Il vero mostro di Halloween è lo spreco. Dalle zucche ai vestiti, è tempo di riciclo
Il mostro più spaventoso di Halloween è lo spreco. Questa notte milioni di persone nel mondo festeggeranno la festa del “dolcetto o scherzetto” con costumi mostruosi, tante decorazioni e una innumerevole quantità di zucche. Dietro al divertimento, gli scherzi e gli effetti speciali per rendere la celebrazione sempre più “paurosa”, c’è però un lato preoccupante che in anni di maggiore consapevolezza sulla necessità di una migliore impronta ambientale sta emergendo con forza: l’enorme volume di sprechi che vengono generati, per esempio quelli delle celebri zucche in cui inserire le candele, ma anche la grande quantità di costumi e materiali in plastica spesso destinati a finire in discarica.
Conoscere i volume dell’impatto di queste criticità può aiutarci a ragionare su un Halloween più sostenibile in cui realizzare per esempio costumi con materiale di scarto o riciclato, oppure l’importanza di recuperare, cucinare o usare per il compostaggio le zucche anziché avviarle al macero e a conseguenti emissioni di metano. Una fotografia dell’impronta negativa ambientale di Halloween la restituiscono bene due realtà dove questa ricorrenza è fortemente celebrata, come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. Nel Regno Unito per esempio si stima che ogni anno vengano prodotte 18mila tonnellate di scarti di zucca. Solo in territorio britannico 22 milioni di zucche vengono gettate, per uno spreco alimentare che è stimato in 32 milioni di sterline. In media, solo una persona su nove cucinerà – dopo averle intagliate e trasformate in simboli della paura – le zucche utilizzate. A livello di costumi si parla invece di sette milioni di capi gettati via dopo Halloween, vestiti che vengono indossati una sola volta da quasi la metà delle persone. Secondo il gruppo Hubbub, che ha condotto uno studio sui rifiuti, buona parte di questi capi, il 63%, contiene poliestere che può impiegare anche due secoli a decomporsi e l’83% dei costumi è fatto in generale con parti di plastica non riciclabile. Per questo le stime indicano una produzione di circa 2000 tonnellate di rifiuti di plastica solo nella settimana di Halloween, tenendo conto anche degli imballaggi delle caramelle usate per il famoso “dolcetto o scherzetto”.
Negli Stati Uniti gli sprechi diventano esponenziali. Partendo dai dolcetti, la stima è che in media ogni bambino che bussa con il suo contenitore per raccogliere cioccolatini alle porte dei vicini genera in media mezzo chilo di spazzatura. Il numero delle zucche che finiscono al macero poco dopo un solo giorno di festa è poi davvero incredibile: si parla di 450 milioni di chili di zucche. Come costumi, saranno invece 35 milioni i capi che finiranno per essere gettati, secondo FairylandTrust. Infine, un altro spreco da non sottovalutare, è quello dei semi di zucca, che sono considerati una miniera d’oro dal punto di vista nutrizionale dato che contengono proteine, zinco, magnesio e grassi sani. Anche questi potrebbero essere risparmiati nella corsa al consumismo, così come la parte delle zucche intagliate e magari difficili da consumare può sempre essere donata a fattorie locali in grado di riusarle come mangime per gli animali. Tutti numeri, quelli che riguardano Usa e Uk, che ci aiutano a ragionare sull’enorme impatto di una festa che sta crescendo per volumi di consumo anche in Italia. Di recente la Coldiretti ha stimato, per l’Halloween 20225, un valore di circa 30 milioni di euro legato alla “zucca economy”. Quest’anno, dopo forti cali di produzione legati alla crisi del clima, la coltivazione di zucca si è leggermente ripresa e le stime indicano un raccolto totale di quasi 40mila tonnellate, con un prezzo medio al dettaglio intorno a 2 euro al chilo anche se “può arrivare al doppio o al triplo” a seconda di varietà o se già sbucciate, ricorda la Coldiretti. Un prezzo non da poco che, oltre alla questione emissioni e inquinamento da plastica, dovrebbe essere un motivo in più per riutilizzare anziché sprecare. LEGGI TUTTO
 
 

