2 Novembre 2025

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    “Un bioreattore per trasformare lino e canapa in fibra da riusare al posto della plastica”

    Fibre liberiane. Bioreattori. Macerazione. No, non è un test delle associazioni verbali di Jung, ma i tre ingredienti chiave della startup milanese Sylfib. “Semplicemente estraiamo da lino, canapa e altre piante la fibra nobile che può essere reimpiegata nel tessile, nell’edilizia per pannelli termoisolanti, nell’industria cartaria e nel ramo bioplastico. Il tutto abbinando anche una personalizzazione che incide sulle prestazioni finali”, spiega Emanuele Bertolotti, co-fondatore e Ceo di Sylfib. Potrebbe essere uscito dall’universo di Star Trek, ma il primo prototipo avrebbe ricordato di più la vasca da bagno di Fred Flintstone.

    Le fibre liberiane sono le fibre tessili vegetali che si ottengono dalla corteccia interna del fusto di alcune piante, come lino, canapa, ortica, ginestra, kenaf e ramiè. Sono caratterizzate da resistenza e versatilità, e grazie alla lavorazione di Sylfib possono acquisire ulteriori attributi. “Oggi riforniamo soprattutto società di filatura o direttamente aziende tessili, nonché cartiere. Però questa seconda materia prima può essere in ogni ambito dove si punti su biocompositi”, aggiunge Bertolotti. Sylfib sta per System Luxury Fiber, “perché secondo noi è un lusso poter utilizzare delle fibre realmente sostenibili, realmente naturali e che effettivamente possano in qualche modo sostituire la plastica”.

    Come funziona il bioreattore di Sylfib
    Un bioreattore genericamente è un dispositivo in cui si inducono e gestiscono reazioni biologiche, principalmente tramite l’azione di microrganismi, cellule o enzimi, in un ambiente controllato. La versione di Sylfib, grande come un container di 4 x 2,5 metri (comunque modulare), non solo è dotata di sensori avanzati che ne consente anche la gestione in remoto, ma può essere impiegata per occuparsi totalmente della fase di macerazione delle piante che consente poi di ottenere la fibra per i successivi usi. Il tutto ovviamente con un procedimento naturale, senza enzimi e additivi, a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina dove la soda caustica domina il processo. E così si spiega perché il lino low-cost è bianco e fine. More