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L’idrogeno ora si può trasportare sui treni o sui camion


Dimenticate l’idrogeno compresso in bombole o liquefatto a temperature estreme. Oggi può essere stoccato e trasportato in forma solida, dentro contenitori pronti a viaggiare come normali colli industriali. È il progetto Safeteasy, tecnologia sviluppata dalla startup 01Green, che ha preso vita in un laboratorio emiliano. Si è appena aggiudicato il Premio Innovazione 2025 della Stampa Estera – Sezione Alta Italia (SEmi), nella categoria Cleantech/Sostenibilità. Un riconoscimento che celebra una svolta ingegneristica in una delle sfide più ostiche della transizione energetica, quella dello stoccaggio e trasporto dell’idrogeno.

Contenitori di idruro di magnesio dopato

Come rendere l’idrogeno più sicuro, pratico e sostenibile? La risposta è arrivata dall’unione tra ricerca sui materiali e stampa 3D avanzata per metalli. Safeteasy utilizza contenitori realizzati in idruro di magnesio dopato, capaci di assorbire e trattenere idrogeno allo stato solido, a temperatura e pressione ambiente. “L’idrogeno al contatto con il magnesio forma un idruro. Il dopaggio del magnesio aumenta notevolmente le capacità di stoccaggio e migliora anche i tempi di cattura e rilascio dell’idrogeno e le relative temperature di esercizio” spiega Andrea Gatto, direttore scientifico del progetto e professore ordinario di Tecnologie Meccaniche all’Università di Modena e Reggio Emilia. Nessuna compressione estrema, nessuna criogenia. Solo una reazione chimica controllata, reversibile e affidabile. Il risultato è un sistema di stoccaggio più sicuro, più efficiente, e soprattutto scalabile, pronto per applicazioni che vanno dal trasporto su gomma e rotaia all’uso nei settori aerospaziale, militare e dell’energia distribuita.

Una tecnologia reversibile

“Safeteasy è nato per rendere l’idrogeno accessibile come mai prima d’ora”, racconta Ivano Corsini, amministratore di 01Green che sta sviluppando il progetto. “Abbiamo immaginato un contenitore che potesse essere prodotto in serie, trasportato facilmente e utilizzato in modo modulare, come un componente industriale. Trattiamo l’idrogeno in forma solida, non come un gas da tenere sotto controllo”. Grazie all’assenza di requisiti tecnici estremi, il sistema permette un rilascio controllato dell’idrogeno, calibrato sulle effettive necessità d’uso. Basta un aumento di temperatura per attivare il processo: “il calore indebolisce il legame tra l’idrogeno e il magnesio all’interno del contenitore, permettendo al gas di liberarsi gradualmente” spiega Corsini. Una sorta di ‘rubinetto termico’ che rende possibile dosare l’idrogeno con precisione, evitando sprechi o rischi di sovrapressione. E quando il contenitore si raffredda, è pronto per ricominciare: un sistema reversibile, semplice e affidabile, pensato per adattarsi a una vasta gamma di applicazioni, dall’industria all’energia mobile.

Verso la decarbonizzazione

In un momento storico in cui l’idrogeno è indicato come uno dei protagonisti della decarbonizzazione, ma resta frenato da problemi logistici e infrastrutturali, soluzioni come Safeteasy potrebbero fare la differenza. “È un passo avanti non solo tecnologico, ma culturale: ci spinge a ripensare completamente il modo in cui concepiamo l’idrogeno come risorsa” sottolinea Gatto. Perché la transizione energetica non si fa solo con nuove fonti, ma anche con nuovi modi di immagazzinare e trasportare l’energia. E a volte, serve solo un’idea semplice — come spedire un pacco — per cambiare le regole del gioco.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml

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