Gliomi cerebrali: vorasidenib ne ritarda la crescita
Sanihelp.it – Vorasidenib, un inibitore dell’enzima IDH (isocitrato deidrogenasi), è in grado di ridurre il rischio di progressione della malattia o di morte del 61% rispetto al placebo, cioè la sostanza farmacologicamente inerte che viene somministrata per confronto con medicinali efficaci negli studi clinici, nei pazienti con glioma di grado 2, con mutazioni del gene che codifica l’enzima IDH.Sono i risultati di uno studio chiamato INDIGO, presentato al congresso dell’ASCO (American Society of Clinical Oncology). Il trattamento è stato somministrato dopo l’intervento chirurgico per la resezione del tumore, prima di iniziare la chemioterapia standard.Ingo Mellinghoff del Memorial Sloan Kettering Cancer Center, di New York, principale autore dello studio, ha spiegato che l’utilizzo di vorasidenib ritarda la crescita del tumore in modo significativo, e di conseguenza anche la somministrazione di terapie tossiche.«Questo risultato è clinicamente significativo, perché i pazienti con diagnosi di glioma di grado 2 con IDH mutato sono in genere giovani e in buona salute. I risultati di questo studio offrono la possibilità di cambiare il paradigma terapeutico per questo tipo di glioma e potrebbero portare alla prima nuova terapia mirata per il glioma di basso grado» ha aggiunto.Come sono stati scelti i partecipanti allo studio? Una delle condizioni era avere almeno 12 anni, considerato che i pazienti con questa diagnosi sono di solito giovani e sani. Altre caratteristiche, oltre a essere affetti dalla forma tumorale oggetto dello studio, erano non avere effettuato un trattamento precedente per glioma, essere stati sottoposti a intervento chirurgico non meno di un anno prima e non avere immediata necessità di essere sottoposti a chemioterapia o radioterapia.Di fronte ai risultati dello studio, l’esperto ASCO Glenn Lesser ha commentato «Questi risultati sono piuttosto sorprendenti, sono statisticamente molto significativi e, soprattutto, sono molto importanti da un punto di vista clinico. In pazienti selezionati con glioma di basso grado, possiamo potenzialmente ritardare l’uso della chemioterapia e di radiazioni tossiche per anni, forse per molti anni e ritardarne la tossicità». LEGGI TUTTO