Come noi esseri umani abbiamo necessità di arricchire la nostra dieta con integratori, così gli agricoltori per rendere le piante più resilienti ai cambiamenti climatici e per far fronte alla crescente domanda di cibo, fanno sempre più ricorso ai biostimolanti. I biostimolanti, gli integratori delle piante, migliorano lo stato di salute delle colture, aumentando la resa dei campi tra il 20 ed il 25%, perché agiscono sui processi fisiologici e sulla risposta allo stress. L’Italia è fra i principali paesi europei per utilizzo e domanda di biostimolanti, con una quota di mercato europeo pari a circa il 16% ed un valore che si attesta tra i 700 e gli 800 milioni. A livelo globale, invece, si prevede che il settore dei biostimolanti raggiungerà gli 11,1 miliardi di dollari entro il 2035, crescendo di quasi 2,7 volte. Si trova in provincia di Vicenza, una delle aziende più importanti a livello mondiale nella produzione di biostimolanti: SICIT Group, nata negli anni Sessanta come azienda locale, poi divenuta globale grazie al suo know how che le permette di sfruttare i principi della circolarità industriale, in favore di innovazione e sostenibilità.
Nel mondo c’è sempre più richiesta di soluzioni per una produttività agricola che sia sostenibile ed i biostimolanti possono essere una soluzione, che riduce l’impiego di fertilizzanti e chimica. L’impresa vicentina, negli ultimi anni, ha introdotto nel suo processo produttivo, una gamma di biostimolanti derivati da estratti d’alga e formulati di origine vegetale. Ma lo scorso anno, con la costruzione di un nuovo impianto in Messico, (che si aggiunge ai due impianti in Italia e quello in Cile) ha fatto un passo in avanti importante ed il prossimo gennaio svilupperà su scala industriale i primi biostimolanti al mondo a base di moringa, cioè derivati da una materia prima di origine vegetale, destinati alle colture richieste dai consumatori vegetariani. Ma perché sono così importanti i biostimolanti? Come abbiamo detto, grazie alle loro caratteristiche trasferiscono alla pianta un certo livello di resistenza alla siccità, stress termico e precipitazioni irregolari ed allo stesso tempo permettono di assorbire in modo più efficace i nutrienti di cui hanno bisogno, facilitano la fotosintesi e una stimolazione dello sviluppo delle radici. Per sviluppare i biostimolanti ci sono processi differenti: alcuni sono ricavati dagli estratti di alghe, da sostanze umiche – composti organici complessi che derivano dalla decomposizione della materia organica nel suolo, nei sedimenti e nelle acque naturali – oppure da colture di microrganismi benefici sviluppate in fermentatori controllati.
In particolare l’azienda italiana ha sviluppato un metodo che consente il recupero dei residui della lavorazione delle pelli che provengono da aziende del distretto conciario e li trasforma in biostimolanti. Ma il ciclo produttivo non si esaurisce con questi prodotti destinati alle colture, perché SICIT trasforma questi scarti in ritardanti per l’industria del gesso destinati all’uso in edilizia sostenibile o addirittura in bio-fuel per la produzione di energia elettrica. Insomma, gli scarti vengono trasformati da un costo di smaltimento in un’opportunità economica oltre che in un servizio di importanza strategica per tutto il settore conciario molto importante nella regione nordest del Paese. Inoltre, dato che i biostimolanti derivano da sostanze naturali, il loro utilizzo è consentito anche in agricoltura biologica. Infatti, il loro impiego in Italia fa riferimento al Regolamento UE 2019/1009, operativo dal 2022, che introduce l’etichettatura digitale per i fertilizzanti europei. Il testo normativo colloca i biostimolanti all’interno della grande famiglia dei fertilizzanti, suddividendoli in due categorie: quelli microbici, basati su microrganismi, e quelli non microbici, ottenuti da estratti vegetali o animali. Per entrare legalmente sul mercato devono obbligatoriamente riportare la marcatura CE, per cui spetta all’imprenditore agricolo l’onere di verificare con attenzione le etichette dei prodotti selezionati, da usare nei loro campi.
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