in

Natale 2025: “basta il pensiero”, meglio però se il regalo fa bene al Pianeta


È vero “basta il pensiero”, meglio però se il regalo tenga presente anche il benessere della Terra. Perché se scartare i pacchi sotto l’albero resta un momento iconico del Natale, il 26 dicembre lo scenario all’esterno delle case è più o meno sempre lo stesso: cassonetti stracolmi di carta e scatole. In soli due giorni vengono prodotte 75 mila tonnellate di carta e cartone. Secondo Comieco, il consorzio di recupero e riciclo dei materiali cellulosi, 25 milioni di famiglie produrranno ognuna, solo tra Natale e Santo Stefano, più di 3 chili di rifiuti da imballaggi, confezioni di panettoni, scatole di oggetti arrivati online, regali. Secondo i dati forniti dalla Società italiana di Medicina ambientale (Sima) durante l’intero periodo natalizio, la produzione di rifiuti in carta e cartone raggiungerà le 80 mila tonnellate. Senza contare che ogni 93 secondi un camion nel mondo esce da un magazzino di un marchio e-commerce. Davanti a questo scenario, lo spirito “riciclone” degli italiani (siamo tra i primi in Europa) potrebbe dunque non bastare. Per arginare consumi e rifiuti eccessivi non resta la strada del regalo etico e sostenibile che oltre per il destinatario è un regalo per il benessere dell’ambiente. Si può fare.

Lo studio

Prodotti 2,3 miliardi di rifiuti, nel mondo lo scorso anno. Il riciclo non basta, bisogna produrne meno

Condividiamo con amici e parenti la lista dei desideri

Visto che in Italia si spendono per i regali 6,9 miliardi di euro (negli Usa il giro di affari è di 500 miliardi di dollari) il consiglio delle associazioni ambientaliste, non è di rinunciare a fare i regali, ma di compilare la propria wishlist, la lista dei desideri, e condividerla con amici e parenti. Per ottimizzare risorse e ridurre i rifiuti. È un’idea. Come quella di riciclare un regalo indesiderato, su cui tanto ancora si ironizza. In un contesto di economia circolare, dai consumatori non è più visto così negativo. L’idea arriva dalla Gran Bretagna dove, secondo il Business Leader almeno 4 miliardi di sterline verranno spesi in regali indesiderati, che valgono all’incirca 8 chili di Co2 per individuo. In realtà, dunque, dare una seconda possibilità ad un pacchetto trovato sotto l’albero ha una connotazione positiva. Sarebbe invece un gesto sostenibile.

Tutorial

Riciclo creativo: idee per riutilizzare materiali e oggetti

Esperienze invece che oggetti

Siamo a corto di idee? Mettiamo via gli oggetti che portano con se sempre il problema del trasporto e dello smaltimento, pensiamo invece ai regali esperienziali. Non è certo una novità, ma accanto ai biglietti del teatro e un viaggio, quest’anno si sta facendo strada anche l’idea di regalare un’esperienza nella natura. Come una lezione di birdwatching, l’iscrizione ad un corso di lingua o di cucina, l’ingresso in un parco, un’oasi o altre aree naturalistiche, l’iscrizione ad un trekking fotografico. Secondo il Wwf, “se proprio vogliamo regalare un oggetto, meglio evitare oggetti con componenti dannosi o difficili da smaltire. Verifichiamo anche la sua origine: i regali che provengono da filiere locali che riducono l’impatto del trasporto e sostengono l’economia vicina a te. Prestiamo attenzione alle certificazioni: etichette come Biologico, Fair Trade, Utz, Gots, Fsc o Ecolabel garantiscono che il prodotto rispetti l’ambiente e i lavoratori. Occhio anche agli imballaggi: cerchiamo prodotti sfusi o confezionati in maniera essenziale con materiali naturali e riciclati”.

La storia

Cristina Casali: “Organizzo avventure accessibili perché il turismo sostenibile sia senza barriere”

No allo spreco: regaliamo cose amate

Un libro preso dalla nostra libreria che vogliamo condividere, un capo di abbigliamento vintage oppure nuovissimo ma mai messo, una raccolta di foto che ricordano un viaggio o una ricorrenza: regali personalizzati, unici, con un impatto ambientale minore. Anche le talee di belle piante da interno o da esterno, meglio se radicate, sono un bellissimo regalo. Scambiare regali usati non solo è una scelta più sostenibile, ma porta anche con sé un valore sentimentale unico, creando legami più profondi attraverso il racconto delle storie che ogni oggetto porta con sé.

Giornata mondiale del turismo

Treno notturno, così il viaggio diventa sostenibile

Conciati per le feste

I vestiti sono tra i regali di Natale più classici, ma se scegliamo di regalarli facciamolo in maniera consapevole. Il primo passo è leggere le etichette: preferiamo capi realizzati con fibre naturali, limitando i materiali sintetici che, a ogni lavaggio, rilasciano microfibre in plastica invisibili ma molto dannose per la vita di mari e oceani. Anche le fibre naturali vanno scelte con attenzione, spiega il Wwf: “Il cotone, ad esempio, necessita di grandi quantità di acqua per la crescita della pianta e nelle coltivazioni intensive si usano molti fertilizzanti e pesticidi: scegliamo quindi cotone bio. Le certificazioni fanno la differenza: Global Organic Textile Standard (GOTS) o Organic Content Standard (OCS) garantiscono capi di origine biologica, mentre la certificazione Oeko-Tex assicura l’assenza di sostanze tossiche per l’uomo e per l’ambiente nei prodotti tessili”.

La confezione conta

Qualunque siano i regali che scegliamo, bisognerà impacchettarli. Evitiamo le classiche confezioni regalo, perché la maggior parte non può essere riciclata: carta velina, carte plastificate o glitterate, buste metallizzate, tutte finiscono nei rifiuti indifferenziati. Usiamo materiali riutilizzabili e creativi: iuta, vecchi giornali, fumetti, sacchetti o ritagli di stoffa. In Giappone l l’arte di confezionare regali con scampoli di stoffa o foulard si chiama furoshiki e permette di ottenere pacchetti unici, eleganti e completamente sostenibili. Un’altra idea è quella di nascondere i regali non incartati in casa e organizzare una vera e propria “caccia al regalo”: un modo originale per sorprendere amici e familiari. Senza sprechi.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml

Tagcloud:

“A Linosa, dove l’ape nera rinasce e con lei il nostro futuro”

La scienziata del clima: “Troppe intrusioni della politica, perciò sono venuta in Italia”