L’oleandro, Nerium oleander, è senza dubbio una delle piante ornamentali più affascinanti e diffuse nei nostri giardini e terrazzi. I suoi fiori vivaci e le foglie sempreverdi incantano lo sguardo, ma nascondono un dettaglio che va conosciuto: l’oleandro è velenoso in tutte le sue parti. Coltivarlo non è complesso, perché richiede pochi interventi durante l’anno e cure molto semplici. Originario dell’Asia, l’oleandro ormai cresce in modo del tutto spontaneo nel territorio del mediterraneo. Si riconosce per le sue foglie ovali lunghe e di colore verde scuro (tipica la nervatura centrale), per i suoi rami tinti di verde brillante e naturalmente per i suoi fiori dai colori brillanti (dal bianco, rosa e persino rosso).
Coltivazione e cura dell’oleandro: in vaso e/o in terra
Coltivare l’oleandro è piuttosto semplice. Questa pianta, infatti, può essere tenuta sia in vaso, sia in terra e fatta eccezione per i primi due anni, durante i quali si dovrà essere un po’ più attenti dal punto di vista dell’irrigazione, una volta che le radici avranno attecchito per bene, l’arbusto riuscirà a resistere anche nei periodi di siccità intensa.
Se si sceglie la coltivazione in vaso, basterà avere a mente un paio di informazioni essenziali. Intanto, bisognerà scegliere contenitori ampi, profondi e con fori di drenaggio. Sul fondo, sarà utile disporre una giusta quantità di argilla espansa e poi coprire con del terriccio ben drenato. Il vaso consigliato è di circa 40 cm di diametro; in questo modo l’oleandro crescerà sano e forte. Essendo una pianta termofila ed eliofila, il sole è il suo migliore amico. Non è un caso, infatti, che abbia bisogno di almeno 6-8 ore di luce diretta al giorno, utile per garantire fioriture abbondanti.
Dove piantare l’oleandro
Che si tratti di una coltivazione in vaso o in terra, l’oleandro deve essere piantato in una zona dal clima temperato. Come ogni pianta, anche lui teme i ristagni d’acqua, che causano marciume radicale, mentre per quanto riguarda il freddo, è piuttosto “fragile”. Durante le stagioni invernali e davanti a temperature particolarmente rigide, l’oleandro potrebbe soffrire, perciò va protetto. Se ci si trova in zone dove le piogge sono frequenti, il consiglio è sempre lo stesso: coprire la pianta con un telo specifico già a partire dal mese di ottobre ed esporla poi di nuovo con la nuova primavera. In zone molto fredde, invece, l’oleandro cresce meglio in vaso; in questo modo spostarlo sarà più semplice, ma l’attenzione per quanto riguarda l’irrigazione sarà maggiore.
Infine, ma non per importanza: le radici dell’oleandro sono invasive? In vaso, no: limitate dallo spazio. In terra, sviluppano un apparato radicale vigoroso ma non marcatamente invasivo. Per tenerlo come “nano” o arbusto contenuto, la coltivazione in vaso è la scelta ideale.
Annaffiatura dell’oleandro: cosa sapere
L’oleandro non richiede troppe attenzioni, ma quelle base sì. Ad esempio, per quanto riguarda l’annaffiatura, basta sapere che se coltivato a terra l’impegno sarà minimo. Durante i primi anni di crescita (estate soprattutto), questa pianta dai fiori meravigliosi dovrà essere irrigata almeno due volte al mese. Superata questa fase, l’irrigazione diventerà più sporadica.
Se coltivata in vaso, invece, l’irrigazione sarà maggiore e seguirà le fasi della vita della pianta. A partire dalla primavera, annaffiare l’oleandro diventerà un impegno un po’ più “regolare”. È infatti in questo periodo dell’anno che il substrato terroso sarà più asciutto, elemento fondamentale dal punto di vista del rischio del ristagno radicale.
Quando e come potare un oleandro
La potatura dell’oleandro va effettuata con cura, poiché si tratta di una pianta velenosa in tutte le sue parti. Vanno dunque adottate tutte le precauzioni del caso e utilizzate di conseguenza le giuste attrezzature (guanti da giardiniere, cesoie, abiti che coprano braccia e gambe). Il periodo migliore per potare questa bellissima pianta è il post-fioritura, quindi sia durante la stagione autunnale, sia verso la fine dell’inverno.
Potare l’oleandro è molto semplice: si può procedere con il tagliare i vecchi rami dalla radice, ma dopo il periodo successivo alla fioritura si consiglia sempre di tagliare al di sopra del nodo fogliare, oppure tagliare i rami della pianta di un terzo. In questo modo non solo si renderà l’aspetto migliore, ma si contribuirà a favorire una crescita più rigogliosa per il futuro.
Se l’oleandro è coltivato in vaso, la potatura cambia. In questo caso la pianta sarà da potare subito dopo la fioritura, tagliando tutti rami fioriferi di almeno la metà.
Oleandro: malattie e parassiti
L’oleandro può essere minacciato da funghi e parassiti, facilmente riconoscibili se si osservano bene foglie e rami. Tra le malattie fungine, la maculatura provoca chiazze irregolari e caduta delle foglie, la fumaggine annerisce la superficie fogliar, la rogna, favorita da potature errate, riduce la fioritura, mentre il cancro rameale, trasmesso da attrezzi infetti, causa escrescenze sui rami.
Tra gli insetti, il ragnetto rosso intreccia sottili ragnatele e succhia la linfa, mentre la cocciniglia (le foglie gialle sono un indizio), visibile sotto le foglie, provoca ingiallimenti e caduta. Per prevenire, essenziale evitare ristagni d’acqua e garantire un buon drenaggio.
Quanto è velenoso l’oleandro? Le caratteristiche della pianta
L’oleandro contiene glicosidi cardioattivi, detti cardenolidi, tra cui oleandrina, oleandrigenina, digitoxigenina e altri, che agiscono sul muscolo cardiaco rallentando o alterando il battito, e possono causare aritmie, iperkaliemia e insufficienza cardiaca. Tutta la pianta è tossica: foglie, fiori, rami, radici, semi, corteccia, e persino l’acqua in cui restano immersi rami o fiori può diventare velenosa. I fumi derivati dalla combustione dell’oleandro sprigionano sostanze tossiche per inalazione.
Basta che un bambino ingerisca una sola foglia perché l’intossicazione risulti fatale; negli adulti, l’ingestione di poche foglie (2-5) può scatenare sintomi seri, mentre 10-20 foglie possono causare la morte. Attenzione anche agli animali; bastano due foglie per arrecare gravi disturbi a un cane di 10 kg, mentre una dose di 30 g è letale per un bovino o un cavallo.
Tra i sintomi da avvelenamento più frequenti: nausea, vomito, dolori addominali, confusione, cefalea, bradicardia o tachicardia, aritmie, fino ad arresto cardiaco, coma o morte. Il contatto con linfa o lattice può causare irritazioni cutanee e oculari.
Prezzo e varietà dell’oleandro
Il prezzo dell’oleandro in vaso varia in base a varietà, dimensioni e condizioni: piante sane, con foglie verdi e prive di macchie, in vasi ben drenati, costano di più. In generale, un oleandro “nano” o già formato per terrazzi può costare da circa 10 a 30 €, ma prezzi più elevati si hanno per varietà ibride o più grandi (dati indicativi, può variare a seconda dei vivai locali e la zona).
Esistono diverse varietà: fiori rosa, bianchi, gialli, anche stradoppi o variegati; alcune sono più resistenti alle malattie, altre offrono fioriture più abbondanti. Esteticamente parlando, sono tutte meravigliose.