Anche oggi ci sarà da raccattare scarti agricoli in giro per la Campania. Quintali e quintali destinati al macero, a cui si darà una nuova vita. Dal carciofo di Auletta al melograno di Paestum, dal rusco – il comune pungitopo – al finocchio di San Valentino Torio, siamo nell’Agro nocerino-sarnese. Fino al pomodoro di San Marzano, altra eccellenza identitaria.“Sì, noi recuperiamo ciò che gli altri butterebbero, e gli diamo un’altra forma”, spiega Vincenzo. L’altra forma è quella di liquori, fortemente radicati al territorio salernitano: il progetto si chiama I-Pro Med e si traduce, tra l’altro, nella linea_Campus Alchemist,_di cui Vincenzo Russo, 45 anni, una laurea in economia, va particolarmente orgoglioso.
“Insieme al Dipartimento di Farmacia dell’Università di Salerno, abbiamo studiato, l’utilizzo e la nobilitazione di scarti di produzione di prodotti coltivati nei nostri territori per ottenere amari, liquori e cordiali con le stesse caratteristiche organolettiche dei prodotti realizzati con le parti nobili dei frutti in questione”, racconta. Così, l’azienda Distillatori Russo 1899 – con Vincenzo, ci sono la sorella Valentina, 40 anni, ingegnera, interpreti della quarta generazione di una storia avviata a fine ‘800 – prova oggi a lanciare un messaggio forte: in agricoltura non si butta nulla. “Per il carciofo, per esempio, una piccola impresa che fa sott’oli scartava le foglie esterne, meno pregiate. – racconta Vincenzo – Noi invece, ottimizzando il processo di estrazione grazie ad un apparecchio a ultrasuoni che ci consente di recuperare gli oli essenziali, li utilizziamo eccome. E con loro gli scarti dei pomodori: prodotti esteticamente difettosi o non conformi, con piccoli difetti appena percettibili, che la grande distribuzione disdegnerebbe. E ancora: l’acqua di scolo, le bucce. Per noi diventa tutto prezioso: molte aziende quasi ci ringraziano per sottrarre loro materiale che andrebbe altrimenti smaltito”.
Arriva tutto nello stabilimento di Mercato San Severino, 32 dipendenti e una vocazione green che si traduce anche in un ricorso sempre più massivo alle energie rinnovabili: nei giorni scorsi la presentazione ufficiale di un progetto che coinvolge anche un’altra azienda, Gelati Aloha.Il responsabile del progetto è Vincenzo De Feo, che insegna Botanica all’università di Salerno: con lui e con Nunziatina De Tommasi, titolare della cattedra di Biologia Farmaceutica, un team di dieci ricercatori. “La cosiddetta economia circolare è sempre più un passaggio obbligato per ridurre il nostro impatto sul pianeta. – sottolinea -Attingendo ai cosiddetti prodotti secondari abbiamo esonerato molte imprese dell’area dai costi di smaltimento, in alcuni casi elevati, massimizzandone la resa con metodi di estrazione di ultima generazione. In più, abbiamo valorizzato colture mediterranee locali, a cominciare dal melograno e dal carciofo, la cui parte edula rappresenta appena il 5% mentre foglie esterne e fusti racchiudono tanti principi attivi. E ancora, il pungitopo o rusco: la medicina lo utilizza per estrarre composti utili a combattere l’insufficienza venosa cronica, noi abbiamo ricavato gli scarti utilizzandoli per insaporire miscele da gustare. In generale – annota De Feo – si è trattato di un percorso interessante sia dal punto di vista scientifico che da quello industriale, un progetto pilota che promette di essere mutuato anche altrove. – commenta – La dimostrazione che l’università è il luogo principe dove creare valore se si vuol mettere a sistema il mondo accademico con quello del lavoro. Creare una linea di prodotti che utilizza innovazioni di processo grazie alla nostra attività di ricerca e vederla, poi, riscuotere successo sul mercato, è stata la conferma che possiamo proseguire il nostro lavoro in questa direzione”.
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