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Quanto ci costa abbattere un lupo? Anche 50mila euro


Quanto può costare ai contribuenti l’uccisione di un lupo? Anche 50mila euro. In questi giorni di fine anno, tra il declassamento votato dall’Europa sulla protezione dei lupi, le possibilità di nuovi abbattimenti e nuovi episodi di conflitto fra uomo e animale, a fare scalpore e rilanciare le polemiche è la notizia proveniente dall’Alto Adige legata ai possibili costi per uccidere un singolo esemplare problematico. La scorsa estate infatti un lupo maschio nella notte fra l’11 e il 12 agosto fu ucciso a circa 2800 metri in Val Venosta, dopo l’ok arrivato dalla Provincia Autonoma di Bolzano che aveva autorizzato l’abbattimento di due lupi nella zona di malga Furgles, esemplari che poco prima erano stati ritenuti responsabili di 31 attacchi al bestiame della zona. Già mesi fa quell’uccisione non fu priva di scontri: il WWF denunciò ad esempio come non furono rispettati i criteri della Direttiva Habitat sostenendo inoltre come “l’abbattimento di singoli lupi non rappresenta uno strumento efficace sul medio-lungo termine per mitigare il conflitto”.

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Quell’episodio ha poi portato nel tempo più associazioni a chiedere chiarezza all’assessore provinciale Luis Walcher anche sui costi necessari per l’operazione “caccia al lupo”. A fine dicembre le spese sono state rese finalmente note: per abbattere uno dei due lupi è stato necessario trasportare con 27 voli di elicottero totali il personale e il materiale a circa 2800 metri di quota, una logistica che da sola è costata 22.511 euro. Cifra che diventa oltre il doppio, sfiorando i 50mila euro, se si aggiungono poi tutte le indennità speciali per la task force dedicata all’intervento, come ha sottolineato Andreas Leiter Reber del gruppo “Freie Fraktion” che, allo stesso tempo, ha ricordato come in tutto il territorio i risarcimenti per danni ai vari allevatori della zona che avevano subito predazioni nel 2024 erano stati addirittura minori, per un totale di circa 49mila euro. Ovviamente la cifra dichiarata dalle autorità locali ha innescato una lunga coda di polemiche. Per l’ENPA “l’uccisione del lupo in Val Venosta è stata una vera e ingiusta esecuzione, ma anche un assurdo impiego di pubblico denaro che doveva essere speso per approntare i mezzi di prevenzione che tante volte Enpa ha chiesto, dalle recinzioni elettrificate ai cani da guardiania” sostiene Annamaria Procacci dell’Ente per la protezione degli animali aggiungendo che “ancora non ci insegna nulla l’esperienza fallimentare e contestatissima della Svizzera, che con le uccisioni ha visto l’aumento delle nascite di lupi poiché la scienza che afferma che la dispersione dei branchi provoca più attacchi agli animali domestici”.

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Anche l’ex assessore comunale di Bolzano Stefano Fattor ha sottolineato l’ “enormità di spese rispetto ai costi dei risarcimenti per predazioni di tutti i lupi presenti in provincia, ovvero 54.200 euro nel 2021 e 99.209 euro nel 2023” ma l’assessore Walcher ha difeso la scelta presa ricordando come “abbiamo fatto tutto ciò che era necessario e lo faremo anche in futuro se in una zona si verificheranno molte predazioni consecutive. Se la task force deve essere portata a 2.800 metri, è così che deve andare” ha detto. Nel frattempo, continuano i contrasti e gli episodi legati ai predatori. Solo pochi giorni fa un altro lupo è stato ucciso illegalmente e mutilato all’interno del Parco Fanes-Sennes-Braies in Alto-Adige e le morti di lupi per mano dell’uomo continuano in varie parti d’Europa e negli States. Proprio dagli Usa arriva però anche una ricerca scientifica, raccontata dal Washington Post, che sostiene come sempre più indicatori mostrano ad esempio come i lupi grigi nel Midwest e nel Canada siano fondamentali per salvare proprio la vita dell’uomo: sono infatti i lupi a tenere davvero sottocontrollo le popolazioni di cervi e a prevenire così incidenti stradali spesso mortali per gli umani.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml

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