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    Tumori rari: un accordo per comprenderne le mutazioni

    Tumori: prevenzione e terapie

    di Elisa BrambillaPubblicato il: 01-02-2022

    Le patologie rare sono poche centinaia o migliaia all’anno e, se considerate da sole, non raggiungerebbero un potere statistico adeguato

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    Sanihelp.it  Grazie alla collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e Alleanza contro il cancro (ACC), si potrà avere una migliore caratterizzazione di tumori con prevalenza nettamente inferiore ai big killer. Di questo ambizioso progetto, UNIC, è incaricato il Working Group di Genomica e Informatica di Alleanza Contro il Cancro (ACC), la Rete Oncologica Nazionale fondata dal Ministero della Salute presieduta dal professor Ruggero De Maria.
    Il progetto si concentrerà su cinque neoplasie: angiosarcomi mammari, colangiocarcinomi, tumori timici, neuroendocrini e a cellule di Merkel. 
    «La nostra attività – spiega il coordinatore del Working Group, Luca Mazzarella, dello IEO di Milano – ha promosso l’implementazione di metodologie di analisi molecolare avanzata nella pratica clinica, previlegiando tecnologie sostenibili e facilmente interoperabili in contesti clinici di ampio interesse, su patologie di elevata incidenza e mortalità. Abbiamo creato una infrastruttura nazionale di raccolta ed interpretazione dei dati strumentale. Ora, l’applicazione di tecnologie più avanzate di sequenziamento ci consentirà di incrementare in modo significativo la comprensione di patologie estremamente rare e, perciò prive di sufficienti dati in letteratura per identificare alterazioni potenzialmente actionable».
    I risultati attesi sono diversi: definizione di linee guida per questi tumori rari, classificazione genomica e comprensione dei meccanismi alla base delle mutazioni.
    Per il presidente di ACC, Ruggero De Maria, «i tumori rari hanno la necessità di essere studiati e trattati attraverso strutture di rete, in modo da condividere le esperienze e sperimentare nuovi protocolli clinici. ACC ha il vantaggio di poter offrire ai pazienti anche una serie di tecnologie di analisi molto sofisticate che possono favorire l’identificazione dei migliori percorsi diagnostici e terapeutici – ha concluso – Il progetto UNIC contribuirà in maniera significativa a progredire in questa direzione».

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    Trapianto tecnicamente riuscito per Baricco

    Leucemia

    di Valeria GhittiPubblicato il: 01-02-2022

    Lo scrittore si è sottoposto al trapianto di cellule staminali. Ora occorrerà aspettare alcune settimane per verificarne l’esito.

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    Sanihelp.it – Lo scorso 26 gennaio, il giorno dopo il suo sessantaquattresimo compleanno, Alessandro Baricco è stato sottoposto a un trapianto di cellule staminali presso l’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (Torino), dove era ricoverato da qualche giorno. Il trapianto di cellule staminali allogenico, cioè da donatore, è l’unica arma disponibile contro la leucemia mielomonocitica cronica, malattia che gli è stata diagnosticata da alcuni mesi.
    È stato lo stesso scrittore a rivelare la propria condizione lo scorso 22 gennaio con un post su Instagram, a corredo di una foto in cui si vede il laptop sul tavolino del letto di un ospedale: «Ehm, c’è una notizia da dare e questa volta la devo proprio dare io, personalmente. Non è un granché, vi avverto. Quel che è successo è che cinque mesi fa mi hanno diagnosticato una leucemia mielomonocitica cronica. Ci sono rimasto male, ma nemmeno poi tanto, dai. Quando hai una malattia del genere la cosa migliore che puoi fare è sottoporti a un trapianto di cellule staminali del sangue, cosa che farò tra un paio di giorni (be’, non è così semplice, ci stiamo lavorando da mesi, è un lavoro di pazienza). A donarmi le cellule staminali sarà mia sorella Enrica, donna che ai miei occhi era già piuttosto speciale prima di questa avventura, figuriamoci adesso».
    La leucemia mielomonocitica cronica è una malattia caratterizzata dall’aumento di una specifica popolazione di globuli bianchi, i monociti. Come già sottolineato, l’unica opzione terapeutica è il trapianto di staminali da donatore, anche se, come si legge sul sito dell’Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma (AIL), non sempre è di facile attuazione. «Per un po’ non contate su di me, ma d’altra parte non abituatevi troppo alla cosa perché i medici che si sono ficcati in testa di guarirmi hanno tutta l’aria di essere in grado di riuscirci abbastanza in fretta» ha cercato di rassicurare i fan lo stesso Baricco nel già citato messaggio social.
    Secondo quanto si apprende, l’intervento è tecnicamente riuscito, anche se saranno decisive le prossime tre settimane per verificare che tutto sia andato nel migliore dei modi. «Preferisco non parlare. Siamo in attesa» ha dichiarato la compagna Gloria Campaner.

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    Bagni di Luna, come praticarli da soli

    Cure alternative

    di Stefania D’AmmiccoPubblicato il: 25-01-2022

    Come trarre il massimo dall’energia della luna nelle sue diverse fasi, anche senza un terapeuta a disposizione

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    Sanihelp.it – Una pratica che spesso fa venire in mente la New Age ma che, invece, ha radici antiche, legate soprattutto all’Ayurveda, la medicina indiana.
    Si tratta dei Bagni di luna, delle pratiche che possono aiutare soprattutto le donne, ma non solo, a connettersi al meglio alla propria interiorità.
    Per l’Ayurveda la luna ha effetti rilassanti e calmanti sulla mente e sul corpo, e i bagni di luna possono essere utilizzati a questo scopo, ma anche con l’obiettivo di andare ad aiutare l’equilibrio ormonale del corpo.
    Ecco come praticare questo tipo di attività riequilibrante anche senza l’aiuto di un terapeuta ayurvedico.
    Come praticare i Bagni di Luna
    Per poter praticare i bagni di luna non servono particolari conoscenze o rituali, ma alcuni suggerimenti sono in grado di rendere questa pratica più efficace dal punto di vista fisico e mentale.
    Si potranno seguire le diverse fasi lunari, e si potranno provare i bagni di luna in queste differenti fasi.
    Si inizierà dalla Luna Nuova. Ci si dovrà recare in un luogo aperto, nel quale poter ammirare il cielo e subire l’influsso della luna nuova.
    Ci si potrà stendere o sedere, e ci si rilasserà. Si potrà ripetere una frase come quella seguente:
    Ho fiducia nell’Universo e nella sua capacità di provvedere ai miei bisogni.
    La Luna Piena sarà un momento altrettanto potente, e si potrà praticare, nuovamente, il bagno di luna recandosi in un luogo aperto nel quale il cielo sia ben visibile.
    La Luna Nuova rappresenta un po’ il culmine dell’energia, e per questo motivo nel caso in cui si ci sentisse agitati, ci si dovrà rilassare.
    Sotto la luna sarà possibile meditare, ma anche semplicemente rilassarsi, oppure condividere, scrivendo il tutto su un diario, le proprie sensazioni legate alla luna piena.
    Anche in questo caso si potrà utilizzare un’affermazione grazie alla quale rendere il bagno lunare più efficace.
    L’affermazione potrà essere simile a quella indicata di seguito:
    Ringrazio l’Universo perché si prende cura di me.

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    Tumori: superare le disuguaglianze

    Tumori: prevenzione e terapie

    di Elisa BrambillaPubblicato il: 25-01-2022

    La proposta di Cittadinanzattiva per migliorare la lotta contro il cancro

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    Sanihelp.it – Sono circa 60 gli esperti che hanno collaborato al progetto di Cittadinanzattiva, un documento dal titolo Insieme per l’oncologia del futuro, realizzato con il supporto di Novartis.
    Lo scopo è quello di fare in modo che screening e vaccini siano più alla portata di mano dei cittadini e che in tutte le regioni ci sia un Registro tumori e un Portale nazionale dell’innovazione.
    Il documento parla di innovazione, salute digitale, cure di prossimità, inclusione sociale, gestione della cronicità e, come scrive il professor Walter Ricciardi, consulente del Ministro della salute, nell’introduzione, «si propone di disegnare una strategia proattiva contro il cancro su misura per il nostro Paese e destinata ai principali tavoli dei decisori politici». Le proposte sono diverse, come quella di redigere protocolli d’intesa tra i vari Ministeri per portare l’educazione sanitaria più vicino ai cittadini, o di incentivare l’adesione alla vaccinazione e agli screening oncologici, con la collaborazione delle Case della Comunità previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Fondamentale è poi monitorare l’attuazione del Piano Oncologico Nazionale e per accelerare l’utilizzo da parte delle Regioni del fondo assegnato per la realizzazione dei Registri tumori regionali. Tra i punti, quello di estendere modelli innovativi di distribuzione e somministrazione dei farmaci oncologici presso le diramazioni territoriali, come appunto le Case della Comunità. Inoltre, realizzare, sotto il controllo del Ministero della Salute, un Portale nazionale dell’innovazione contenente l’elenco dei centri autorizzati a erogare trattamenti altamente specializzati e personalizzati. 
    «Le proposte contenute – dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva – possono trovare spazio per concretizzarsi attraverso il nuovo Piano oncologico nazionale di prossima pubblicazione che, ci auguriamo, preveda azioni precise e risorse adeguate a poterlo implementare su tutto il territorio».

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    Fibrillazione atriale per Malagò

    Problemi cardiovascolari

    di Valeria GhittiPubblicato il: 25-01-2022

    Il presidente del Coni ha scoperto, in occasione di un intervento oculistico, di avere un’aritmia cardiaca e di essere stato, per qualche settimana, a rischio ictus.

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    Sanihelp.it – «La sera del 24 dicembre mi sono ricoverato in day hospital per un piccolo intervento agli occhi, e i medici mi hanno diagnosticato una aritmia atriale, molto comune, che normalmente si sente ma io non l’avevo mai sentita. Mi hanno detto che per qualche settimana sono stato a rischio di trombo, di ictus. Ora sono fuori pericolo ma il problema sarà capire il motivo di questo problema» così ha parlato nei giorni scorsi il presidente del Coni Giovanni Malagò rivolgendosi ai membri del Consiglio nazionale. 
    L’aritmia diagnosticata a Malagò è il disturbo cronico del ritmo cardiaco più frequente, la fibrillazione atriale che, come spiega A.L.I.Ce. Italia Odv, Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale, colpisce in Italia circa un milione di persone. Le caratteristiche della fibrillazione atriale variano da individuo a individuo: alcune persone possono avere sintomi molto lievi, altre non manifestano alcun sintomo e l’aritmia, come nel caso del Presidente Malagò, viene scoperta occasionalmente durante una visita medica eseguita per altri motivi.
    «La fibrillazione atriale è la causa di circa il 20% degli ictus ischemici» dichiara il professor Danilo Toni, Direttore Unità Trattamento Neurovascolare Policlinico Umberto I di Roma e Presidente del Comitato Tecnico Scientifico di A.L.I.Ce. Italia Odv. «Chi ne è affetto vede aumentare di 4 volte il rischio di ictus tromboembolico, che risulta generalmente molto grave e invalidante: l’embolo che parte dal cuore chiude arterie di calibro maggiore, con un conseguente danno ischemico che interessa porzioni più estese di cervello; questa forma di ictus determina una mortalità del 30% entro i primi tre mesi dall’evento e lascia esiti invalidanti in almeno il 50% dei pazienti. È quindi estremamente importante‘intercettare il più rapidamente possibile i pazienti con fibrillazione atriale e stabilire una terapia anticoagulante per ridurre il rischio di ictus, una volta effettuata la diagnosi».
    Oltre alla fibrillazione atriale, il principale fattore di rischio per l’ictus è rappresentato dall’ipertensione arteriosa. Altri fattori di rischio modificabili sono: diabete mellito, ipercolesterolemia, obesità, fumo di sigaretta, ridotta attività fisica, abuso di alcol, emicrania, assunzione di pillola anticoncezionale in donne che soffrono di emicrania e/ sono fumatrici.
    «La nostra Associazione desidera ringraziare il Presidente Giovanni Malagò per aver raccontato la sua esperienza, che ci dà la possibilità di sensibilizzare ancora una volta la popolazione sui fattori di rischio per l’ictus cerebrale» dichiara Andrea Vianello, Presidente di A.L.I.Ce. Italia ODV. «Prevenire è il modo migliore per limitare il rischio di ictus; alcuni fattori, come l’età, la familiarità e il sesso, non sono modificabili ma altri possono essere controllati adottando stili di vita più salutari: il nostro consiglio, dunque, è quello di non fumare, tenere sotto controllo il peso corporeo, limitare il consumo di alcool e praticare una costante attività fisica, oltre che monitorare con costanza la pressione arteriosa e la fibrillazione atriale».

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