consigliato per te

  • in

    Calendario scolastico 2025-26: tra ponti ridotti e un Natale da record, poche occasioni per riposare

    Le vacanze estive stanno per finire e la campanella presto tornare a suonare. In Italia la pausa estiva resta una delle più lunghe d’Europa – circa tredici settimane – ma non per questo gli studenti possono dirsi privilegiati. L’anno scolastico, infatti, offre poche interruzioni: due grandi blocchi, Natale e Pasqua, con pochissimi ponti in mezzo.
    Il super Natale
    Quest’anno, però, il calendario regala almeno un “super Natale”. Nella maggior parte delle regioni lo stop alle lezioni scatterà il 23 dicembre, con qualche eccezione (Emilia-Romagna, Toscana e Bolzano dal 24). Molti istituti, sfruttando l’autonomia scolastica e la possibilità di modulare i giorni, hanno scelto di anticipare al 22 per contenere anche i costi del riscaldamento. Tradotto: per milioni di studenti l’ultima campanella suonerà sabato 20 dicembre, o addirittura venerdì 19. Il rientro? Mercoledì 7 gennaio, dopo un’Epifania che quest’anno cade di martedì.
    Poche occasioni per staccare
    Sul fronte dei ponti, il 2025-2026 non sarà altrettanto generoso. Per Ognissanti niente ponte, il 1° novembre cade di sabato. Buone notizie per l’Immacolata: con l’8 dicembre che cade di lunedì (a Milano, però, Sant’Ambrogio si festeggerà di domenica). Arriviamo alla Pasqua: domenica 5 aprile, con vacanze lampo – dal 2 al 7 aprile – con un giorno in più solo a Trento.
    Buono il 1 maggio
    E se per il 25 aprile nessun ponte, perché cade di sabato, col 1° maggio si può attaccare il fine settimana perché la festa cade di venerdì. Il 2 giugno altro stop lungo, con il giorno della Repubblica che cadrà di martedì. Per la fine dell’anno scolastico bisognerà attendere giugno come sempre: le scuole chiuderanno tra il 6 e l’11, con la Lombardia che terminerà martedì 8.
    Rientri scaglionati
    Come da tradizione, i primi a tornare sui banchi saranno gli studenti della provincia di Bolzano, già da lunedì 8 settembre. Seguono Trento, Veneto, Piemonte e Valle d’Aosta il 10; il Friuli Venezia Giulia l’11; la Lombardia il 12. La gran parte delle regioni ha fissato l’inizio al 15 settembre (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria). Ultime Calabria e Puglia, martedì 16 settembre. LEGGI TUTTO

  • in

    Addio ai cellulari e nuova maturità, a scuola si cambia

    “A” come alloggi calmierati per i docenti. “B” come bonus più corposi per l’acquisto dei libri di testo da parte delle famiglie meno abbienti. “C” come cattedre, quelle perse, 5.660 in tutto dopo la sforbiciata dell’ultima legge di bilancio. “D” come divieto di usare gli smartphone anche alle superiori. C’è un alfabeto di novità nella scuola pronta al debutto del 2025/2026 disegnata dalle riforme del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
    Saranno poco meno di sette milioni i bambini e i ragazzi che, zaino in spalla, varcheranno i cancelli, 134mila meno dell’anno scorso. Colpa dell’inverno demografico che colpirà soprattutto elementari e medie.
    Sui banchi si tornerà a partire dall’8 settembre, ma quel giorno la prima campanella suonerà solo a Bolzano e provincia. Il 10 toccherà agli studenti e alle studentesse del Veneto, della Valle D’Aosta, del Piemonte e della provincia di Trento. E ancora, l’11 ai ragazzi friuliani e il 12 ai lombardi. La maggior parte delle scuole riaprirà in realtà il 15 settembre, solo in Calabria e in Puglia le vacanze estive si allungheranno fino al 16.
    In cattedra arriveranno anche 48.504 prof neo assunti, tra i quali 13.860 di sostegno, 44 docenti-educatori, 6.022 insegnanti di religione cattolica e 10.348 Ata (questi i numeri autorizzati dal governo per le immissioni in ruolo). Torneranno, come ogni anno, migliaia di supplenti: le stime parlano di 140mila, la maggior parte di sostegno, docenti per i quali le famiglie di alunni con disabilità hanno potuto chiedere per la prima volta la conferma del posto.

    Scuola, la rivoluzione è lontana: sarà un altro anno di riformine

    di Viola Ardone

    27 Agosto 2025

    Gli smartphone
    Vietati anche alle superiori
    La rivoluzione più difficile da digerire per gli studenti è un divieto: stop agli smartphone alle superiori sia a lezione che per tutto l’orario scolastico, ricreazione compresa, dunque. La battaglia del ministro Valditara contro «gli effetti negativi» dei cellulari «sul benessere degli studenti e le loro prestazioni scolastiche» travalica quindi da quest’anno i confini di elementari e medie e sbarca in tecnici e licei. Per chi sgarra arriveranno sanzioni decise dal collegio dei docenti. Sul piano pratico, per attenersi alla circolare ministeriale, le scuole si stanno attrezzando per ritirare e custodire i telefonini durante le lezioni: portaoggetti da parete, contenitori, armadietti chiusi a chiave. Uniche eccezioni concesse: se l’uso dello smartphone è previsto dal piano didattico degli alunni con disabilità o per le attività formative negli indirizzi di informatica o telecomunicazioni.

    Niente smartphone in classe, ecco come le superiori si preparano ad applicare la norma Valditara

    di Salvo Intravaia

    26 Agosto 2025

    La condotta
    Con il 6 esame di riparazione a settembre
    Il comportamento degli studenti diventa una materia al pari delle altre, e come tale verrà valutata con l’introduzione di un esame di riparazione a settembre, nel caso in cui il giudizio fosse appena sufficiente o peggio. Saranno promossi senza ulteriori prove solo gli studenti e le studentesse che, in sede di scrutinio finale, avranno ottenuto una valutazione superiore a sei decimi. Il sei in condotta comporterà invece la sospensione del giudizio: i ragazzi verranno rimandati a settembre e dovranno presentare un compito su un tema di cittadinanza attiva, legato ai motivi che hanno determinato quel basso voto. Una novità che era già scattata quest’anno per i maturandi obbligati a un lavoro aggiuntivo di educazione civica da discutere all’orale. Ora riguarderà tutti. I prof, in particolare, terranno conto di episodi di bullismo e di violenza.
    Le sospensioni
    Nei casi più gravi scattano i lavori socialmente utili
    Cambiano, e radicalmente, le sospensioni dalle lezioni: studenti e studentesse non verranno più allontanati dalle lezioni e mandati a casa. D’altronde il ministro Valditara ha sempre pensato che chi veniva sospeso spendeva poi il proprio tempo «sul divano davanti alla playstation». E allora ha deciso di riformulare così la punizione: se la sanzione stabilita è di uno o due giorni, in casi ad esempio di danni alle aule o minacce ai compagni, allora gli studenti dovranno essere coinvolti in attività di approfondimento sulle conseguenze dei loro comportamenti decise dal consiglio di classe. Se la sospensione supera invece i due giorni, per condotte gravi o reiterate, scatteranno i “lavori socialmente utili”, ovvero attività di cittadinanza solidale presso onlus, enti benefici o associazioni con cui le scuole hanno stipulato convenzioni.
    Le aggressioni
    Arresto in flagranza per chi colpisce un prof
    Lo scorso anno le aggressioni contro docenti e bidelli sono state una cinquantina. L’anno prima, tra gennaio 2023 e febbraio 2024, la polizia ne ha contate 133. Così il Consiglio dei ministri, con una modifica al Codice penale, ha deciso di varare una stretta per la tutela dei docenti e dei dirigenti scolastici. Le pene per i maggiorenni che aggrediscono fisicamente professori e presidi provocando loro delle lesioni aumentano: si passa dall’attuale condanna che va da 6 mesi a 3 anni a una reclusione da 2 a 5 anni. Ed è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza o in quasi flagranza, cioè quando l’aggressore viene preso subito dopo il pestaggio con oggetti o tracce di reato (bastoni, coltelli, tirapugni). Intanto il ministero dell’Istruzione insieme a quello del Lavoro ha reso strutturale la tutela assicurativa Inail per 10 milioni di studenti e docenti in caso di infortuni.

    Scuola, educazione sessuale solo con l’ok dei genitori. Arresto in flagranza per aggressioni ai prof

    di Viola Giannoli

    30 Aprile 2025

    La maturità
    Bocciato chi sceglierà di fare scena muta
    Anzitutto la nomenclatura: via “esame di Stato”, si tornerà a chiamarlo solo “esame di maturità”. Ma la modifica all’ultima prova delle superiori immaginata da Valditara non si ferma qui perché per il ministro l’obiettivo è «valutare lo studente a 360 gradi». Il decreto è pronto e prevede sempre due scritti e un orale ripensato in chiave multidisciplinare per misurare, oltre a conoscenze e competenze, «responsabilità, autonomia e capacità argomentativa». Negli scritti si chiederà maggiore attenzione alle competenze trasversali e al problem solving. Cambierà la seconda prova allo scientifico con l’aggiunta di quesiti di logica e comprensione del testo. Maggior rilievo verrà dato all’educazione civica, ai Pcto e all’ultimo triennio. Infine, la stangata per gli studenti (una decina quest’anno) che scelgono di fare scena muta al colloquio: saranno bocciati. La solita linea dura contro chi protesta.

    Maturità, gli studenti ribelli: “Boicottiamo l’orale”. Valditara: bocciateli

    di Corrado Zunino

    11 Luglio 2025

    Gli alloggi
    Case a prezzi calmierati per i docenti fuorisede
    l nuovo piano welfare del ministero dell’Istruzione e del Merito prevede un mix di misure per rispondere a un tema concreto: il carovita. Che comporta la rinuncia a trasferirsi, ogni anno, per numerosi insegnanti, soprattutto dal Sud al Nord, a causa dei costi delle case, dei trasporti, delle spese. Uno dei punti più innovativi e attesi riguarda gli alloggi a prezzi calmierati: i futuri progetti di edilizia residenziale sociale prevedono la possibilità di assegnare case a prezzo ridotto al personale scolastico, con priorità a chi si sposta per motivi di lavoro. È già così a Castelfranco Veneto, dove gli alloggi gestiti dall’Aeep, 80 metri quadrati ciascuno, saranno assegnati da settembre tramite bando e riservati a chi non risiede nel territorio comunale ma si trasferirà per motivi di servizio, con contratti di durata massima biennale, rinnovabili per altri due anni e canoni sostenibili. LEGGI TUTTO

  • in

    Concorso presidi: “Esposti in procura anche in Calabria e Lombardia”. Replica il ministero

    Non solo Campania. Anche in Lombardia e da ultimo in Calabria i candidati esclusi dal concorso per dirigenti scolastici bandito a fine 2023 hanno presentato altre due esposti in procura.
    Dopo il ricorso amministrativo depositato presso il Tar del Lazio, gli aspiranti presidi, riuniti nel “Movimento ordinaristi Calabria 2023”, hanno incaricato l’avvocato Massimo Romano, del foro di Napoli, di andare avanti adombrando «opacità emerse dall’attento studio di parte dei documenti ricevuti in seguito ad accesso agli atti; criticità che fanno dubitare del rispetto della trasparenza, della legalità, dell’imparzialità della procedura messa in atto da parte della commissione incaricata di valutare le prove scritte dei candidati per poi procedere con l’esame orale dei candidati ammessi».
    Le presunte opacità denunciate in Calabria
    Le ombre sul concorso riguarderebbero «l’estrazione della prova 48 ore prima dell’esame senza la presenza di testimoni, violazioni dell’anonimato delle prove dei ricorrenti, ma anche all’utilizzo di codici normativi non consentiti». Quel che raccontano gli esclusi è che, dopo l’accesso agli atti, «fra gli elaborati dei dirigenti scolastici che prenderanno servizio dal primo settembre figurano intere parti letteralmente copiate da codici non ammessi alla prova scritta». Fatti che sarebbero accaduti tutti nello stesso laboratorio. Secondo i ricorrenti, «parte dei componenti della commissione giudicatrice calabrese palesa ipotesi di incompatibilità confermate, fra l’altro, dalla firma di atti pubblici in concomitanza alla correzione dei compiti. E poi ancora ci sarebbero incongruenze nelle griglie di valutazione, negli orari della correzione dei compiti rispetto ai verbali.

    Ricorsi e denunce, concorso presidi nel caos. Il ministro: “Tolleranza zero in caso di illeciti”

    di Viola Giannoli

    14 Aprile 2025

    L’esposto in Lombardia
    L’avvocato Romano è lo stesso che ha curato anche la denuncia in procura da parte di 71 ricorrenti della Lombardia, depositata poche settimane dopo il ricorso al Tar presentato a nome di 103 candidati dall’avvocato Domenico Naso. Anche qui, come raccontato già da Repubblica Milano, tra i punti contestati c’è la tempistica dell’estrazione delle prove. A cui si aggiungono dubbi sui criteri di correzione delle prove alla luce dei risultati eterogenei tra una commissione e l’altra: una avrebbe bocciato il 70 per cento dei candidati, l’altra solo il 30.
    I nuovi dubbi in Campania: “Puntini al posto delle risposte”
    Quanto alla Campania, dove le prove sono ripartite a inizio giugno, dopo lo stop dello scorso aprile per il ritiro di tutti i membri della commissione, sarebbero emersi nuovi dettagli. Il Corriere della Sera ha raccontato ad esempio che tra gli elaborati ci sarebbe un compito in cui il quadro normativo richiesto è sostituito da puntini di sospensione, eppure il candidato sarebbe risultato idoneo. Un altro compito, poi promosso, non avrebbe raggiunto il punteggio minimo per passare la prova. In sedici avevano già presentato denuncia alla procura. Una persona della commissione esaminatrice, secondo quanto affermano i ricorrenti, «era legata da rapporti di intensa e reiterata frequentazione con uno dei candidati del concorso» che si sono poi trasformati anche in una «collaborazione professionale stabile». Ci sarebbero anche foto sui social a testimoniarlo. Poi ci sarebbero anche i candidati che in passato sono stati esaminatori di chi li esamina oggi. A settembre, per questo, i ricorrenti vorrebbero presentare un’altra segnalazione.
    Il ministero aveva già risposto garantendo «vigilanza massima» e «tolleranza zero» in caso di illeciti. E Carmela Palumbo, capo dipartimento del Mim, aveva già respinto, in un’intervista a Repubblica, alcune delle critiche dei ricorrenti.

    Concorso presidi, la capo dipartimento Palumbo: “Ricorsi respinti. Il ministero vigilerà su errori”

    di Viola Giannoli

    16 Aprile 2025

    La replica del ministero dell’Istruzione
    Ora, sempre a Repubblica, Maria Assunta Palermo, direttrice generale per il personale scolastico del ministero, spiega con una nota che «il concorso ordinario per il reclutamento dei dirigenti scolastici si è concluso in tutte le Regioni che hanno bandito posti, con l’adozione a livello regionale delle graduatorie di merito. Ogni Ufficio scolastico regionale, quindi, al momento è regolarmente impegnato nelle attività finalizzate alle immissioni nei ruoli dirigenziali per l’anno scolatico 2025/2026 di 318 vincitori totali, ripartiti a livello regionale e rientranti nel contingente assunzionale recentemente autorizzato dal ministero dell’Economia e delle Finanza e dal dipartimento della Funzione pubblica, come previsto dalla delibera del Consiglio dei ministri del 4 agosto scorso».
    «Qualora, a seguito di accertamenti della magistratura e nel rispetto delle competenze del ministero, dovessero emergere eventuali irregolarità, il Ministero come sempre sarà attento a verificare l’evolversi della situazione e ad adottare i provvedimenti necessari nell’interesse dei candidati e dell’amministrazione», prosegue Palermo.
    Nel merito dei ricorsi, la direttrice generale per il personale fa sapere che «con riferimento al contenzioso che purtroppo, come di consueto, accompagna le procedure di reclutamento del settore scolastico, l’amministrazione centrale, in coordinamento con gli Uffici scolastici regionali, ha curato le difese ottenendo pronunce giudiziali favorevoli nella quasi totalità dei ricorsi promossi avverso la procedura. A titolo di esempio si segnalano la sentenza breve del Tar Sicilia n. 815/2025, che ha riconosciuto la correttezza dell’operato dell’amministrazione a garanzia dell’anonimato nella correzione delle prove; l’ordinanza del Tar Campania n. 1063/2025 e l’ordinanza del Tar Lazio n. 2753/2025 con cui sono state respinte le richieste cautelari d è stata riconosciuta la correttezza della procedura adottata per l’estrazione dei quesiti somministrati nella prova scritta, per citare solo alcune delle doglianze a cui era stata data maggiore eco mediatica». LEGGI TUTTO

  • in

    Maturità 2025, il record delle lodi va ancora al sud

    Sono aumentati in percentuale, anche se di poco, i diplomati con lode all’esame di maturità appena concluso. Il 2,8% degli studenti, pari a 13.857 ragazzi e ragazze, hanno ottenuto il massimo del punteggio in tutta Italia (erano il 2,6% lo scorso anno) con le solite differenze tra regioni e tra indirizzi. Al Sud si colloca […] LEGGI TUTTO

  • in

    Scuola, via libera al voto in condotta: promossi con il 6, ma servirà un tema di cittadinanza attiva

    Via libera definitivo alla riforma del voto in condotta per medie e superiori. Il Consiglio dei Ministri ha approvato i nuovi regolamenti, dopo i pareri favorevoli espressi dal Consiglio di Stato.
    Dal prossimo anno scolastico (2025-2026), dunque, saranno pienamente operative le misure decise dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che «segnano – parola del ministro – un punto fermo nella costruzione di una scuola fondata sulla responsabilità e sul merito».
    Sul piano pratico la condotta – «indicatore», secondo il Mim, «del rispetto delle regole e delle persone e dell’impegno verso la comunità scolastica» – viene sostanzialmente equiparata alle altre materie. Il comportamento degli studenti e delle studentesse sarà valutato lungo l’intero anno scolastico e terrà conto, in particolare, «di eventuali episodi di violenza o aggressione ai danni del personale scolastico e degli altri studenti».

    Lettera di una mamma a Valditara: “La Maturità è una farsa, il voto è già deciso prima dell’esame”

    22 Luglio 2025

    Sarà promosso alla classe successiva solo chi avrà ottenuto una valutazione superiore a sei decimi. Ma con alcune distinzioni. Chi ha 7 in pagella passa senza ulteriori esami. Chi allo scrutinio finale troverà il 6 in pagella sarà invece “rimandato a settembre”: il giudizio di ammissione alla classe successiva verrà sospeso e subordinato alla redazione, da parte del ragazzo o della ragazza, di un elaborato su tematiche di cittadinanza attiva, collegato ai motivi che hanno determinato quel basso voto.
    Ad esempio: se si bullizza un compagno, bisognerà scrivere un tema, documentato, sul bullismo. Oppure, esempio più diffuso: se si occupa la scuola, toccherà presentare uno scritto sull’interruzione di pubblico servizio o l’uso della cosa pubblica.

    Scuola, Valditara precisa: ammessi alla maturità anche con una insufficienza

    di Salvo Intravaia

    09 Aprile 2025

    Cambiano pure le sospensioni: fino a due giorni comporteranno un maggiore impegno scolastico, con attività di riflessione sui comportamenti che hanno portato alla sanzione. Torna, anche qui, l’elaborato critico, valutato dal consiglio di classe.

    Voto in condotta, lo studente: “Scelta ideologica, vogliono colpire chi occupa”

    di Emanuela Giampaoli

    02 Aprile 2025

    Per le sospensioni superiori ai due giorni, invece, sono previste attività di cittadinanza solidale anche presso strutture convenzionate: mense per i meno abbienti, associazioni di volontariato, cura del giardino scolastico, pulizia della strada scolastica e così via.
    “È un segnale forte e chiaro – dice Valditara – Nella scuola italiana il rispetto per la persona e per le istituzioni è imprescindibile. Con questa riforma, il voto di condotta torna a essere un importante strumento educativo per far crescere cittadini responsabili e consapevoli. Vogliamo una scuola autorevole, non autoritaria, in cui il merito, il rispetto e la centralità della persona sono fondamentali”. LEGGI TUTTO

  • in

    Lettera di una mamma a Valditara: “La Maturità è una farsa, il voto è già deciso prima dell’esame”

    Caro ministro Valditara sono la mamma di una studentessa di un liceo scientifico di Roma, ormai da giorni leggo proteste di studenti che per esprimere dubbi sull’efficacia dell’attuale modello di valutazione hanno deciso di presentarsi all’orale ma di non affrontare il colloquio finale forti anche del loro 60 e oltre già raggiunto con la somma […] LEGGI TUTTO

  • in

    Le ragioni dei ragazzi che boicottano l’esame di Maturità. Non ignoriamo il loro malessere

    Quale senso può avere ancora oggi l’esame di Stato previsto al termine del quinto anno di scuola media superiore che presto, a quanto pare, dovrebbe tornare a chiamarsi “di maturità”? Attualmente, come sappiamo, è concepito secondo un sistema di giudizio formulato su base numerica. Alcuni osservatori considerano tale modalità ormai superata; altri invece continuano a ritenerla valida e intendono semmai rilanciarla, secondo standard di valutazione oggettiva.
    È una vecchia questione che, quasi a ogni generazione, si ripresenta in veste nuova. Credo che casi come quelli di Gianmaria e Maddalena, i quali hanno contestato l’orale adducendo ragioni legate alla mancanza di empatia del corpo docente, offrano spunti di riflessione non trascurabili.

    Padova, rifiuta di fare l’orale alla maturità: “L’esame è una sciocchezza, i voti non servono”

    a cura della redazione Cronaca nazionale

    07 Luglio 2025

    Teniamo presente che tutti i grandi educatori moderni, da John Dewey a Maria Montessori, da don Lorenzo Milani ad Alberto Manzi, nella sostanza sarebbero stati d’accordo con questi ragazzi. Dico di più: li avrebbero abbracciati uno per uno. Intendiamoci: noi sappiamo che ogni giudizio, non solo scolastico, dell’uomo sull’uomo è un’invenzione culturale: non si tratta della verità, che resterà fatalmente inattingibile, bensì di un modo, sempre imperfetto, che è stato escogitato allo scopo di organizzare la società. La polis non esiste in natura, così come l’aula scolastica. Ma come facciamo a spiegarlo a Gianmaria? Una maniera ci sarebbe: bisogna scoprire gli ingranaggi della valutazione. Questo, ammettiamolo, è molto più complicato che limitarsi a svolgere il programma, interrogare e stilare il cosiddetto bilancio delle competenze.

    Maturità, gli studenti ribelli: “Boicottiamo l’orale”. Valditara: bocciateli

    11 Luglio 2025

    Non dovremmo addestrare gli scolari a superare l’ostacolo, come se l’istruzione fosse un percorso di guerra, destinato a premiare chi arriva primo lasciando tutti gli altri nella retrovia polverosa. Come professori siamo chiamati a fondare, insieme agli allievi che ci sono stati affidati, nuove imprese conoscitive. In mancanza di una fiducia reciproca fra chi insegna e chi studia, niente si può realizzare. Se i docenti non conoscono nel profondo gli alunni che hanno di fronte e si mantengono disinteressati alle loro persone, la scuola continuerà ad essere un luogo specialistico dove ci si annoia e basta, senza scoprire e riconoscere i propri talenti.

    È necessario puntare tutto sulla qualità della relazione umana: nel momento in cui stipuliamo un patto emotivo con l’adolescente, ogni cammino potrà essere intrapreso. Scaricare di peso il voto, invece di drammatizzarlo, significa premiare il movimento registrato dallo scolaro rispetto alla sua stazione di partenza, prima ancora del traguardo raggiunto o mancato. Ciò non significa ridurre gli obiettivi didattici, ma calibrarli sapendo che ogni apprendimento ha tempi e forme diverse. Creare in un diciottenne la consapevolezza della dimensione convenzionale di qualsiasi esame è di gran lunga più importante che fargli conseguire un buon risultato.

    Esame di stato al via, ma dall’anno prossimo si cambia

    di Viola Giannoli

    18 Giugno 2025

    Non illudiamoci: almeno fin quando il titolo di studio conserverà valore legale, quali che siano i sistemi di valutazione praticati, il distacco fra l’istituzione e la persona sarà inevitabile, in certo qual modo necessario; tuttavia, soprattutto oggi, in piena rivoluzione digitale, se davvero vogliamo far crescere nei giovani in via di formazione il senso della responsabilità non possiamo limitarci a contrapporre alle loro prevedibili insofferenze i nostri semplici cartelloni precettistici. Dobbiamo prendere sul serio le rimostranze di chi percepisce lo scarto fra la potenza della vita e l’artificio della scuola. LEGGI TUTTO