte degli impianti, infatti, è connessa e consente di scambiare energia con il gestore e di accumulare l’elettricità prodotta e/o di venderla.
Produrre energia rinnovabile a casa: cosa sapere prima di iniziare
Chi decide di installare un impianto per produrre energia rinnovabile in casa deve mettere in conto non solo l’investimento economico, ma anche (e soprattutto, almeno all’inizio) alcuni passaggi burocratici indispensabili per essere in regola. La procedura può sembrare un po’ complessa, ma seguendo con attenzione l’iter corretto si eviteranno ritardi e/o problemi futuri. Ad esempio, se dovessimo parlare di “step da seguire”, la verifica di fattibilità tecnica starebbe al primo posto. Si parte proprio da qui: si capisce (e si verifica, appunto), l’idoneità del sito, che sia il tetto di una casa o un terreno, e si capisce quale tipologia di impianto risponde meglio alle esigenze energetiche della famiglia.
Poi c’è tutta la questione che riguarda la richiesta di autorizzazione. In base alla potenza dell’impianto e alla normativa locale possono essere necessarie pratiche come la DIA (Denuncia di Inizio Attività), o la PAS (Procedura Abilitativa Semplificata). Per gli impianti minori, invece, di solito è sufficiente una semplice comunicazione al Comune. Inoltre, è importante da considerare anche la connessione alla rete: l’impianto deve essere collegato alla rete elettrica nazionale, per cui la domanda va presentata al Gestore di Rete, che autorizzerà l’allaccio e disciplinerà i flussi di energia. Ci sono poi l’accesso agli incentivi, il collaudo e l’attivazione e infine, ma non per minore importanza, la manutenzione e il monitoraggio, fondamentali ai fini di una buona riuscita dell’obiettivo.
Energia rinnovabile a casa: le tendenze del futuro
Accanto alle soluzioni già diffuse, il settore delle energie rinnovabili in area domestica si sta impegnando ad aggiornarsi, ma soprattutto si sta muovendo verso tecnologie sempre più integrate e invisibili. Infatti, si sta parlando molto di nuove opzioni, come le tegole fotovoltaiche (in Canada già esistono), o come i tetti in vetro trasparente con sistemi di captazione termica (nascono in Svezia). Ci sono anche i moduli solari integrati nei materiali da costruzione e i dispositivi che catturano energia dall’aria o dalle vibrazioni ambientali. L’obiettivo, alla fine, è sempre uno solo: rendere ogni abitazione una piccola centrale energetica, senza però rinunciare all’estetica e riducendo al minimo l’impatto ambientale.

